Nicotera.
Le
foto che corredano questo articolo sono state scattate nel primo pomeriggio di
ieri. Mostrano, in modo impietoso, la qualità delle acque del mare alla Marina
di Nicotera. In questi primi giorni di anticipo d’estate, al netto delle
giornate più ventose o fredde, il mare nicoterese ha alternato momenti in cui
appariva cristallino, ed altri in cui era decisamente sporco. Sembra di vivere,
non senza preoccupazione, un dejà vu, perché è ancora forte il ricordo di come
la scorsa estate è cominciato l’incubo mare sporco. Nel mese di giugno si
alternavano giorni si e giorni no, ma a dire il vero erano molti di più i
giorni no. Nello specifico, proprio come accade quest’anno, il mare tendeva ad
imbrattarsi ad un orario fatidico: all’incirca dalle undici in poi. Oltre
quell’orario lo specchio d’acqua nicoterese diventa una latrina. Farsi il bagno
è altamente sconsigliato. Nel mese di luglio dello scorso anno poi si è vissuta
l’apoteosi dell’inquinamento: abbonamenti agli ombrelloni disdetti, case
lasciate a metà vacanza da turisti infuriati, e grande sconquasso e amarezza
difficili da dimenticare. Le conseguenze della tremenda estate 2015 si stanno
ripercuotendo anche adesso. L’onda lunga dello sdegno è ancora viva e lascia
uno strascico di effetti come l’eco di un boato che rimbalza nell’aria. Molte
persone, infatti, hanno deciso di non trascorrere più le loro vacanze a
Nicotera Marina: molti hanno messo in vendita la casa per le vacanze, altri
ancora optano per altri lidi. Inutile dire che le perdite economiche per i
gestori dei lidi, ma anche per l’intera vita commerciale nicoterese, ne ha
risentito e continua a risentirne. Ed è proprio per questo che il mare
imbrattato apre le porte alla preoccupazione. Alla paura che possa presentarsi
nello stesso stato pietoso dello scorso anno.
Ma c’è di più. Le
attuali e incerte condizioni del mare inducono a delle considerazioni di più
ampia portata. E cioè: nonostante le gravi condizioni in cui versava lo scorso anno, con tutta la sua cornice di
malumore, anzi, ira funesta dei bagnanti; nonostante il gran clamore mediatico;
la scesa in campo della politica; i fiumi di parole scritte e dette in difesa
del mare e del diritto basilare dei cittadini di immergersi nelle acque senza
rischiare di contrarre un’infezione; nonostante la presa di posizione
dell’amministrazione che lo scorso gennaio promosse un convegno in cui
parteciparono esponenti del mondo politico e scientifico, nella fattispecie
qualche dirigente Arpacal. Nonostante tutto questo, ci risiamo. Le condizioni
del mare non si presentano buone se non ad orari molto circoscritti. E la
domanda principale è: perchè non è possibile individuare le cause di questo
sfacelo che porterà alla rovina quel poco di turismo che Nicotera tenta di
difendere? Perché non si mette in campo una capillare operazione di controllo,
da parte degli organismi preposti, per capire cosa genera questo stato di cose?
E perché, soprattutto, il sindaco di Nicotera non si fa promotore di una
battaglia in difesa del mare e del turismo nicoterese ? Evidentemente una
denuncia per disastro ambientale contro ignoti non basta e non può bastare
nemmeno un convegno.
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