Nicotera.
Devastata e riempita di messaggi minatori la
cappella di famiglia dell’ex sindaco Salvatore Reggio. I “messaggi” indirizzati
al figlio, Manuel Reggio, attuale segretario cittadino del Pd. Quando
ieri mattina C.D., il custode del cimitero, ha aperto il cancello del
camposanto, di sicuro non immaginava che di lì a poco si sarebbe trovato
davanti a una scena deplorevole. Infatti, nel consueto giro di perlustrazione
ha notato che sulla parete di una cappella c’era una grossa scritta,
presumibilmente realizzata con una bomboletta spray. Il messaggio non lasciava
a dubbi sulla sua natura minatoria: “…Il tuo sangue non invecchierà…”. In cima
alla frase c’era anche un cognome, preciso riferimento ai beneficiari
dell’agghiacciante minaccia, Reggio. Infatti, si tratta proprio della cappella
della famiglia dell’ex sindaco di Nicotera, Salvatore Reggio, che ha guidato il
comune dal 2008 al 2010, anno in cui la giunta da egli guidata fu sciolta per
infiltrazioni mafiose. Ma non era finita lì. Infatti, interessata allo sfregio
non era solo la parete esterna dell’edificio funerario. Anche l’interno si
presentava devastato e imbrattato. Ignoti malviventi hanno forzato l’apertura e
distrutto le lapidi in marmo che coprivano le tombe. Stesso trattamento è
toccato all’altare. Su un loculo c’era scritto il preciso il destinatario della
famiglia: Manuel Reggio, il 34enne figlio dell’ex sindaco, nonché segretario
cittadino del Partito democratico. Di fronte a quell’ignobile atto sacrilego il
custode ha allertato i Carabinieri della stazione di Nicotera. I militari
dell’Arma, guidati dal Comandante Vittorio Iacopino, portatisi prontamente sul
posto, hanno cominciato a fare i primi rilievi e a cercare di ricostruire le
dinamiche dei fatti. Pare che i malviventi si siano introdotti nel cimitero,
presumibilmente nel cuore della notte, da uno dei muri di cinta che proteggono
il luogo sacro. Per aprire il cancelletto dell’edicola funeraria si sarebbero
serviti di mazze e bastoni, gli stessi strumenti usati per distruggere quanto
vi era all’interno. La cosa ha lasciato sconvolti i tanti visitatori che si
recavano a fare visita ai defunti, ma lo sconforto maggiore, è da presumere, è
quello che hanno provato i familiari del ragazzo. Manuel Reggio già la notte
tra l’11 e il 12 luglio dello scorso anno aveva subìto un atto intimidatorio:
la sua Wolkswagen Polo era stata
data alle fiamme, sotto casa, in via Barriera, dalla solita mano ignota. Anche
in quell’occasione i malviventi avevano lasciato un messaggio, dai contenuti
minatori, impresso su un foglio, accuratamente lasciato davanti al portone di
casa. Il biglietto, scritto in dialetto, pare contenesse anche delle frasi
ingiuriose rivolte alla fidanzata di Manuel. Nonostante
il contributo di alcune telecamere di videosorveglianza, non è stato ancora
possibile risalire all’autore o agli autori dell’atto intimidatorio. Tuttavia
gli inquirenti ritengono che il vile gesto sacrilego perpetrato ai danni di una
tomba di famiglia e l’attentato incendiario di luglio siano firmati dalla
stessa mano Nel pomeriggio di ieri Manuel, accompagnato da alcuni familiari, si
è recato in caserma per sporgere denuncia. Una denuncia al momento contro un
ignoto autore a cui i Carabinieri sperano di poter dare molto presto un nome e
un volto.
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