Nicotera.
Il
gruppo volontari Nicotera della Protezione civile riesce a far parlare di sé, e
non solo per le mascherine da consegnare ai cittadini presso il municipio,
invitandoli dunque a violare il divieto governativo di uscire di casa, ma anche
per altro. E’ lo stesso sindaco a porre le basi di una “faccenda” che non può e
non deve essere ignorata. Infatti, nei giorni scorsi, in seguito a un appunto
mosso dalla scrivente al gruppo Protezione civile che, come precisato, invitava
la gente a uscire di casa per recarsi al comune per ritirare la mascherina, interveniva il primo
cittadino a difendere l’operato del gruppo di volontari, soprassedendo sul
clamoroso scivolone, definendolo una “piccola inesattezza”. Ma non è questo il
punto. Il punto è il modus operandi di questo gruppo di volontari. Un’organizzazione
che ha un suo presidente ma che si muove in stretta sinergia con il sindaco e l’amministrazione
comunale. Innanzitutto, sarebbe interessante capire cosa c’entra la Protezione
Civile con il partito politico filo fascista di Casapound. La Protezione
Civile, si legge nel relativo sito web, “è una struttura della Presidenza del
Consiglio dei Ministri” che “opera in stretto raccordo con le Regioni e le
Province autonome, si occupa di tutte le attività volte alla previsione e alla
prevenzione dei rischi, al soccorso e all’assistenza delle popolazioni colpite
da calamità, al contrasto e al superamento dell’emergenza”. Da nessuna parte c’è
scritto che qualcuno può mettervi sopra un cappello politico. Eppure qualcuno l’ha
fatto e il sindaco ne ha sfoggiato con orgoglio la prova, rendendosi di fatto
complice della politicizzazione del dipartimento governativo. Infatti, nella
foto si vede il signor Nino Cupitò, seduto sul mezzo della Prociv, insieme ad
altri due volontari, che indossano l’inconfondibile divisa. Cupitò non indossa
la divisa, ma la pettorina di Casapound, partito di cui fa parte ed è un
entusiasta sostenitore. Non si capisce bene cosa ci faccia su quel fuoristrada,
perché non è chiaro se anche lui è volontario della Prociv (e se anche lo fosse,
questo non giusitificherebbe la politicizzazione delle attività della stessa).
Ma chi è Nino Cupitò? Tanto per cominciare è lo zio della vicesindaca e assessora al
Bilancio, Valeria Caronte; non solo: è stato uno dei più agguerriti supporter nella
campagna elettorale a favore del sindaco Pino Marasco. L’eclettico Cupitò è
anche presidente dell’associazione Taranta Festival, nonché vicepresidente
della Proloco Nicotera. Ma è soprattutto uno che ruota costantemente intorno al
comune, forse ispirato dal fatto che la giovanissima nipote è vicesindaca, e
quindi, per la “proprietà transitiva”, lui avrebbe tutto il diritto di essere
il prezzemolino d’ogni minestra nelle azioni amministrative. La figura di Cupitò, ad
ogni buon conto, apre uno scenario su altri soggetti, non candidati e quindi
mai eletti, ma che svolgono, però, per il comune importanti funzioni burocratiche
e consultive, o di factotum, quasi, come dire, degli assessori in pectore.
Potremmo definirli consulenti esterni, o come altro si desidera, sta di fatto
che nel comune non esiste uno straccio di carta, un documento con quattro
parole messe in croce, che definisca, senza infingimenti, il ruolo di costoro,
anche nel rispetto della tanta decantata trasparenza. Sta di fatto che a
Nicotera “gli spazi” vengono sempre occupati dalle stesse persone, in una sorta
di tacito accordo e muto consenso tra amministratori ed occupatori abusivi.
Ogni ruolo, all’interno di un’amministrazione, dovrebbe essere chiarito,
certificato, reso pubblico, senza strizzatine d’occhio e strane complicità.
Quegli spazi, insomma, di cui parlava il procuratore Nicola Gratteri, non è
semplice occuparli, dato che sono stati commissariati dai decurioni delle leggi
non scritte, stilate da antiche e opache consuetudini, che non lasciano spazio
ad altri, e meno che mai alle persone perbene. Occupare anche la Prociv è prova
del fatto che non vi è un sano ricambio, tanto meno una ventata d’aria nuova, e
che il commissariamento degli spazi civici, ma anche culturali e politici,
prosegue con il consenso di compiacenti burocrati, emissari di un sistema
politico-mafioso il cui scopo è il controllo totale del territorio.
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