Nicotera.
“Città
della pace, dell’accoglienza e del dialogo interreligioso. Per la sua storia,
per la sua cultura, per essere stata crocevia di tre religioni (cristiana,
islamica ed ebraica), Nicotera ha accolto tra le sue mura le tre grandi
religioni monoteistiche, come una piccola Gerusalemme del Sud Italia”.
E’ questo, in sintesi,
il senso di una delibera firmata dall’ex giunta comunale che si proponeva
di «promuovere ogni azione utile alla
maggiore conoscenza delle culture dei vari popoli, al fine di ampliare
l’orizzonte concettuale dei cittadini nicoteresi, con particolare riferimento
alle giovani generazioni», e ciò in considerazione anche del fatto che l’art. 7
dello Statuto Comunale stabilisce che «il Comune favorisce la libertà, la pace
e l’incontro tra i popoli, attivando anche forme di cooperazione e di
solidarietà». Nicotera stessa, da paese di emigrazione, è divenuto negli ultimi due decenni anche paese di accoglienza
e ospita oggi una cospicua comunità straniera di circa 250 migranti, provenienti
da ben 29 paesi diversi: europei, asiatici, africani e delle Americhe; «essa, è
geograficamente, e per via del suo retaggio storico-religioso-culturale, anche
concettualmente collocata al centro del bacino del Mediterraneo, per i motivi
si può proclamare Nicotera Città della pace, dell’accoglienza e del dialogo
interreligioso».
L’iniziativa promossa
dalla passata amministrazione doveva essere estesa alle scuole cittadine al
fine di promuovere le azioni necessarie volte a facilitare l’attuazione di “iniziative
ed eventi culturali” atte a veicolare “il nobile concetto di pace e fratellanza
di cui la cittadina costiera vuole farsi depositaria”. Stando a questa aperta
professione di accoglienza, Nicotera dovrebbe porsi nel migliore dei modi nei
confronti di un centro di accoglienza per migranti che dovrebbe aprire molto presto
nella cittadina costiera. In realtà in paese di parla di questa prospettiva da
ormai molti mesi. Ma finora niente di concreto è emerso: nessuna conferma, né
smentita, da parte dei proprietari dell’immobile individuato dalla Prefettura
per ospitare i migranti. Tuttavia pare che le trattative tra le parti siano
ormai alle battute finali. Il sontuoso hotel di cinque piani dovrebbe presto
accogliere un’ottantina di richiedenti asilo. Un numero decisamente minore
rispetto a quello cui si favoleggiava in paese, secondo il quale la struttura
avrebbe dovuto ospitare quattrocento migranti. La crisi del settore turistico
pare abbia spinto molti addetti ai lavori a fare essi stessi richiesta alla
prefettura di poter adibire le proprie strutture a centri di accoglienza per
profughi, nel tentativo così di capitalizzare immobili abbandonati a se stessi
e che rappresentano solo un grande fardello fiscale per i proprietari.
Tuttavia, questo non è il caso della struttura in questione. I proprietari,
alla richiesta della Prefettura, hanno già avanzato dei “conditio sine qua non”
che, pare, abbiano avuto l’ok dell’ufficio governativo. E cioè, il centro dovrà
usufruire di personale, derrate alimentari e beni di prima necessità
esclusivamente reperibili in città, in modo da smuovere la statica economia
nicoterese. Nicotera, dunque, dopo Briatico e Brognaturo, si appresta ad aprire
un centro di accoglienza per quanti sono scappati da situazioni di estremo disagio
e che dovrebbe garantire agli ospiti tutti gli strumenti necessari per
integrarsi nel Paese ospite. Ma accoglienza non significa solo vitto e
alloggio, o fornire beni di primissima necessità, ma in base alle direttive
delle Convenzioni internazionali sottoscritte dall’Italia, di intermediazione culturale e ambientale, ogni
singolo ospite ha diritto anche a dei corsi formativi, sia linguistiche che di
inserimento nel mondo del lavoro.
Nessun commento:
Posta un commento