Nicotera.
L’inchiesta
“Robin Hood”, è un vero e proprio terremoto nella politica calabrese, e non
perché non si sospettasse quanto forti siano i legami tra mafia e politica, ma
perché ha aperto uno spaccato sui vari livelli di un “sistema” che trova la sua
linfa vitale in quell’elettorato anonimo, stipato nei piccoli e abbandonati
paesi di provincia, che è pronto a barattare il proprio voto per una promessa o
una bugia. La disperazione o l’assuefazione dei votanti a un collaudato stato
di cose è il vero carburante che ha portato soggetti come Nazzareno Salerno ad
amministrare un enorme potere, ovviamente in combutta con i suoi referenti
mafiosi. Nicotera è stato per il politico serrese uno di quei serbatoi di voti che gli
hanno garantito il successo. Ma d’altra parte la giunta Pagano doveva molto ai
voti dei forzisti nicoteresi, senza i quali mai avrebbe raggiunto palazzo
Convento. Tutti gli uomini di Nazzareno Salerno si sono prodigati in paese per
far convergere le loro forze alla causa di Franco Pagano che, pur essendosi
sempre proclamato comunista, non ha affatto disdegnato i voti dei berlusconiani.
I veri apasinados delle comunali del 2012 sono stati i fedelissimi di Nazzareno
Salerno: da Salvatore Campisi a Federico Polito a Francesco Mollese. Salerno
tenne a battessimo l’amministrazione Pagano, garantendo vicinanza e sostegno
morale ad un esecutivo che aveva conosciuto momenti bui, come ad esempio
l’attentato al sindaco, nel giungo del 2013. L'ex consigliere regionale fu l’unico a
presentarsi nel consiglio straordinario indetto in seguito al tragico evento a
portare conforto ad uno scombussolato Franco Pagano. L’amministrazione ricambiò
senza remore la disponibilità di Salerno, e lo fece prodigandosi in due
campagne elettorali che lo vedeva coinvolto: le europee del 2014, sostenendo
Scopelliti, e, soprattutto, le regionali dello stesso anno, quando il Centro destra
perse. Ma Salerno fece comunque l’en plain e riuscì guadagnarsi uno scranno nel consiglio
regionale. Nicotera fece la sua parte. E lo fece non solo grazie agli esponenti
della giunta Pagano, che diedero vita ad una capillare caccia al voto, palmo a
palmo, porta a porta, in tutto il paese, ma anche grazie al provvidenziale
intervento di Vincenzo Spasari, considerato dai magistrati titolari
dell’inchiesta “Robin Hood”, referente della cosca Mancuso e sponsor elettorale
di Salerno. Un lavoro in sinergia che ha decretato, nel territorio di Nicotera
e Limbadi, un buon risultato per l’onorevole serrese che, a quanto pare, era
solito mantenere le sue promesse. E in questo senso fu letta l’assunzione della
figlia del vicesindaco Francesco Mollese in Calabria Etica, nonché dell’avvocato
Salvatore Campisi. La rovinosa fine di Calabria Etica è ormai arcinota alle
cronache, ma val la pena di sottolineare come essa sia stata concepita da
Salerno, e da Ruberto, (anche) come una bottega per barattare voti e posti di lavoro.
Ma non solo. La longa manus di Salerno a Nicotera si sentiva come una presenza
costante. Volentieri l'ex consigliere prendeva parte a consigli straordinari
sulla sanità, o sulla legalità, come quella volta che tuonò contro i
giornalisti intimandogli di smettere di parlare di ndrangheta, ma solo “di cose
belle”. Sovente si recava nell’ospedale
di Nicotera per degli spettacolari sopralluoghi con tanto di amministratori al
seguito. Le promesse proferite in quelle circostanze, però, finivano nel vuoto.
Intanto altri enti sembravano subire l’influenza di Salerno: ad esempio, nella
Proloco o nell’ente Scardamaglia Longo stranamente vi erano uomini molto vicini
al politico serrese e ai suoi referenti. Nel settembre del 2016 la vicenda
dell’elicottero scombussolò la città. Chiara esternazione del potere
mafioso. Tutti furono indotti a pensare
che lo sposo, Antonino Gallone, fosse il grande anello di congiunzione con il
clan Mancuso. E invece adesso salta fuori il nome di Vincenzo Spasari, padre
della sposa. Proprio lui, il referente della cosca e audace supporter
elettorale di Salerno, nonché cognato di Antonio Orlando Virgillo, personaggio che in passato ha avuto
un legame con la potente cosca dei Mancuso.
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