Nicotera.
Probabilmente
l’amministrazione Pagano sarà ricordata come quella che più di ogni altra ha
posto in essere una serie di interventi nell’ambito dei lavori pubblici. Alcune
opere sono state ereditate dalle scorse amministrazioni, altre invece
realizzate con le risorse provenienti dagli incassi tributari. La prima
riguarda il rifacimento dello storico Quartiere Baglio. Il progetto risale al
2009, quindi all’epoca della giunta Reggio, l’importo è di 750 mila euro.
Altro progetto,
ereditato, questa volta, dalla terna commissariale, è quello in fase di
attuazione e riguarda il cosiddetto restyling della pineta della frazione
Marina. Un progetto sontuoso, dal valore di un milione di euro. Tanti i pini
tagliati per far posto ai marciapiedi di cemento, ma il risultato alla fine
sarà eccellente, parola dell’assessore ai Lavori Pubblici Federico Polito. Ma molti
interventi sono stati promossi dalla giunta Pagano, alcuni non particolarmente
amati dai cittadini, come l’inutile piattaforma di cemento presso il Lido
Medameo. Trattasi di un’opera di cui si fatica a cogliere il senso, eppure è
costata qualcosa come 28 mila euro, insieme ad un intervento in località Papatolo.
Anche nelle frazioni sono stati messi a punto dei lavori volti a riqualificare
le piazze principali dei piccoli borghi. Dovunque pile di mattoni e quintali di
cemento attendono di essere trasformati in architettura. Il desiderio di
spalmare il territorio di opere cementizie nasce da una precisa filosofia
amministrativa abbracciata dal sindaco Franco Pagano, e da egli stesso espressa
nel corso dell’ultimo consiglio comunale: «voglio essere ricordato- ha detto- come il sindaco che ha realizzato sul
territorio delle opere visibili». Una concezione lodevole, forse tipica di
certi governi improntati alla propaganda, che meriterebbe il massimo encomio se non
fosse che al notevole fiorire di opere pubbliche, quelle visibili, non vi è lo
stesso atteggiamento interventistico nei confronti delle enormi criticità che
attanagliano un territorio. Una delle prime è forse quella riguardante
l’emergenza acqua sporca in Marina. E più precisamente l’acqua che arriva nelle
case di cittadini. Contaminata dal manganese, dallo pseudomonas oltre che di
vistose tracce di fango. Tali da renderla marrone. Non si contano le proteste e
le prese di posizione dei cittadini riunitisi in comitati spontanei, lettere,
esposti e ora persino il Codacons. Alle proteste dei cittadini il comune
risponde con un inspiegabile silenzio. Stesso dislivello tra la creazione di
opere e la carenza dei servizi, in primis quelli relativi al trasporto dei
bambini a scuola: pulmini vecchi e insicuri. Anche il settore sanitario appare
vittima di una certa indifferenza. Pur nel difficile contesto storico in cui
versa la sanità calabrese, Nicotera è completamente tagliata fuori da ogni
forma di servizio. Il tema della sicurezza è un altro punto interrogativo:
infatti non si capisce perché l’amministrazione, pur avendo speso un patrimonio
di opere pubbliche, non si sia mai attivata per trovare in fondi necessari per
un impianto di video sorveglianza.
Dulcis in fundo, l’Ambiente.
Un tema troppo complesso e bistrattato che va dalle pessime condizioni del
mare, al mancato monitoraggio e pulizia dei fossi che, come un reticolo,
disegnano il territorio comunale. Trascurarli significa aggravare quella spada
di Damocle che è il dissesto idrogeologico che minaccia il territorio. Può
essere che mattoni e cemento, in una realtà complessa come quella nicoterese,
debbano avere sempre la priorità ?
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