venerdì 24 febbraio 2017

Presto a Nicotera un centro di accoglienza per migranti.



Nicotera. “Città della pace, dell’accoglienza e del dialogo interreligioso. Per la sua storia, per la sua cultura, per essere stata crocevia di tre religioni (cristiana, islamica ed ebraica), Nicotera ha accolto tra le sue mura le tre grandi religioni monoteistiche, come una piccola Gerusalemme del Sud Italia”.
E’ questo, in sintesi, il senso di una delibera firmata dall’ex giunta comunale che si proponeva di  «promuovere ogni azione utile alla maggiore conoscenza delle culture dei vari popoli, al fine di ampliare l’orizzonte concettuale dei cittadini nicoteresi, con particolare riferimento alle giovani generazioni», e ciò in considerazione anche del fatto che l’art. 7 dello Statuto Comunale stabilisce che «il Comune favorisce la libertà, la pace e l’incontro tra i popoli, attivando anche forme di cooperazione e di solidarietà». Nicotera stessa, da paese di emigrazione, è divenuto negli  ultimi due decenni anche paese di accoglienza e ospita oggi una cospicua comunità straniera di circa 250 migranti, provenienti da ben 29 paesi diversi: europei, asiatici, africani e delle Americhe; «essa, è geograficamente, e per via del suo retaggio storico-religioso-culturale, anche concettualmente collocata al centro del bacino del Mediterraneo, per i motivi si può proclamare Nicotera Città della pace, dell’accoglienza e del dialogo interreligioso».
L’iniziativa promossa dalla passata amministrazione doveva essere estesa alle scuole cittadine al fine di promuovere le azioni necessarie volte a facilitare l’attuazione di “iniziative ed eventi culturali” atte a veicolare “il nobile concetto di pace e fratellanza di cui la cittadina costiera vuole farsi depositaria”. Stando a questa aperta professione di accoglienza, Nicotera dovrebbe porsi nel migliore dei modi nei confronti di un centro di accoglienza per migranti che dovrebbe aprire molto presto nella cittadina costiera. In realtà in paese di parla di questa prospettiva da ormai molti mesi. Ma finora niente di concreto è emerso: nessuna conferma, né smentita, da parte dei proprietari dell’immobile individuato dalla Prefettura per ospitare i migranti. Tuttavia pare che le trattative tra le parti siano ormai alle battute finali. Il sontuoso hotel di cinque piani dovrebbe presto accogliere un’ottantina di richiedenti asilo. Un numero decisamente minore rispetto a quello cui si favoleggiava in paese, secondo il quale la struttura avrebbe dovuto ospitare quattrocento migranti. La crisi del settore turistico pare abbia spinto molti addetti ai lavori a fare essi stessi richiesta alla prefettura di poter adibire le proprie strutture a centri di accoglienza per profughi, nel tentativo così di capitalizzare immobili abbandonati a se stessi e che rappresentano solo un grande fardello fiscale per i proprietari. Tuttavia, questo non è il caso della struttura in questione. I proprietari, alla richiesta della Prefettura, hanno già avanzato dei “conditio sine qua non” che, pare, abbiano avuto l’ok dell’ufficio governativo. E cioè, il centro dovrà usufruire di personale, derrate alimentari e beni di prima necessità esclusivamente reperibili in città, in modo da smuovere la statica economia nicoterese. Nicotera, dunque, dopo Briatico e Brognaturo, si appresta ad aprire un centro di accoglienza per quanti sono scappati da situazioni di estremo disagio e che dovrebbe garantire agli ospiti tutti gli strumenti necessari per integrarsi nel Paese ospite. Ma accoglienza non significa solo vitto e alloggio, o fornire beni di primissima necessità, ma in base alle direttive delle Convenzioni internazionali sottoscritte dall’Italia, di  intermediazione culturale e ambientale, ogni singolo ospite ha diritto anche a dei corsi formativi, sia linguistiche che di inserimento nel mondo del lavoro.

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