martedì 26 gennaio 2016

Consiglio comunale del 25 gennaio. Temi trattati: bene confiscato alla mafia e Dieta Mediterranea




Nicotera. Il consiglio comunale di ieri si è svolto a mezzogiorno in una sala praticamente deserta. Di fronte all’emiciclo, il vuoto. Un teatro vacante per la celebrazione di una pubblica assise che ha affrontato due tematiche di stringente attualità: beni confiscati alla mafia e Dieta mediterranea. Ma nonostante la contemporaneità dei temi, ciò che è doveroso evidenziare è quel baratro corre tra il palazzo e il paese.
In merito al tema del bene sequestrato alla criminalità organizzata: trattasi di un enorme immobile sito in località Gatto. Un atto dovuto, «ma che riveste un grande valore simbolico e sociale» ha ribadito il sindaco Franco Pagano, che ha però tenuto a precisare che «permangono delle difficoltà oggettive nella gestione del bene», quindi, «di concerto con la Prefettura valuteremo- ha annunciato- l’opportunità di indire una manifestazione di interesse alle varie associazioni presenti sul territorio». «Un obbligo morale», ha definito tale iniziativa il sindaco, «a cui l’amministrazione non si sottrae».
Chiuso questo delicato capitolo, si è parlato ancora una volta della questione della Dieta Mediterranea, grande risorsa immateriale dell’umanità, che, secondo la defunta legge Grillo avrebbe dovuto veder nascere a Nicotera una Fondazione. La 45/2013 è stata praticamente invalidata dalla nuova legge, in merito, Greco/Sergio. Il secondo tema importante all’ordine del giorno riguardava proprio l’esame della mozione urgente presentata da Pino Brosio, uno dei più accaniti sostenitori della legge Grillo. Il consigliere di opposizione ha ricordato che «a commissione regionale aveva approvato la nuova proposta di legge senza tenere conto delle varie istanze partite da Nicotera e dalle varie associazioni». E poi tutta una serie di appunti su una faccenda su cui si continuano a celebrare consigli, convegni e dibattiti pubblici: la Fondazione, ha precisato Brosio, «è diventata Odmir, ovvero un Osservatorio», il quale parrebbe privo di ogni potere esecutivo o amministrativo. «Una delle tante furbizie messe in campo dagli amici cosentini», ha osservato con ironico rammarico Brosio. A Nicotera dunque solo “un pennacchio”: in pratica non è da lì che passerà l’enorme flusso di denaro destinato a regimentare il bene dell’Unesco. Brosio, dopo aver snocciolato tutte le randellate morali e materiali subite da Nicotera dalla nuova legge, ha chiesto al consiglio di invitare il presidente Oliverio, a dire la sua, una volta per tutte, sulla vicenda. La realtà, però, sembra averla fotografata con lucidità il consigliere di opposizione Vincenzo Campisi. «A Nicotera, sia Destra, Sinistra che Centro facciamo solo parole- ha esordito, professando una onesta ammissione di colpa. Finchè la città- ha continuato- non sarà politicamente rappresentata saremo presi per i fondelli». Una Nicotera dunque, nel quadro dipinto da Campisi, senza un santo in Paradiso. Il sindaco ne ha sottoscritto in pieno le parole: «La mancanza di una rappresentanza istituzionale di peso nel consiglio regionale non porta cose buone per il nostro territorio», ha ammesso, con consapevolezza e disillusione.

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