lunedì 23 marzo 2020

Antonio Macrì (Lega), chiede a sindaco e assessori di devolvere il compenso mensile per aiutare i cittadini in difficoltà economiche a causa del coronavirus, nonchè chiarezza sulla dipendente positiva al covid-19.



Nicotera. Il coronavirus non ferma l’attività politica del consigliere di opposizione della Lega Antonio Macrì. In particolare, il giovane leghista esige chiarezza sulla recente questione della dipendente comunale risultata positiva al covid-19, una chiarezza che può arrivare solo dal primo cittadino, Pino Marasco. Ma Antonio Macrì si fa portatore di una proposta da rivolgere all’amministrazione: che lo stipendio del sindaco e degli assessori sia «devoluto a un fondo che sia destinato all'acquisto di beni di prima necessità da distribuire ai cittadini che hanno perso il lavoro (precario) che avevano e che oggi si trovano in situazioni di difficoltà economica».
Un suggerimento che si pone in linea con quanto posto in essere, in questi giorni, da molti parlamentari che hanno donato il loro compenso a una giusta causa, come tale è la lotta contro l’infenzione. I punti toccati dal giovane consigliere sono dunque estremamente attuali, e hanno inoltre la virtù di mettere alla prova l’amministrazione davanti all’eventualità di rinunciare al corrispettivo mensile. «La mia attività di consigliere dell'opposizione non è in pausa», ha precisato Macrì. Sempre in merito alla vicenda della dipendente risultata positiva, il politico leghista rivendica la sua richiesta di trasparenza al Sindaco attraverso la piazza virtuale. «Ancora non è chiaro- argomenta- se il sindaco è stato colto di sorpresa dalla notizia della positività del test per la dipendente, sta di fatto che questa chiarezza io la pretendo». Macrì stigmatizza la tendenza diffusa a gestire le cose del Comune “inter nos”: «Marasco ha tardato nel pubblicare la nota ufficiale- osserva Macrì- l'ha fatto successivamente alla mia richiesta di intervento tempestivo. Lasciando spazio a quesiti e dubbi del tutto comprensibili. Vista la risposta social, credo sia sfuggito un passaggio. Se la dipendente ha dovuto sottoporsi al tampone credo che avrebbe dovuto subito, senza aspettare il risultato, avvisare le amministrazioni che aveva frequentato nei 14 giorni precedenti. Da quel momento ognuno avrebbe dovuto mettersi in quarantena aspettando l'esito. Invece, a dire di un assessore, il Sindaco ha saputo del risultato solo domenica mattina, per cui sabato sera qualcuno dell'amministrazione è andato a distribuire mascherine casa per casa. Un'iniziativa coraggiosa e lodevole, ma in questo momento anche potenzialmente pericolosa per tutti. Anche usando ogni precauzione resta il fatto che, punto primo: in macchina i volontari erano in gruppo quando la normativa dice che se si viaggia con un familiare non bisogna mantenere le distanze, altrimenti tra "estranei" uno avanti e l'altro passeggero dietro. Punto secondo tra i volontari c'erano componenti dell'amministrazione, come detto, che appunto per il caso sospetto della dipendente avrebbero dovuto essere a casa in quel momento ad aspettare l'esito del test. Il Sindaco con nota ufficiale ha spiegato che ha la situazione sottocontrollo, ma solo dopo la mia segnalazione. E si è premurato di stigmatizzare ogni forma di speculazione politica dimenticando di fare altrettanto con gli attacchi personali, dai toni ambigui, da parte di elementi molto vicini all'amministrazione». «Detto ciò- prosegue- sono contento che il Sindaco sia un esperto in quanto operatore sanitario perché vuol dire che sa bene come muoversi in questo momento, ma gli ricordo che il mio dovere è fare domande non stare a guardare e chiedo di essere rispettato e non tacciato di strumentalizzare l’attuale momento per sviare o rimandare le risposte». «Sono felice poi che lo stesso sindaco sia risultato negativo al tampone e do la mia massima solidarietà e vicinanza alla dipendente comunale positiva, ma resta il fatto che dobbiamo attendere il risultato dei tamponi di tutti gli altri dipendenti e del resto dell'amministrazione».

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