domenica 12 febbraio 2017

Nicotera. Tutti gli uomini di Nazzareno Salerno.



Nicotera. L’inchiesta “Robin Hood”, è un vero e proprio terremoto nella politica calabrese, e non perché non si sospettasse quanto forti siano i legami tra mafia e politica, ma perché ha aperto uno spaccato sui vari livelli di un “sistema” che trova la sua linfa vitale in quell’elettorato anonimo, stipato nei piccoli e abbandonati paesi di provincia, che è pronto a barattare il proprio voto per una promessa o una bugia. La disperazione o l’assuefazione dei votanti a un collaudato stato di cose è il vero carburante che ha portato soggetti come Nazzareno Salerno ad amministrare un enorme potere, ovviamente in combutta con i suoi referenti mafiosi. Nicotera è stato per il politico serrese uno di quei serbatoi di voti che gli hanno garantito il successo. Ma d’altra parte la giunta Pagano doveva molto ai voti dei forzisti nicoteresi, senza i quali mai avrebbe raggiunto palazzo Convento. Tutti gli uomini di Nazzareno Salerno si sono prodigati in paese per far convergere le loro forze alla causa di Franco Pagano che, pur essendosi sempre proclamato comunista, non ha affatto disdegnato i voti dei berlusconiani. I veri apasinados delle comunali del 2012 sono stati i fedelissimi di Nazzareno Salerno: da Salvatore Campisi a Federico Polito a Francesco Mollese. Salerno tenne a battessimo l’amministrazione Pagano, garantendo vicinanza e sostegno morale ad un esecutivo che aveva conosciuto momenti bui, come ad esempio l’attentato al sindaco, nel giungo del 2013. L'ex consigliere regionale fu l’unico a presentarsi nel consiglio straordinario indetto in seguito al tragico evento a portare conforto ad uno scombussolato Franco Pagano. L’amministrazione ricambiò senza remore la disponibilità di Salerno, e lo fece prodigandosi in due campagne elettorali che lo vedeva coinvolto: le europee del 2014, sostenendo Scopelliti, e, soprattutto, le regionali dello stesso anno, quando il Centro destra perse. Ma Salerno fece comunque l’en plain e riuscì  guadagnarsi uno scranno nel consiglio regionale. Nicotera fece la sua parte. E lo fece non solo grazie agli esponenti della giunta Pagano, che diedero vita ad una capillare caccia al voto, palmo a palmo, porta a porta, in tutto il paese, ma anche grazie al provvidenziale intervento di Vincenzo Spasari, considerato dai magistrati titolari dell’inchiesta “Robin Hood”, referente della cosca Mancuso e sponsor elettorale di Salerno. Un lavoro in sinergia che ha decretato, nel territorio di Nicotera e Limbadi, un buon risultato per l’onorevole serrese che, a quanto pare, era solito mantenere le sue promesse. E in questo senso fu letta l’assunzione della figlia del vicesindaco Francesco Mollese in Calabria Etica, nonché dell’avvocato Salvatore Campisi. La rovinosa fine di Calabria Etica è ormai arcinota alle cronache, ma val la pena di sottolineare come essa sia stata concepita da Salerno, e da Ruberto, (anche) come una bottega per barattare voti e posti di lavoro. Ma non solo. La longa manus di Salerno a Nicotera si sentiva come una presenza costante. Volentieri l'ex consigliere prendeva parte a consigli straordinari sulla sanità, o sulla legalità, come quella volta che tuonò contro i giornalisti intimandogli di smettere di parlare di ndrangheta, ma solo “di cose belle”.  Sovente si recava nell’ospedale di Nicotera per degli spettacolari sopralluoghi con tanto di amministratori al seguito. Le promesse proferite in quelle circostanze, però, finivano nel vuoto. Intanto altri enti sembravano subire l’influenza di Salerno: ad esempio, nella Proloco o nell’ente Scardamaglia Longo stranamente vi erano uomini molto vicini al politico serrese e ai suoi referenti. Nel settembre del 2016 la vicenda dell’elicottero scombussolò la città. Chiara esternazione del potere mafioso.  Tutti furono indotti a pensare che lo sposo, Antonino Gallone, fosse il grande anello di congiunzione con il clan Mancuso. E invece adesso salta fuori il nome di Vincenzo Spasari, padre della sposa. Proprio lui, il referente della cosca e audace supporter elettorale di Salerno, nonché cognato di  Antonio Orlando Virgillo, personaggio che in passato ha avuto un legame con la potente cosca dei Mancuso.

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