martedì 27 settembre 2016

Arena di Giletti. Nicotera offre un'immagine squallida di se stessa.



Nicotera. Forse è la prima volta nella sua storia che la cittadina costiera è sotto la costante attenzione dei media. Giornalisti e cameraman si aggirano per le viuzze del centro storico, alla ricerca di una testimonianza, di un parere, di una battuta da parte dei frastornati abitanti di un paese vissuto sempre nel più completo anonimato e che ora si trova catapultato al centro di un’attenzione mediatica senza precedenti. Si bussa all’ufficio del sindaco Franco Pagano, si cerca di carpire qualche frase in più rispetto a quelle, ormai arcinote, che il primo cittadino ha finora proferito. In pochi hanno voglia di parlare con i giornalisti. A farlo sono esclusivamente quei cittadini che si dicono perplessi da tutta l’attenzione delle tv, in quanto sfugge alla loro comprensione la bufera giudiziaria, prima ancora che mediatica, abbattutasi sull’intera vicenda e sulla città. Dopo i telegiornali e i vari talk show, il “caso Nicotera” è approdato anche nella seguitissima trasmissione di Massimo Giletti, “L’arena”, programma in cui si discute di fatti di cocente attualità. In collegamento da Nicotera si trovava, in mezzo alla famosa “piazza elicottero”, la giornalista Ilenia Petracalvina. Alle sue spalle la “rosa dei venti” dove il velivolo guidato da Giovanni Contieri, è atterrato. Ma a rappresentare Nicotera ad un certo punto qualcuno si è fatto avanti. A prendere il microfono una signora che si è fatta portatrice della tesi imperante che è stata generosamente offerta alle telecamere dagli intervistati, e cioè, “che si sta facendo tanto rumore per nulla”, che in fondo si tratta di “due sposini che hanno voluto coronare il loro sogno d’amore”. Una tesi bizzarra e miope, proposta con sicumera e viva costernazione nel rifiuto di contemplare il senso delle leggi che regola il vivere civile. Una tesi fermamente contestata nello studio televisivo.  E così la signora, suo malgrado carente di grammatica istituzionale, ha ribadito un concetto trito e ritrito che molti intervistati avevano già consegnato alla nazione attraverso l’occhio spietato delle telecamere. La persona in questione si è fatta dunque portavoce del paese, diventando in quell’istante, agli occhi di milioni di persone, la Nicotera che non vede nell’atterraggio di un elicottero nel centro storico una trasgressione della legge. In una manciata di secondi, la città è stata codificata come tollerante, connivente, incapace di indignarsi contro chi calpesta le regole. Non sapremo mai se esiste una Nicotera che si dissocia da quanto operato dagli intrepidi sposini, che condanna eventuali manchevolezze di sindaco e dirigenti comunali per quanto accaduto, che semplicemente si schiera contro. Non lo sapremo mai perché questa Nicotera non era in piazza a manifestare il suo dissenso. Nessuno si è fatto avanti per dire che la città è ben altro, che è cultura, impegno sociale e civile, che è lotta per i diritti fondamentali dei cittadini, che è legalità. La paura ha chiuso le bocche, l’omertà ha azzerato secoli di cultura, il silenzio ha gettato il paese in uno stato di prostrazione, ha deturpato la sua immagine, l’ha consegnato all’ambasciatrice, allo stato dei fatti, più rappresentativa. Eppure ci sono dei dati che devono far riflettere: la città conta un elevato numero di associazioni e di esponenti politici. Questi ultimi li troviamo spesso e volentieri sui giornali, a disquisire nelle loro note, dei più disparati temi. Alla luce della tempesta mediatica di questi giorni è chiaro che, nel terreno minato che è il paese, stanno bene attenti a dove mettere i piedi. Lo stesso dicasi della Nicotera dell’associazionismo. Anch’essa sparita. Tutti introvabili. Proprio ora, proprio adesso che l’immagine della città andrebbe tutelata. La domanda vera da porsi è se esiste, quindi, una Nicotera sana. Se essa può essere rappresentata dignitosamente. Se c’è qualcuno capace di mostrare che essa è anche cultura della legalità, che si oppone alla rappresentazione folkloristica di una cittadina dipinta come una Corleone negli anni in cui il rumore del piombo risuonava costantemente nelle strade.

sabato 24 settembre 2016

Risultati Sorical. Il parere dell'ingegnere Antonio D'Agostino.



Nicotera. Nei giorni scorsi la Sorical ha divulgato gli esiti degli esami dell’acqua in uscita dall’acquedotto Medma. Le analisi sono state effettuate in seguito ai lavori effettuati nell’impianto che hanno visto l’inserimento di un sistema di filtraggio del ferro e del manganese. Abbiamo chiesto all’ingegnere Antonio D’Agostino, tecnico delegato del Movimento 14 luglio, il suo parere in merito.
-Ingegnere, pare che il livello di manganese presente nell’acqua sia più che accettabile. Tutto a posto quindi?
«E’ necessario in premessa ricordare che i lavori di potabilizzazione all’impianto Medma sono stati eseguiti con colpevole ritardo dalla Sorical, dopo quasi due anni dall’ordinanza di divieto d’uso umano dell’acqua da parte del sindaco di Nicotera e dopo le note manifestazioni di protesta della popolazione nicoterese a causa degli enormi disagi che ha sofferto insieme ai gravi pericoli per la propria salute. Dopodiché debbo fare anche presente che la conformità dei parametri al d.lgs. 31/2001 non riguarda soltanto il manganese e il ferro, ma molti altri parametri sia chimico-fisici (38) che batteriologici (2) che rappresentino un pericolo, anche solo potenziale, per la salute umana. Vi sono poi altri 9  parametri di potenziali contaminanti (tra cui il Pseudomonas aeruginosa, riscontrato mesi fa) la cui ricerca può essere disposta dall’autorità sanitaria. Come si vede si tratta di una quantità rilevante di possibili inquinanti che, nella gran parte, non sono oggetto delle analisi, di routine e di verifica (con la frequenza e lo spettro previsto dalla normativa citata), né da parte dell’Arpacal né della Sorical. Ricordo, a solo titolo di esempio, che nel luglio 2015, a seguito di un allarme lanciato dal direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Asp di Vibo Valentia, è stato chiesto all’Asp di fornire i dati sulla radioattività. Ebbene, la risposta fu che il laboratori Arpacal competenti non erano dotati della strumentazione necessaria per effettuare tale ricerca. Sarebbe interessante conoscere se, da allora ad oggi, è cambiato qualcosa…».
-E’ la stessa Sorical a sottolineare che nell’acqua che giunge nella frazione Marina si sono riscontrati alti livelli di cloruri che sarebbero imputabili a un pozzo comunale. Nuovi problemi all’orizzonte?
«Direi piuttosto vecchi problemi anche se la situazione appare in via di miglioramento. Le alte concentrazioni di cloruro e di sodio erano state già rilevate in altre analisi del recente passato. Né vale dire, come afferma il direttore tecnico della Sorical, Sergio De Marco, che tali elementi si trovano nell’acqua immessa nel serbatoio di Nicotera Marina che proviene da un pozzo comunale. Infatti, da notizie assunte personalmente presso gli uffici comunali, detto pozzo  non sarebbe attualmente attivo. Ancora, la Sorical, citando l’art. 14 del d.lgs. 31/2001, rileva che tali sostanze, compreso il manganese, rientrano tra i parametri “indicatori”. Ciò però non significa che non possano costituire pericolo per la salute umana su cui è competente l’Asp e non certo la Sorical. E se l’Asp ha ritenuto di prescrivere al sindaco di Nicotera di intervenire entro 24 ore per ripristinare i valori di legge, qualche pericolo vuol dire che lo ha ravvisato. In ogni caso non ci stancheremo mai di ricordare che l’art. 4 del decreto citato parla chiaro: “le acque destinate al consumo umano debbono essere salubri e pulite”». 
-Il Movimento 14 luglio di cui lei è tecnico delegato ha spesso ribadito che è opportuno che il comune di Nicotera di sganci dalla Sorical. Può motivare il perché di questa decisione?
«Da una recente delibera abbiamo appreso che l’importo annuo da corrispondere alla Sorical da parte del nostro comune è di oltre 250.000 euro all’anno per i circa 20-25 litri al secondo erogati, molti dei quali non fatturati (per perdite e sottrazioni abusive). A conti fatti, per i 6.500 abitanti del nostro comune, ne basterebbero molti di meno. Inoltre, attingendo a pozzi comunali (realizzabili con i 201.000 euro conquistati dal movimento nicoterese al tavolo tecnico regionale), da trivellare in prossimità dei vari serbatoi a servizio del capoluogo e delle frazioni, si potrebbero conseguire sensibili economie (che potrebbero servire per ammodernare la rete idrica) e nel contempo assicurare una migliore qualità dell’acqua che giunge nelle nostre case. In più, con “l’acqua del sindaco” verrebbe rispettata la volontà espressa da 27 milioni di italiani col referendum che ha sancito la volontà che questo bene comune vitale  debba essere pubblico e non fonte di business. Molti comuni calabresi stanno seguendo questa strada. Questa richiesta sarà oggetto di una prossima assemblea dei cittadini e delle cittadine nicoteresi che decideranno se e con quali modalità portarla all’attenzione degli attuali amministratori».  
-Una recente delibera comunale ha stabilito che il Comune accetta di transigere il debito pregresso con la Sorical che ha ceduto il credito accumulato dall’ente (negli anni 2009-2013) ad una società di riscossione inglese. Cosa pensa di questa transazione? Quali vantaggi ne può trarre l’ente e quali i cittadini ?
«Con la transazione il comune andrà a pagare circa la metà dei circa 1,5 milioni richiesti, il ché rappresenta una notevole economia per l’ente. Aggiungiamo però che, per equità e giustizia, a ciò dovrebbe corrispondere una correlativa e proporzionale restituzione ai cittadini nicoteresi che, in questi anni, hanno pagato canoni iniqui sia per la qualità dell’acqua sia per le tariffe illegali a lungo praticate dalla Sorical. Anche questo argomento sarà oggetto di una prossima discussione pubblica».
                                                         

Terremoto nel Vibonese/2. Edifici scolastici non a norma.



Oggi tutte le scuole del Vibonese resteranno chiuse. Lo hanno deciso le ordinanze sindacali dopo la scossa di terremoto che ieri mattina, alle 9.24, ha gettato nel panico gli abitanti fino ad un raggio di trenta kilometri dall’epicentro del sisma, individuato dai sismografi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Roma, a due kilometri dal comune di Francica.  Il movimento tellurico ha avuto una magnitudo pari a 3.2 gradi della scala Richter. Fenomeni che nel sottosuolo calabrese sono molto comuni, ma ieri mattina la scossa è stata distintamente percepita dalla popolazione, in quanto poco profonda: solo sei kilometri dalla superficie terrestre. La scelta della chiusura delle scuole è stata decisa dai sindaci in via precauzionale. Il terremoto è, per i paesi calabresi, collocati in una delle aree più sismiche d’Europa, un subdolo nemico con cui fare i conti. La Calabria si trova tra la placca tettonica europea e quella africana, e nel corso dei secoli ha conosciuto molti, devastanti, terremoti. Ieri mattina, un nuovo incontro ravvicinato con il più temibile dei fenomeni naturali. Gli alunni hanno dichiarato di aver sentito un boato, di aver visto vibrare porte e finestre, mentre le sedie su cui erano seduti hanno cominciato a muoversi. Nonostante il panico, i ragazzi, coordinati dagli insegnanti, hanno immediatamente guadagnato la via d’uscita. In un attimo le zone antistanti le scuole sono state invase dagli studenti, dai più piccoli delle scuole materne, ai più grandi, delle superiori. A Vibo i ragazzi si sono ritrovati tutti in piazza Municipio, già notoriamente e incautamente invasa dalle automobili in sosta. Il caos è diventato ingestibile, nei vari paesi interessati alla scossa, quando i genitori, in preda all’ansia, si sono precipitati a scuola a prelevare i propri figli. Un’apprensione più che motivata quella dei genitori ben sapendo le grandi incognite che gravano sulla questione edilizia scolastica. Molte scuole risentono di grandi deficit strutturali e, più specificamente, spesso non sono conformi alle norme antisismiche. La provincia vibonese detiene, in tal senso, il triste record delle strutture che necessitano cure massicce. Di tanto in tanto i dirigenti scolastici lanciano allarmi ai Comuni e alla Provincia, i due enti deputati ad effettuare interventi in tal senso. Richieste che cadono nel vuoto, o che si scontrano con la solita motivazione delle casse vuote che non permettono di mettere mani a questo genere di lavori. Molto spesso sono gli stessi comuni che “dimenticano” di presentare apposite domande per usufruire dei fondi governativi per ristrutturare le scuole. E’ il caso, ad esempio, del Comune di Nicotera, che ha perso lauti finanziamenti per interventi strutturali non avendo presentato in tempo l’apposita richiesta. Il problema vero è che la questione terremoto non è finora stata affrontata in tutta la sua gravità e completezza. A nessun livello amministrativo. Ieri il presidente della Provincia Andrea Niglia ha fatto sapere che l’amministrazione provinciale «è impegnata costantemente sul fronte della sicurezza degli alunni». «Stiamo facendo il possibile- ha precisato- per mettere in sicurezza tutti gli edifici scolastici delle scuole superiori ma mancano i soldi necessari». Servirebbero, da una sommaria ricognizione delle criticità estese su tutte la provincia, un milione e mezzo di euro per ogni struttura. In totale, una cifra enorme. Senza contare quella delle scuole elementari e medie.  

Terremoto nel vibonese. Scuole evacuate.



La terra ha tremato esattamente alle 9.24. Il sisma ha avuto epicentro in provincia di Vibo Valentia, esattamente a due chilometri dal comune di Francica. L’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha rilevato una magnitudo di 3.2 gradi della scala Richter  a una profondità di sei kilometri. Ad avvertire chiaramente il sisma tutti i comuni fino a un raggio di venti kilometri dall’epicentro. Poichè ha avuto luogo a pochissimi kilometri dalla superficie terrestre, solo sei kilometri di profondità, è stato chiaramente avvertito in moltissimi punti dell’area provinciale. Alle 13.09 i sismografi hanno registrata un’altra scossa. Sempre nello stesso “distretto sismico”, a 8 kilometri di profondità, di una intensità pari a 1.4 gradi. Ma ad essere chiaramente avvertita è stata quella delle 9.24. A quell’ora gli uffici e le scuole erano nel pieno delle loro attività. Proprio per quest’ultime è scattato l’immediata evacuazione degli studenti. Dalle scuole materne fino agli istituti superiori, gli edifici sono stati abbandonati dagli alunni che, a scopo precauzionale, sono stati condotti in strada dagli insegnanti. San Costantino Calabro, Ionadi, Mileto, Vibo Valentia, Stefanaconi, Filandari, Sant'Onofrio, Cessaniti, Rombiolo, Dasà, San Calogero, Nicotera, Serra San Bruno, Tropea: questi i comuni interessati all’immediata evacuazione collettiva. In un attimo è stato il caos. Centinaia di ragazzi si sono riversati in strada. I genitori si sono precipitati a scuola per recuperare i propri figli, in preda all’apprensione. Il traffico per un attimo è andato in tilt. Poi via via la situazione si è andata normalizzando. Intanto tutti i sindaci dei comuni interessati hanno emesso l’ordinanza di chiusura delle scuole per la giornata di oggi. Gli alunni hanno raccontato di aver sentito chiaramente le porte e le finestre vibrare fortemente. Un boato ha accompagnato il sisma, mentre, nei piani più alti, gli allievi hanno sentito tremare le sedie. Nonostante i momenti di panico, ragazzi e insegnanti hanno mantenuto la calma guadagnando con compostezza la via d’uscita. La scossa tellurica verificatasi ieri ha, com’era prevedibile, riaperto il dibattito sulla sempiterna questione della sicurezza degli edifici scolastici e della loro conformità alle norme antisismiche. Un tema, questo, che non smetterà mai di essere attuale vista l’estrema sismicità del territorio calabrese, da sempre interessato a terremoti devastanti che hanno cambiato l’aspetto territoriale della regione. Si pensi, ad esempio, al devastante terremoto del 1783 che causò il cambiamento dei corsi dei fiumi e dei torrenti: la valle del Mesima si abbassò, si crearono molte paludi, e il monte Sant’Elia si spezzò in due. I morti furono circa 50 mila, secondo una stima approssimativa. La Calabria registra, in media, un terremoto al secolo e, dicono gli esperti, la regione si trova nella fase “di ritorno”, cioè, sono altissime le possibilità che possa avere luogo un nuovo devastante terremoto. La penisola calabrese si trova in mezzo alla placca tettonica europea a quella africana. Una posizione critica che non promette una vita semplice a una regione già gravata da mille altre difficoltà. A fronte di questi dati scientifici è doveroso domandarsi quanto gli edifici siano a norma, se, nella loro costruzione, siano state rispettate le norme antisismiche o se invece siano stati costruiti all’acqua di rose. Altro punto, affatto trascurabile, attiene alla macchina dei soccorsi. Come e quanto la Protezione Civile calabrese è capace di portare aiuti ad eventuali popolazioni colpite. Di quanti uomini e mezzi è fornita in questo senso? Gli ospedali sono attrezzati per fornire cure a un gran numero di persone contemporaneamente? I collegamenti stradali possono garantire la macchina dei soccorsi? Domande cruciali, che qualcuno deve cominciare a porsi.

Matrimonio show. Come ha reagito la città.



Nicotera. Com’era prevedibile il matrimonio dell’anno con tanto di “aereosposi” ha varcato i confini regionali e sta dominando in queste ore le cronache nazionali. Per tutta la giornata di ieri Nicotera ha visto un via vai di giornalisti e cameraman. Tante le interviste al sindaco Franco Pagano, il quale ha espresso ferma condanna nei confronti dell’iniziativa degli sposini, definendola “abusiva”. Diventa invece più complicato fare breccia nella coscienza collettiva dei nicoteresi. Infrangere il muro di silenzio che è calato su questa storia da parte degli abitanti della cittadina costiera appare ardua impresa. Anzi, ad onor del vero qualcuno che parla con i giornalisti e che esprime liberamente il proprio pensiero c’è. Le voci che si levano si dividono essenzialmente in due filoni. Quello più corposo appartiene a coloro i quali si schierano apertamente a difesa della rocambolesca avventura nuziale. E sono in tanti. Dentro e fuori i social network prendono la parola per farsi avvocati difensori di una giovane coppia che non avrebbe fatto nulla di male. Poi ci sono quelli che, nella miglior tradizione delle storie in odor di mafia, non sanno nulla, non hanno visto e né sentito nulla. Non hanno niente da dire e si stringono nelle spalle, tra la rassegnazione e il fatalismo, perchè sei nato qui e devi accettare la realtà che ti circonda. Le grandi assenti sono le opinioni di chi intravede in quanto accaduto un fatto grave, lesivo della dignità di un’intera comunità. Manca all’appello la posizione di chi si sente offeso per l’abusivo atterraggio del velivolo, di chi non tollera l’appropriazione arrogante di un bene collettivo, di chi addita l’iniziativa come assai discutibile, che ha messo a repentaglio la pubblica sicurezza. L’assenza della voce di chi dissente, di chi si indigna è un’assenza ingombrante, che si fa spia di un clima di silenzio. La paura si è travestita di finta indifferenza. Perché non è facile ammettere di aver paura di parlare, di dissentire, di contrastare le moltissime difese d’ufficio fioccate nei confronti dell’impavido atterraggio degli sposi a bordo dell’elicottero nuziale, nel cuore del paese. La gente preferisce tacere. Farsi gli affari propri è l’unico modo per vivere tranquilli e non avere grane, allontanare le preoccupazioni, non temere qualsivoglia  forma ritorsiva, non esporsi, rimanere nella sicurezza dell’ignavia. A Nicotera tacciono tutti, tranne che gli amici degli sposi. Le tante associazioni cittadine si sono chiuse anch’esse nel loro silenzio, sembra quasi non si siano accorte di nulla. Lo stesso dicasi di alcuni politici locali, generalmente in prima linea in altre circostanze dal sapore innocuamente paesano. Ma sul fatto che ha portato Nicotera in cima alle cronache nazionali, un evento in cui l’ombra della mafia si allunga sempre di più, la politica cittadina tace. In questo clima di omertà- parola obsoleta che riesce sempre a vestirsi di attualità- un certo tipo di intraprendenza, alcuni atti di arroganza e certi sponsor abbaglianti e hollywoodiani hanno vita facile.