Nicotera.
A
Nicotera Marina mercoledì è morto un poeta e il paese si è vestito a lutto. Un
manto nero si è esteso sul piccolo paese in cui tutti si conoscono. Persino il
cielo, rabbuiandosi, e il mare, fattosi burrascoso, sembravano partecipare al
cordoglio collettivo. Perché quando muore una persona come Saverio Pagano è un
dramma per una comunità sofferta che ha bisogno di poeti e di artisti, esseri
superiori che sanno ancora guardare il mondo con occhi incantati, sapendo
cogliere la meraviglia e la bellezza anche nelle pieghe del paesaggio di un
paese indolente e assopito. Per questo Saverio Pagano, ex collaboratore del Quotidiano, seppur per un breve periodo, andandosene
improvvisamente, ha lasciato una tristezza frastornata e uno sconcerto per un
addio difficile da digerire. Laureato in Filosofia, poco più che cinquantenne,
Saverio lavorava attualmente presso la biblioteca del Liceo Classico di
Nicotera, dopo aver insegnato lettere per molti anni. Non era solo uno che
amava il suo paese, e lo dimostrava organizzando momenti di ritrovo per la
piccola comunità, Saverio era qualcosa di più. Era una personalità poliedrica,
all’insegna dell’arte e dell’impegno sociale. Lui era il professore, nel senso
più pieno del termine, aveva qualcosa da insegnare: quelle piccole perle di
saggezza che ti rimangono impresse. Ma era soprattutto l’insegnante di tutti
quei ragazzi che avevano problemi di rendimento scolastico, e che provenivano
dalle fasce più povere: a loro dedicava il suo tempo libero, impartendo lezioni
private, gratuitamente, cercando di reinserirli nella scuola se sceglievano la strada della
defezione, e soprattutto di fargli amare lo studio e la cultura: memorabili le
sue spiegazioni in vernacolo dei “Promessi Sposi”, lezioni uniche che
inducevano i ragazzi ad amare quello che sembrava l’astratto mondo della
letteratura.
Saverio era il
musicista: non solo dirigeva il coro del paese, radunando tutti i bambini ai
quali insegnava le tecniche basilari del canto; era il poeta e il cantautore:
componeva versi e canzoni. I suoi componimenti li dedicava al suo grande amore,
la Marina di Nicotera, per la quale sognava il tempo del riscatto e un giusto
risarcimento per i tanti colpi subiti.
Era soprattutto una
persona buona e adorabile, l’amico di tutti, cui era impossibile non
affezionarsi e volergli bene. Di lui resteranno le sue canzoni, il suo impegno
sociale, le sue chitarre adagiate dappertutto nella sua casa piena di arte,
musica e spartiti, e il ricordo di quel suo sguardo dolce, velato di una
indecifrabile malinconia, che si posava in completa solitudine nell’immensità
del suo amato mare.