Nicotera. In una nota stampa il Dipartimento provinciale di Vibo
Valentia dell’Arpacal, diretto da Angela Diano, risponde all’U.Di.Con.,
associazione dei consumatori, che aveva chiesto lumi all’Agenzia regionale per
la protezione dell’ambiente in merito a una notizia apparsa sulla stampa locale
secondo la quale nei campioni di acqua prelevati dall’Asp a Nicotera Marina, il
10 gennaio scorso, era stato individuato il batterio pseudomonas aeruginosa.
L’Arpacal conferma: il temibile batterio è presente in
due punti in cui sono stati fatti dei prelievi: Campo Pozzi Medma uscita vasche e Villa Comunale
«La normativa di riferimento (D.lgs. 33/01) che
disciplina le acque destinate al consumo umano – ha spiegato Angela Diano - non
prevede la ricerca di “Pseudomonas
aeruginosa” nell’acqua in distribuzione, ma eventuali altri parametri di
controllo possono essere richiesti dall'autorità competente a tutela della
salute.
Il Decreto 31/01, infatti, prevede che la vigilanza ed
il controllo delle acque destinate al consumo umano siano effettuata dall'ASP
quale autorità sanitaria cui compete la richiesta dei parametri analitici, la
valutazione dei risultati, la sorveglianza sui soggetti coinvolti nel controllo
(gestore e sindaco) nonché l'adozione degli eventuali provvedimenti cautelativi
a tutela della salute pubblica, tenuto conto dell'entità del superamento del
valore di parametro pertinente e dei potenziali rischi per la salute umana
nonché dei rischi che potrebbero derivare da un'interruzione
dell'approvvigionamento da una limitazione di uso delle acquee rogate, come
indica l’articolo 10 del succitato Decreto». La risposta che l’Agenzia per
l’ambiente fornisce all’U.Di.Con è corredata dai rapporti di prova
tempestivamente trasmessi all’Asp.
La Diano tiene inoltre a precisare che l’Arpacal effettua esclusivamente «le analisi richieste
quale supporto tecnico-analitico all’Azienda Sanitaria Provinciale».
Dunque, l’acqua prelevata nei suddetti punti a Nicotera
Marina individuava lo pseudomonas. Il batterio è una vecchia conoscenza della
frazione, in quanto la sua presenza fu scovata nell’acqua che arriva nelle case
dei cittadini nel maggio del 2015, quando già era in vigore l’ordinanza di non
potabilità. E ad individuarla non fu, in quell’occasione, l’Arpacal, bensì un
laboratorio certificato da Accredia, che svolgeva gli esami per conto del
Comune di Nicotera. Prima di allora, l’Arpacal non ha mai parlato di
pseudomonas, ma solo della presenza del manganese. Intanto ai primi di febbraio
sono state rese note le analisi svolte in autotutela dal comune da Ecocontrol,
in tali esami l’acqua, anche in Marina, risultava nei parametri. Resta da
capire perché manchi una sinergia tra i vari addetti ai lavori. Perché non si
abbiano esami concordanti, e soprattutto perché non si cerchi di considerare la
presenza, o meno, di vari possibili agenti batteriologici che rendono l’acqua
dannosa per la salute umana. La normativa di riferimento “non lo prevede”, si
smarca la Diano, citando il decreto 31/01, attenendosi alla minuzia del codice,
e sostenendo che l’Arpacal è solo un supporto tecnico-analitico dell’Asp.
Leggi, decreti, netta divisione di prerogative e competenze, ripudio e rimpallo
di responsabilità che schiacciano quasi con cinismo il diritto dei cittadini
alla salute e di avere l’acqua potabile.
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