Nicotera.
Com’era
prevedibile il matrimonio dell’anno con tanto di “aereosposi” ha varcato i
confini regionali e sta dominando in queste ore le cronache nazionali. Per
tutta la giornata di ieri Nicotera ha visto un via vai di giornalisti e
cameraman. Tante le interviste al sindaco Franco Pagano, il quale ha espresso
ferma condanna nei confronti dell’iniziativa degli sposini, definendola “abusiva”.
Diventa invece più complicato fare breccia nella coscienza collettiva dei
nicoteresi. Infrangere il muro di silenzio che è calato su questa storia da
parte degli abitanti della cittadina costiera appare ardua impresa. Anzi, ad
onor del vero qualcuno che parla con i giornalisti e che esprime liberamente il
proprio pensiero c’è. Le voci che si levano si dividono essenzialmente in due
filoni. Quello più corposo appartiene a coloro i quali si schierano apertamente
a difesa della rocambolesca avventura nuziale. E sono in tanti. Dentro e fuori
i social network prendono la parola per farsi avvocati difensori di una giovane
coppia che non avrebbe fatto nulla di male. Poi ci sono quelli che, nella
miglior tradizione delle storie in odor di mafia, non sanno nulla, non hanno visto
e né sentito nulla. Non hanno niente da dire e si stringono nelle spalle, tra
la rassegnazione e il fatalismo, perchè sei nato qui e devi accettare la realtà
che ti circonda. Le grandi assenti sono le opinioni di chi intravede in quanto
accaduto un fatto grave, lesivo della dignità di un’intera comunità. Manca
all’appello la posizione di chi si sente offeso per l’abusivo atterraggio del
velivolo, di chi non tollera l’appropriazione arrogante di un bene collettivo, di
chi addita l’iniziativa come assai discutibile, che ha messo a repentaglio la
pubblica sicurezza. L’assenza della voce di chi dissente, di chi si indigna è
un’assenza ingombrante, che si fa spia di un clima di silenzio. La paura si è
travestita di finta indifferenza. Perché non è facile ammettere di aver paura
di parlare, di dissentire, di contrastare le moltissime difese d’ufficio fioccate
nei confronti dell’impavido atterraggio degli sposi a bordo dell’elicottero
nuziale, nel cuore del paese. La gente preferisce tacere. Farsi gli affari
propri è l’unico modo per vivere tranquilli e non avere grane, allontanare le
preoccupazioni, non temere qualsivoglia
forma ritorsiva, non esporsi, rimanere nella sicurezza dell’ignavia. A
Nicotera tacciono tutti, tranne che gli amici degli sposi. Le tante
associazioni cittadine si sono chiuse anch’esse nel loro silenzio, sembra quasi
non si siano accorte di nulla. Lo stesso dicasi di alcuni politici locali,
generalmente in prima linea in altre circostanze dal sapore innocuamente
paesano. Ma sul fatto che ha portato Nicotera in cima alle cronache nazionali,
un evento in cui l’ombra della mafia si allunga sempre di più, la politica
cittadina tace. In questo clima di omertà- parola obsoleta che riesce sempre a
vestirsi di attualità- un certo tipo di intraprendenza, alcuni atti di
arroganza e certi sponsor abbaglianti e hollywoodiani hanno vita facile.
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