Nicotera.
Delle
strade del Vibonese, gravemente accidentate da buche che paiono crateri, sono
piene le cronache. Un territorio, questo, dai percorsi, sia costieri che
dell’entroterra, segnati da vistose criticità.
Sfasciare l’automobile,
se accidentalmente si dovesse prendere in pieno uno di questi squarci
sull’asfalto è, tutto sommato, il male minore. Non è infatti esagerato asserire
che queste buche possono diventare dei veri e propri attentati alla vita degli
automobilisti, e più precisamente di chi vi transita in moto. E’ il caso della
strada che conduce nella frazione Marina. Un percorso che si snoda subito dopo
contrada Papatolo e che quindi attraversa il centro abitato della nota località
turistica. La carreggiata è lastricata da vere e proprie lacerazioni che le
piogge battenti hanno reso sempre più larghe e profonde. Convivere con queste
criticità non è semplice per i residenti che devono percorrere ogni giorno la
strada zigzagando, come se si stesse effettuando una gimkana. Ma probabilmente
i rischi maggiori li corrono i motociclisti, in quanto perdere l’equilibrio su
due ruote è più semplice. Lo squarcio più esteso si trova sul lato sinistro
della carreggiata, l’altro sulla destra.
Chi effettua quel
percorso abitualmente ormai sa dove si trova e la manovra da fare per evitare
di finirci dentro. La cosa si fa più complicata quando ad imbattersi in una
criticità del genere è un turista, o qualcuno che non conosce queste strade
bombardate e le insidie che inaspettatamente presentano.
In questo sfacelo,
sullo sfondo di un paese che sogna di avere un suo posto al sole nell’industria
del turismo, desta tristezza la rassegnazione e l’incapacità dei cittadini a
ribellarsi a uno stato di cose disagevole. Tutto pare normale. Gli squarci sull’asfalto
sono la regola, l’acqua che sgorga marrone dai rubinetti è ormai cosa ovvia, i
disservizi che non trovano soluzione un qualcosa con cui ci si è abituati a
convivere. La gente sembra aver perso la capacità di indignarsi di fronte alle
criticità. Le vede, ci si imbatte, al limite le schiva. E tutto finisce in
un’alzata di spalle, segno di una società apatica e non più consapevole dei
propri diritti. In Marina, infatti, le proteste dei cittadini si sono spesso
scontrate con i silenzi e le porte chiuse delle istituzioni. A combattere sono
rimasti in pochi, gli altri impiegano le loro energie ad evitare di finire con
la propria automobile dentro una buca o ad approvvigionare la propria casa con
decine di casse d’acqua, assiduamente acquistata al supermercato.
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