sabato 20 gennaio 2018

Dietro l’Acuarinto, l’associazione che ha vinto l’appalto del centro di accoglienza a Nicotera, la Gespa, multinazionale francese delle carceri e costola della GdF-Suez multinazionale miliardaria dell’energia.



Nicotera. A gestire il Centro di accoglienza che è in procinto di nascere nella città medmea è l’associazione culturale Acuarinto. Ma cosa si sa dei futuri gestori del Centro nicoterese, oltre al fatto che hanno vinto la gara d’appalto indetta dalla prefettura di Vibo? Si sa che è agrigentina e che da circa un ventennio opera nel settore. A ben guardare, però, l’Acuarinto ha un notevole bagaglio di esperienza, ha nella sua storia dati, numeri, vicende che l’hanno resa ben nota alle cronache nel mondo della gestione dei Cara e dei Cie, ma ha soprattutto è legata a un nome importante: la Gepsa. Chi è a digiuno degli acronimi che siglano le grandi multinazionali questo nome non dice niente; chi, invece, in tale ambiente ci naviga, sa benissimo che la Gepsa è una multinazionale francese specializzata nella gestione delle carceri d’Oltralpe, e che è, a sua volta, controllata, attraverso la Cofely Italia, dalla Gdf Suez, oggi Engie, un colosso mondiale dell'energia, al secondo posto per fatturato nel 2013 con oltre 80 miliardi di euro. La Gepsa in Italia riesce ad aggiudicarsi molti appalti nel settore dell’accoglienza. Ora, la domanda è: che legame c’è tra la grande multinazionale francese e la piccola associazione agrigentina? Quello che si sa è che il loro sodalizio è spesso uscito vincente in molte prefetture italiane, aggiudicandosi diversi appalti, a cominciare da quello famosissimo del Cie di Roma, a Ponte Galeria (dove ha sostituito la società “Auxilium”) a quello di via Corelli a Milano al Cara di Castelnuovo di Porto.
La Gepsa, dunque, e la multinazionale cui fa capo, miravano alla gestione dei centri di immigrazione in Italia, già in tempi non sospetti. Un accordo con l’associazione Acuarinto ha in effetti spalancato le porte ai colossi francesi. E così la Gespa, cavalcando quel cavallo di Troia che era l’Acuarinto, ebbe vita più semplice, un bel passe-partout dal nome italianissimo per iniziare la florida stagione della mietitura dei successi. La tecnica per uscire sempre vincenti nelle gare d’appalto è ormai consolidata anche negli uffici tecnici nostrani: è quella del ribasso, si offre meno di tutti gli altri offerenti e il gioco è fatto. Si pensi che per quanto riguarda il Cie di Ponte Galeria, il duetto Gepsa-Acuarinto offrì 28 euro a persona, a fronte dei 41 della società Auxilium. La stessa cosa si è verificata nella gara esperita dalla Prefettura di Vibo: Acuorinto ha sparigliato la concorrenza offrendo una diaria economicamente vantaggiosa rispetto agli altri.
Il caso Nicotera dimostra che il duetto vincente non punta soltanto alla gestione dei grossi Centri, ma anche ai piccoli. Nel trapanese un alberghetto, l’Hotel Poma di Custonaci, è stato trasformato in Centro di accoglienza, a gestirlo sempre la società francese. Ma focalizziamoci ancora un attimo sugli affari della Gepsa: come abbiamo visto è una costola della Gaz de France-Suez, che oggi si chiama Engie. Tale multinazionale è il quarto produttore mondiale di elettricità e primo distributore in Europa di gas: fattura qualcosa come 80 miliardi di dollari. E’ stata anche azionista della Tirreno Power, la centrale elettrica di Vado Ligure, poi indagata dalla Procura di Savona per disastro ambientale ed omicidio colposo. La GdF Suez deteneva il 50% delle azioni e la Sorgenia, società del gruppo Cir della famiglia De Benedetti, il 39%. Finiti male gli investimenti sulla centrale a carbone, il colosso del gas non ha abbandonato l’Italia come campo d’azione, e, attraverso la Gepsa, si è incamminata nel campo dell’accoglienza, ma, ad onor del vero, non sempre ha ottenuto risultati encomiabili. Si pensi, ad esempio, alla gestione del Cie di Ponte Galeria.
Il Centro di identificazione ed espulsione è stato aperto nel 1999 nella periferia romana. È stato gestito per molto tempo dalla società Auxilium, che ha dovuto farsi da parte per lasciare il posto alla Gespa&co., vincitrice dell’appalto. Gli ospiti della struttura erano circa cento, ma le loro condizioni erano pare fossero al limite dell’umano tanto che il comitato per i diritti umani “LasciateciEntrare”, l’hanno definita la “Guatanamo italiana”.

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