Nicotera.
Ha una base d’asta pari a 9 mila 91 euro il bando di gara che il Comune si
appresta ad espletare per la pulizia e l’apertura della foce del collettore San
Giovanni, per 24 mesi, a Nicotera Marina. Compito del servizio sarà “l’allontanamento
della sabbia accumulata dall’azione di trasporto solido del mare sulla foce al
fine di ripristinare la continuità idraulica”. Un lavoro di fondamentale
importanza il cui scopo è anche preventivo. Di solito, infatti, il Comune
procedeva alla pulizia del fosso in seguito alle note giunte dalla Prefettura
in caso di allerta meteo. Il letto del fosso si riempie in genere dei più
svariati oggetti, oltre alla vegetazione selvaggia, che cresce rigogliosa anche
grazie al nutrimento dei liquami fognari che qui confluiscono, i vari
collettori minori, ad esso collegati, consegnano suppellettili vari,
elettrodomestici, pneumatici e tutto ciò di cui la gente si disfa
scaraventadolo nelle campagne e nei dirupi che poi le piogge abbondanti
condurrano nei fossi. Un lavoro, dunque, che si rende necessario anche per la
salubrità del mare, anche se, per usare una metafora che rimanga in tema, è
solo una goccia nell’oceano. Il problema reale del territorio adiacente il
litorale è l’enorme reticolo di fossi che solcano lo come una grata; ogni
solco, spesso nascosto tra la vegetazione o in posti di non facile accesso, se
non per chi conosce bene la zona, è quasi come una condotta segreta verso il
mare capace di trasportare qualsiasi liquame. Un territorio insomma che somiglia
a un labirinto e che, proprio per la sua conformità, ha reso facile ai
malintenzionati la possibilità di disfarsi di rifiuti liquidi d’ogni genere.
Il San Giovanni ha
rappresentato, inoltre, l’alibi perfetto per un incredibile spreco di denaro
che si è consumato durante la passata amministrazione. Degli interventi
costosissimi sul San Giovanni si è perso il conto. Dal 2013 al maggio del 2016
ci sono stati ben 24 appalti sul fosso: qualcosa come 140 mila euro di
interventi inutili e appalti dai costi esagerati. Si pensi che nel marzo del
2014 l’amministrazione Pagano affidò alla ditta Imprecap un lavoro di somma
urgenza pari a 6 mila 500 euro. Una somma folle che paragonata ai 9 mila euro
per due anni di interventi messi in conto dalla Terna commissariale lascia
assai perplessi. Insomma, il San Giovanni è sempre stato una mucca da spremere
allegramente capace di partorire tanti di quegli appalti e lavori di somma
urgenza dalle cifre inspiegabilmente alte. Ma insieme ai soldi lievitavano le
emergenze, anno dopo anno, che spogliavano le tasche dei cittadini e
danneggiavano il territorio.
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