venerdì 26 gennaio 2018

Il mistero della carenza d'acqua in Via Filippella e Madonna della Scala.



Nicotera.  Disservizi sull’approvvigionamento idrico in due popolosi quantieri: via Madonna della Scala e via Filippella che, più o meno a cadenza settimale rimangono a secco, o al limite giunge nelle case un filino d’acqua, oggettivamente insufficiente per effettuare la quotidiana igiene personale o la pulizia della casa. Un disagio che sta creando un malcontento crescente tra le centinaia di famiglie residenti nei due quartieri, anche perché l’improvvisa carenza idrica non viene preceduta da alcun preavviso, né è dato sapere cosa ci sia alla base del disservizio. E questo è un punto che merita una riflessione perché in genere i rubunetti rimangono a secco durante i mesi caldi: le zone in questione hanno sempre vissuto estati costellate da grandi disagi per la mancanza d’acqua. Nel cuore di gennaio, però, la pioggia e il freddo dovrebbero, in teoria, rendere più remoto il verificarsi del fenomeno, ma così non è, e i cittadini si ritrovano di punto in bianco a vivere una privazione che rende complicata la vita quotidiana. Il centralino del Comune, in tali frangenti, viene preso d’assalto da centinaia di telefonate: la gente chiama per cercare di capire il perché si sia verificata la malagevolezza e soprattutto per sapere quando il servizio sarà ripristinato. Dall’altra parte del filo, però, nessuno sa fornire risposte esaustive, nessuno è in grado di dire cosa ci sia all’origine del grave disservizio. Qualche settimana fa, un tecnico del Comune, in seguito all’ennesimo episodio di assenza d’acqua, aveva spiegato che a generare il problema era stato un fulmine che, in una notte di maltempo, aveva bruciato un motorino in uso nel serbatoio sito in località Madonna della Scala. Ma, a quanto pare, la sostituzione del motorino folgorato non è bastato a mettere a posto le cose, perché la carenza idrica continua a ripresentarsi. Ricordiamo che qualche anno fa, proprio in seguito al disagio vissuto nei due popolosi quartieri, un gruppo di cittadini indisse una petizione per chiedere all’amministrazione comunale la risoluzione del problema. Non c’era giorno, infatti, che le case non restassero a secco. Molti presentarono un esposto in Procura, altri una denuncia ai Carabinieri: il sospetto era che l’acqua del serbatoio venisse dirottata abusivamente verso altri scopi. In realtà, la questione non si chiarì mai davvero, l’unica spiegazione fornita dall’amministrazione era che un guasto nel serbatoio creava regolarmente una copiosa dispersione d’acqua.
Sta di fatto che nulla è cambiato, e l’inconveniente continua a gettare i cittadini in un legittimo malcontento. Eppure le bollette arrrivano puntuali e salatissime. I cittadini ligi alle regole che onorano regolarmente il loro dovere con le tasse, pagano l’acqua anche per gli evasori, ma in cambio non vedono tutelato il diritto ad accedere all’acqua pubblica.

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