Nicotera.
La
profanazione della tomba di famiglia dell’ex sindaco di Nicotera, Salvatore
Reggio, ha suscitato grande raccapriccio in paese. La distruzione delle lapidi
e dell’altare in marmo, i muri imbrattati di messaggi che non lasciano spazio a
dubbi sulla loro natura minatoria, ha colpito un’intera comunità. L’evento ha
suscitato forte impressione perché il cimitero è considerato luogo inviolabile
della memoria e degli affetti che non ci sono più. La morte segna quel confine
di fronte al quale l’odio, la vendetta e il rancore devono essere deposti,
perché essa tutto annulla. “Parce sepulto”, è l’invocazione che lo spirito di
Polidoro eleva al poeta Enea: “perdona i morti”; e, in senso lato, “lascia
stare chi è sepolto”. Nella cultura latina il riguardo per i defunti è
radicato, ma a Nicotera, la notte tra il 14 e il 15 febbraio, anche il rispetto
per i morti è stato violato. Nel biasimo collettivo qualcuno propone una
fiaccolata di solidarietà alla famiglia Reggio. Si contano a decine i messaggi
su Facebok di vicinanza e censura del vile atto. Tra lo sdegno generale si
fanno strada le timide note di Magorno e Insardà, cui si aggiunge quella del segretario
provinciale del Psi, Gian Maria Lebrino. Si perché, il figlio dell’ex sindaco
di Nicotera, a quanto pare il vero destinataio dell'atto intimidatorio, è anche segretario della sezione cittadina del Partito Democratico.
Ma ora, al netto
dell’indignazione generale e di ogni parola di condanna spesa per stigmatizzare
quanto accaduto, rimane la necessità di comprendere il perché di un fatto così
deplorevole. Le indagini sono affidate ai Carabinieri di Nicotera, guidati dal
Comandante Vittorio Iacobino. A loro un compito arduo: capire chi e perché ce
l’ha a morte con Manuel Reggio. Nel luglio scorso, la sua automobile è stata
incendiata da un personaggio non ancora identificato. Ora, arriva un messaggio
di morte, scandito dal macabro simbolismo del suo nome su una lapide. Di Manuel
si sa che è un ragazzo impegnato in politica. Lavora alla Regione, si occupa di
fondi stanziati dalla comunità europea: il suo ruolo prevede il controllo e la
vigilanza sui finanziamenti già erogati e affidati alle comunità montane.
Ricopre un altro ruolo all’ufficio per l’impiego di Gioia Tauro. Un ragazzo
impegnato, tra lavoro e politica. Più complesse le sue
vicende familiari. Figlio, come dicevamo, dell’ex sindaco di Nicotera,
Salvatore, che nell’agosto del 2010, ha visto sciolto l’esecutivo che guidava
per infiltrazioni mafiose.
La
relazione del Prefetto poneva alla base dello scioglimento la circostanza che “nelle
consultazioni dell'aprile 2008 si sia presentata un'unica lista che annoverava
tra i sottoscrittori anche i figli di un fratello del sindaco da lungo tempo
latitante perche' condannato all'ergastolo per omicidio ed altri reati, nonche'
molti cittadini con precedenti penali e frequentazioni con affiliati alle
locali organizzazioni criminali”. Come sintomatiche di “un pesante
condizionamento nei confronti degli altri candidati sono citate le vicende che
hanno condotto alla decisione, maturata appena il giorno prima della scadenza
del termine, di non presentare le due liste antagoniste”. Si sottolineano inoltre le frequentazioni
del sindaco con “esponenti di spicco ed affiliati della dominante consorteria
criminale, nonché i rapporti con un ex sindaco di Nicotera eletto consigliere
provinciale di Vibo Valentia”. Secondo la relazione della commissione
d'indagine, risulta che Salvatore Reggio aveva sostenuto “la candidatura di
tale personaggio alle elezioni provinciali, essendone ricambiato con analogo
sostegno”. Il suddetto ex consigliere provinciale risultava “legato a soggetti
appartenenti alla medesima cosca, dai quali avrebbe ricevuto cospicue somme di
danaro e la concessione di un esercizio commerciale all'interno di un villaggio
turistico di Nicotera”. Queste le vicende che hanno interessato il padre del
ragazzo. Adesso si attende di capire il significato dell’atto minatorio ai
danni di Manuel: c’è un legame con il passato o più verosimilmente con il
presente, magari con il lavoro delicato svolto dal ragazzo, o con altre
dinamiche ancora sconosciute? Agli inquirenti l’ardua sentenza.
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