Nicotera.
Giusto
il tempo della pausa natalizia, e poi i delinquenti sono tornati all’opera. Ad
essere presa di mira, questa volta, la storica gioielleria Limardo, sita in pieno
centro storico a Nicotera. Un’azione fulminea, probabilmente ben concertata,
che ha permesso ai ladri di mettere a segno un colpaccio di circa cento mila
euro. A tanto, infatti, pare ammonti il valore della refurtiva, che di certo
avrebbe potuto essere molto più sostanzioso se i malviventi non fossero stati
interrotti dall’antifurto che ha permesso al proprietario di portarsi
immediatamente sul posto e allertare i Carabinieri. Si sono così messi in fuga,
uscendo dalla stessa finestra dalla quale erano entrati e dileguandosi nei
meandri della retrostante via Foschea.
Di certo, in base ad
una prima ricostruzione della dinamica del fatto, il loro ingresso nel negozio
non è stato a passo felpato: infatti i delinquenti hanno dovuto buttare giù una
finestra murata, e per farlo si sono serviti degli attrezzi in uso generalmente
nei cantieri edili, ovvero mazze e martelli. Un’operazione che ha richiesto
tempo ed energia: quella finestra era stata diligentemente sprangata dai proprietari
dopo una precedente rapina, nel 2010. Una chiusura a prova di ladro che però non
ha fatto i conti con la tenacia e la spregiudicatezza dei delinquenti che nel
prendere a martellate il muro avranno fatto un gran fracasso, ogni colpo avrà
fatto tremare l’intero stabile; l’opera di abbattimento si sarà sentita in
tutta la zona, a quell’ora avvolta nel silenzio, dato che erano le quattro del
mattino. Ma nonostante tutto, come spesso accade in questi casi, nessuno ha
visto o sentito niente. Le indagini dei Carabinieri, quindi, dovranno basarsi
unicamente sui rilievi fatti sul luogo del furto, nonchè sul loro intuito, che
si spera sia così acuto da poter sopperire alla mancanza della tanto agognata
video sorveglianza e alla riluttanza della gente di collaborare. Una volta
rimossa la finestra murata, i ladri, all’interno del negozio, hanno
cercato, senza riuscirvi, di disattavare l’allarme, armeggiando con l’apparato
antifurto. Fallita l’impresa, cominciavano a ripulire le vetrine: nelle loro bisacce
sono finiti gioielli e monili. Intanto a casa Limardo i cellulari davano
l’allarme, annunciando l’incursione nel negozio: il proprietario si è
precipitato sul posto e mentre sollevava la saracinesca i deliquenti
sgattaiolavano via dalla finestra infranta.
Le luci dell’alba hanno
mostrato una scena di ordinario squallore: il fracasso, le vetrine
saccheggiate, il disordine, il terribile passaggio dei delinquenti che nello
spazio di un quarto d’ora hanno distrutto tutto, comprese le speranze della famiglia Limardo. La signora Marianna D’Agostino è la moglie del proprietario. La
troviamo nel suo negozio, in preda a un comprensibile sconforto. «Se non fosse
per i miei figli, chiuderei il negozio oggi stesso», dice, «non è possibile
andare avanti così». I commercianti nicoteresi vivono da tempo nella paura di
essere rapinati, una paura che spesso, come in questo caso, si concretizza. Ma
per i Limardo è già la seconda volta che sono vittime dei blitz dei criminali.
Il 30 aprile del 2010 subirono un violento attacco. La signora Marianna lo
ricorda ancora bene: sono entrati a volto scoperto e prima di portare via tutto
hanno preso a bastonate suo marito. «La soluzione migliore sarebbe andare via
da qui, chiudere bottega ed emigrare altrove, ma quando hai dei figli da
mantenere non è semplice ricominciare tutto da capo». I Limardo hanno due
figli: una ragazza di ventidue anni che sta studiando per la specialistica e il
più piccolo, 17 anni, è alle superiori.
La domanda cruciale che tutti i nicoteresi si pongono, e non solo i Limardo, è:
che futuro dare, a Nicotera, ai nostri figli ? In un paese sempre più insicuro
e abbandonato a se stesso.
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