mercoledì 7 settembre 2016

La riqualificazione del waterfront (nuova strada della pineta) già mostra segni di degrado.



Nicotera. La riqualificazione del waterfront della pineta già comincia a dare segni di cedimento. L’opera, costata 594 mila euro, e consegnata lo scorso inverno, è stata più volte annunciata dall’amministrazione comunale. Era un progetto del 2010, risalente, cioè, ai tempi della seconda terna commissariale. La giunta Pagano si è attivata per incassare i fondi stanziati e cominciare i lavori. Tuttavia, qualcosa non è andata per il verso giusto se già, la tanto declamata riqualificazione, mostra chiari i segni di degrado. L’asfalto, come mostrano le foto allegate all’articolo, è segnato da tanti piccoli squarci. L’illuminazione è difettosa. Anzi, l’area di notte è scarsamente illuminata, in alcuni punti addirittura la buio. Tant’è vero che non appare una zona sicura nemmeno per fare un giro in macchina. I cassonetti dell’immondizia sono quasi sempre straripanti di rifiuti su cui banchettano fameliche mosche, mentre l’odore, complice le alte temperatura, si fa insopportabile. Quello che dunque doveva essere il fiore all’occhiello della giunta Pagano appare, dopo nemmeno un anno dalla posa della prima pietra, già sulla via dello sfacelo. Uno spettacolo degradante che non può far certo bene a una cittadina animata da velleità turistiche. La cosiddetta riqualificazione, tra l’altro, non è stata accolta bene dal comitato civico marinoto, da sempre in prima fila per la salvaguardia della frazione. Gli attivisti temevano che il serpentone cementizio che si andava a frapporre tra la spiaggia e la suggestiva fascia pinetata potesse essere impattante in termini ambientali, che avrebbe potuto aggredire la bellezza naturalistica dell’area. Non avevano tutti i torti. Le fosche previsioni del civico sodalizio si sono purtroppo avverate. Il risultato è che molti pini sono stati tagliati per permettere al lungo tappeto color antracite di posarsi su una zona incantevole. Tra il mare e i pini scorre così un fiume di cemento e asfalto che oggettivamente mal si addice a un’area caratterizzata da un fascino unico che avrebbe dovuto essere semmai interessata da ingegneria naturalistica. C’è inoltre da sottolineare che la gestione dell’appalto dell’opera è approdata alla Procura di Vibo in seguito a un esposto presentato da un imprenditore. Vi sarebbero delle gravi irregolarità. Intanto sulla riqualificazione del waterfront i cittadini hanno già formulato il loro giudizio. Un giudizio negativo per un opera che appare una spalmata di asfalto sulle gravi criticità dell’impianto fognario che vi si trova al di sotto. Basta una giornata di pioggia  a far saltare come tappi i tombini da cui si riversa un fiume di fogna.
Lo smodato uso del cemento è, oggettivamente, ciò che ha maggiormente caratterizzato un’amministrazione in attesa di conoscere il suo destino. Entro pochi giorni infatti il Viminale dovrebbe sciogliere la riserva e la città saprà se per la terza volta consecutiva sarà gestita dai commissari antimafia.


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