venerdì 24 febbraio 2017

Assenti le istituzioni alla marcia di solidarietà per Manuel Reggio.



Nicotera. La manifestazione di solidarietà alla famiglia Reggio organizzata da don Francesco Vardè non ha avuto un alto profilo istituzionale. Anzi, si può dire che le grandi assenti erano proprio le istituzioni. Un’assenza che ha un’importanza che non si può sottacere e che, soprattutto, avrà un suo perché. La clamorosa defezione dell’altra sera da parte dei delegati dello Stato al partecipato corteo cittadino ha un suo notevole precedente storico: il giorno seguente il terribile attentato all’ex sindaco Franco Pagano si celebrò un consiglio straordinario di condanna all’azione terroristica messa in atto da soggetti ancora ignoti e per ragioni ancora sconosciute- quanto meno ai profani. Anche in quella occasione ad essere assenti furono le istituzioni. L’assenza del prefetto gettò un clima di sospetti e ambiguità su quanto accaduto la notte tra il 25 e il 26 giugno del 2013, come se il sindaco non fosse esattamente una vittima inconsapevole di quanto accaduto. Una sensazione, questa, che divenne un dato di fatto quando, tra le motivazioni dello scioglimento dell’esecutivo Pagano, vi era proprio l’attentato di quella notte, benché non si specifichi in che misura e perché. Probabilmente le indagini non sono ancora concluse, e certamente quel che è emerso dagli accertamenti investigativi è bastato ad inserire il drammatico evento tra i punti a favore dello scioglimento. Eppure, i rappresentanti dello Stato, a tutti i livelli, già all’indomani dell’atto sacrilego al cimitero, sono stati invocati dai protagonisti della vicenda. L’ex sindaco, Salvatore Reggio, ha chiesto un’azione più incisiva delle istituzioni, a cominciare dalle Forze dell’ordine. La stessa invocazione è stata proferita con forza da don Francesco la sera del corteo di solidarietà. La città, dunque, nelle parole delle vittime del gesto delinquenziale, ma anche in quelle di don Francesco, pare sentirsi quasi orfana dello Stato. E’ doveroso però chiedersi quanto essa, o quanto meno, la parte di essa che ha il potere di catechizzare i cittadini, si sia fatta testimone di legalità e contrasto alla criminalità, nelle innumerevoli occasioni offerte generosamente dalla cronaca. Nicotera in questi ultimissimi anni ha conosciuto diversi momenti bui. Come non ricordare il ferimento di una ragazzina davanti a un bar in pieno centro storico o l’atterraggio dell’elicottero in piazza, chiara ostentazione del potere mafioso, o la sparizione nel nulla di una giovane mamma? Ma per nessuno di questi, o altri episodi, Chiesa, associazionismo e mondo politico si sono vestiti di indignazione, nè hanno organizzato cortei di protesta. Ora però qualcosa si è mosso, per ragioni sociologiche apparentemente insondabili. E una manifestazione di protesta e solidarietà si è celebrata. Don Francesco Vardè si è fatto portavoce dei Reggio, ringraziando gli astanti, davanti al sagrato della chiesa, a loro nome. Ma quanto la personalizzazione di un momento cruciale per la città può aiutarla ad uscire da un degrado senza precedenti? Forse più verosimilmente Nicotera ha bisogno di un richiamo forte e corale alla legalità. Per tutti.

Nessun commento:

Posta un commento