Nicotera.
Vilipendio delle Istituzioni. E’ questa la denuncia che l’Arma dei Carabinieri
di Nicotera ha sporto nei confronti di Maria Lombardo, scrittrice neoborbonica
e blogger, la quale si è fatta titolare, tramite il social network Facebook, di
una serie di insulti contro i Carabinieri. Nello stesso giorno in cui le è
stata notificata la denuncia, i militari, guidati dal Comandante Vittorio
Iacobino, hanno effettuato all’interno dell’abitazione della stessa una
perquisizione, in quanto vi erano i presupposti previsti dall’articolo 41 del
T.u.l.p.s. I militari cercavano armi, munizioni e sostanze esplodenti. L’atteggiamento dispregiativo tenuto dalla
Lombardo in questi mesi contro l’Arma è speculare alla condotta apologetica nei
confronti della criminalità organizzata. Condotta che la stessa ha tenuto sul
suo profilo, oltre che nel gruppo “Nicotera meraviglia della Calabria”, ma,
soprattutto, nel gruppo fondato lo scorso novembre da Emanuele Mancuso, figlio
di Pantaleone, detto “u ngegneri”, boss della omonima consorteria mafiosa, attualmente
latitante. Lo spazio virtuale creato dal Mancuso mirava esclusivamente ad
offendere e denigrare l’Arma dei Carabinieri e, in generale, le Forze dell’ordine-
per tale motivo è stato oscurato dalla Polizia postale. In questo ambito la
Lombardo ha potuto esprimere parole di disprezzo nei confronti dei Carabinieri
di Nicotera: frasi lesive della loro dignità personale e professionale. Al
contempo sottolineava che la ndrangheta “ha un’etica” e “non uccide donne e
bambini”. Tuttavia, pare che alla base della perquisizione effettuata dai
Carabinieri ci sia anche la circostanza che una delle sue sorelle frequenti
abitualmente l’abitazione di Emanuele Mancuso, svolgendo per la famiglia dello
stesso una serie di mansioni quotidiane. E’ lecito supporre che l’atteggiamento
ondivago della scrittrice neo borbonica unitamente all’assidua frequentazione
della sorella con i Mancuso abbiano indotto i Carabinieri ad effettuare delle
indagini. Maria Lombardo solo una settimana fa aveva tenuto un convegno a
Limbadi, invitata dal sindaco Pino Morello, per parlare di storia, ricevendo
pure il plauso di Salvatore Rizzo rappresentante di Libera, la nota
associazione antimafia.
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