San Calogero. Riuscitissima la manifestazione “no fusione” di sabato
scorso a San Calogero. Ben cinquecento soci, giunti dai paesi viciniori
(Limbadi, Mileto, Rombiolo) sono giunti nella cittadina pedemontana, muniti dei
loro striscioni, sui quali campeggiava il motivo della loro adesione al corposo
corteo: l’aperto dissenso al progetto di adesione dell’istituto sancalogerese
con la consorella di Maierato. Oltre la nutrita presenza dei soci è doveroso
segnalare la partecipazione di tanti cittadini di San Calogero. Anch’essi hanno
sfilato in una pacifica parata che ha voluto esprimere il fermo disaccordo alla
fusione. Soddisfatto Michele Maccarone, presidente del Comitato No fusione, per
la riuscita della dimostrazione. «Esprimo piena soddisfazione per l’esito della
manifestazione- ha detto- Con l’occasione per ringraziare i tanti soci della
Bcc e i cittadini sancalogeresi che mi hanno espresso la loro solidarietà». La
scorsa settimana Maccarone è stato escluso da socio dell’istituto di San
Calogero. Superfluo dire che il presidente del Comitato No fusione non ha preso
molto bene l’espulsione. Immediata la reazione all’eclatante presa di posizione
firmata da Antonino Barone, presidente della banca. «Ingiusta la mia esclusione
da socio- ha dichiarato Maccarone- Ho già presentato un esposto alla procura
della Repubblica e noi soci, inoltre, abbiamo richiesto l’intervento della Dda
di Catanzaro, affinché si faccia luce su cosa ci sia sotto la vicenda della
fusione della Bcc». Nonostante il clima belligerante che si respira in queste
ore intorno alla querelle della Bcc di San Calogero, i membri del Comitato no
fusione chiedono un confronto con il presidente Antonino Barone, il
vicepresidente e il collegio sindacale, davanti alle telecamere e sulla carta
stampata.
mercoledì 26 marzo 2014
Nicotera Marina: raccolta firme per salvare la Guardia di Finanza.
Nicotera. Il 31 agosto 2014 la brigata della Guardia di Finanza
di Nicotera Marina, dopo oltre novant’anni di onorato servizio, chiuderà i
battenti. I militari presenti saranno dislocati, con ogni probabilità, presso la Tenenza di Tropea. Così,
per la verità, era già stato stabilito nella primavera dello scorso anno.
Motivazione ufficiale del trasferimento era la fatiscenza dell’edificio che
accoglieva la polizia tributaria. Era, già allora, fin troppo chiaro a tutti
che la motivazione reale della chiusura della Brigata di Marina era una ragione
collegata alle arcinote e implacabili logiche della spending-review. Tagli
selvatici che non possono tenere conto delle esigenze di sicurezza dei
cittadini, ma solo come far quadrare i conti. E così anche per i finanzieri
della frazione marittima è giunta l’ora di fare le valigie. A nulla,
evidentemente, sono serviti i proclami e le iniziative messe a punto dalla
giunta Pagano, nel tentare di far restare in sede la polizia tributaria. Anzi,
lo stesso sindaco Franco Pagano, all’indomani del feroce attentato a colpi di
Kalashnikov, che lasciarono una quarantina di buchi sulla villetta della sua
abitazione, annunciò a gran voce, che sarebbe rimasto seduto sulla poltrona di
sindaco solo se sul territorio sarebbero state rinforzate le presenze delle
forze dell’ordine. Richieste ovviamente cadute nel vuoto. Stesso destino
d’altronde accorso alle altre missive inviate dall’amministrazione presso le
alte sfere. Alla luce dei fallimentari tentativi di salvataggio della Brigata
della frazione, Pagano ha fatto recentemente sapere di aver gettato la spugna,
e che la Guardia
di Finanza presto leverà le tende dalla Marina, per essere allocata altrove.
Se
il sindaco si è però arreso, e sventola già la bandiera bianca della resa
-benché abbia solennemente promesso grandi lotte in difesa dei presidi di
legalità- i cittadini non ci stanno a perdere la polizia tributaria. Gli
abitanti di Nicotera Marina hanno infatti deciso di scendere in campo,
consapevoli che la frazione marittima, collocata com’è a metà strada, tra due
province pesantemente segnate dalla mano della criminalità organizzata, ha
bisogno della presenza della legge. Questa iniziativa si configura come un
scelta di campo, la ferma intenzione di schierarsi dalla parte della legge, di
richiedere che la Guardia
di Finanza rimanga nella sua storica sede, e non solo perché c’è bisogno di
controlli e monitoraggio del territorio, ma perché è forte la necessità di
credere nella presenza dello Stato. Da questa consapevolezza è nata la volontà
di iniziare una raccolta firme, ad opera di un gruppo di intraprendenti
cittadini. Essi sono ben consapevoli che probabilmente anche tale impresa
potrebbe scontrarsi contro un muro di indifferenza, ma hanno scelto di attuarla
ugualmente perché questo è un modo per proclamare da che parte stanno. Secondo
i difensori delle Fiamme Gialle, i vari politici finora interpellati, al fine di
chiedere attenzione e impegno in difesa della causa in oggetto, hanno fatto
orecchie da mercante. La raccolta firme è un’azione dimostrativa che si spera
possa produrre buoni effetti. Diego Corigliano, uno dei promotori
dell’iniziativa, ha espresso il suo disappunto. «Chiedo- ha detto- che
l’amministrazione Pagano si attivi per il salvataggio della Guardia di Finanza.
Le istituzioni non possono rimanere indifferenti al fatto che una cittadina
collocata in un territorio di frontiera rimanga spoglio di un importante
simbolo di legalità».
Al
momento la Brigata
di Marina ospita nove militari. Il loro impegno sul territorio è assai
difficile, perché nove unità sono troppo poche per il monitoraggio dell’intero
entourage nicoterese. Infatti, tenuto conto degli orari di turnazione, allo
stato dei fatti solo due militari effettuano attività di vigilanza e di
controllo. Essi si avvalgono dunque della collaborazione dei colleghi di Tropea
o Vibo Valentia. Da ciò si deduce dunque che Nicotera Marina non deve solo
chiedere che le Fiamme Gialle non vengano trasferite, ma che, qualora miracolosamente detengano la storica sede, siano
rinforzate in termini di unità. Insomma, sarebbe davvero sperare nell’impossibile.
Con buona pace del diritto alla sicurezza dei cittadini.
domenica 23 marzo 2014
Nicotera Marina. Cumuli di spazzatura dati alle fiamme presso la pineta.
Nicotera. Cumuli di rifiuti dati alle fiamme presso la pineta di
Nicotera Marina. Ormai da troppo tempo, nei pressi del camping Sayonara,
sostavano montagne di spazzatura, che, come una specie di cordigliera
nauseabonda, costeggiavano la strada comunale che conduce presso le pochissime
strutture ricettive rimaste nel territorio.
Ignoti,
evidentemente esasperati dalla presenza e dall’odore dei rifiuti, hanno dato
fuoco all’immondizia che da giorni, se non settimane, faceva bella mostra di sé
a due passi dalla spiaggia e a pochissimi metri dall’ombrosa pineta della
frazione marittima. La situazione, da quanto si apprende dalla viva voce dei
cittadini, appare davvero insostenibile,
costretti come sono a convivere con ammassi di spazzatura, posizionati da
giorni e giorni nei punti strategici della cittadina, ovvero al suo ingresso,
presso contrada Papatolo, come penosa immagine di benvenuto; l’altra maleodorante
catasta si trova, come già specificato, presso la pineta. Qui il rogo l’ha
trasformata in un braciere fumante che ha già sprigionato nell’aria diossina in
quantità. La scena che si propone adesso agli occhi di chi transita da quelle
parti non è comunque migliore rispetto a prima. Qual che è certo è uno spettacolo che rivela la
rabbia degli improvvisati piromani; mostra lo sconforto degli abitanti della
Marina, che denunciano , senza se e senza ma, come la differenziata proceda un
po’ a singhiozzo. Sembra sia cambiata la ditta che ne gestisce la raccolta; i
giorni di raccolta dell’umido (tipologia di spazzatura notoriamente maleodorante
e velocemente deperibile) sono cambiati. Da venerdì, sembrerebbe, a giovedì.
Non solo. Secondo alcuni cittadini, a volte l’umido sosta più giorni davanti
alle loro case, senza essere ritirato, e in molti, per evitare di tenere sui
propri usci sacchetti ricolmi di rifiuti organici, li trasportano in
improvvisati punti di raccolta, oppure direttamente a Nicotera superiore.
Qual
che è certo è che in Marina, nella quale per prima si è dato inizio alla
differenziata, la situazione non appare confortante. E questo non solo perché
la raccolta non funziona come dovrebbe: infatti è doveroso addebitare le criticità
finora esposte anche al malcostume di molti cittadini, da sempre riottosi a rispettare
il programma previsto.
In
ogni caso, la bella stagione si profila all’orizzonte. Questo è anche il
periodo delle prenotazioni da parte dei vacanzieri. Gli operatori turistici
propongono alla loro clientela i siti migliori dove trascorrere la meritata
vacanza. Di certo la spazzatura all’ingresso di Nicotera Marina, sia essa
integra che distrutta dai roghi, non si profila come un bel biglietto da
visita.
Enza
Dell’Acqua
sabato 22 marzo 2014
Manifestazione contro la fusione della Bcc con la consorella di Maierato.
San Calogero. E’ prevista per questa sera alle ore 18 la
manifestazione organizzata dai soci della Bcc di San Calogero e della
consorella di Maierato. Fedeli al motto “l’unione fa la forza”, i sostenitori
delle rispettive banche sono passati dai proclami espressi nelle assemblee per
dire No alla fusione a quella che si prevede essere una mega manifestazione, in
cui saranno coinvolti in primis i tanti cittadini sancalogeresi e non solo; è
prevista infatti la presenza dei tantissimi che dissentono dal progetto di
fusione dei due istituti.
Fin
dall’inizio della lunga querelle, la vicenda relativa alla fusione della Bcc di
San Calogero con quella di Maierato ha sempre infuocato gli animi e dato adito
a una infinita serie di assemblee, incontri e ardite prese di posizione da
parte dei consociati che non accettavano che lo storico istituto di San
Calogero potesse perdere la sua centralità, il suo potenziale economico e il
suo logo.
Adesso
le intrepide battaglie si spostano dal chiuso dei locali che hanno visto le
animate riunioni alla pubblica piazza, cercando di intercettare il maggior
numero di volenterosi cittadini, invitandoli ad unirsi al coro dei no. Il
tentativo di coinvolgere gli abitanti sancalogeresi non si profilerebbe
un’ardua impresa per gli organizzatori della manifestazione, perché, da quanto
è dato sapere, i cittadini di San Calogero, nella stragrande maggioranza, si
sarebbero schierati contro la fusione, e ciò perché il loro istituto bancario è
il simbolo e il motore economico della cittadina pedemontana. I sancalogeresi
non ci stanno proprio a perdere il logo della Bcc, nel quale è impresso il nome
del paese da oltre un quarto di secolo, oltre ad essere, la stessa banca, punto
di riferimento per i tanti utenti, dell’intero territorio vibonese, che ogni
giorno usufruiscono dei servizi offerti dalla Bcc.
L’appuntamento
è per tutti in Piazza Monumento dei Caduti. Da qui il corteo sfilerà per le vie
del paese, per mostrare, in modo pacifico ma fermo e convinto la volontà di
opporsi ad un progetto che, a detta di chi si oppone, è incomprensibile e
calato dall’alto.
Già
da tempo è cominciato il tam tam su internet in vista dell’evento a carattere
popolare.
«Cittadini-
si legge nel proclama degli organizzatori dell’evento- abbandonate la logica
del pensiero forte, del pensiero unico, uscite dalle vostre case, dimostrate
che è possibile cambiare le cose anche dal basso, dissentendo pacificamente e
democraticamente, con chi gestisce il potere costituito, date sostegno alla
protesta dei soci contrari alla fusione tra BCC di San Calogero e la BCC di Maierato».
Stasera
dunque sarà la piazza ad esprimere apertamente e democraticamente il suo
assenso o il suo dissenso. Ma, secondo i ben informati, i soci combattenti per
la causa del no, oltre alle strategie atte a coinvolgere la cittadinanza,
stanno battendo nuovi percorsi. Notizie dell’ultima ora vogliono che è già
pronto un esposto alla Procura della Repubblica e la richiesta dell’intervento
niente di meno che della DDA. Il perché di tali iniziative rimane per il
momento segreto, ma sembrerebbe di capire che alla base di azioni così
eclatanti vi sia un bisogno di chiarezza, da parte dei soci; la necessità di
comprendere le motivazioni di un progetto di fusione che per il momento essi
non accettano e non comprendono.
Michele Maccarone escluso da socio della Bcc.
San Calogero. La
querelle relativa alla fusione della Bcc di San Calogero con la Bcc di Maierato si arricchisce
di nuovi colpi di scena. Infatti è proprio di ieri sera la notizia che Michele Maccarone, imprenditore nonchè
instancabile presidente No fusione, è stato espulso dalla base sociale dell’istituto
sancalogerese. Detto in parole semplici, Maccarone è stato escluso da socio
dell’istituto della cittadina pedemontana. Stesso trattamento accorso
all’azienda Mobili Due Emme Arredo, anch’essa socia dello storico istituto, e
che ha come rappresentante legale e amministratore unico lo stesso Maccarone.
L’espulsione
dell’intrepido socio si configura come un’iniziativa «in ottemperanza a quanto
previsto dallo Statuto Sociale, articolo 14- così si legge nella lettera
recapitata all’interessato da parte della Bcc- ed in considerazione della
violazione- da parte di Maccarone- dell’obbligo di buona fede e correttezza».
La
lettera di espulsione è firmata dal presidente della Bcc di San Calogero Antonino
Barone. Tra quest’ultimo e il comitato No fusione, da quanto è dato sapere, c’è
sempre stata maretta e una scarsa capacità di interazione. Un muro contro muro
che denuncia i segni di una incomunicabilità e di una tensione che ha mostrato
il suo acme con l’eclatante espulsione di uno dei primi soci dell’istituto.
Ma
Michele Maccarone non si è certo fatto prendere dallo sconforto. Ha già
presentato un esposto alla Procura della Repubblica. «Ho piena fiducia nelle
istituzioni» ha dichiarato mentre più battagliero che mai, insieme agli membri
del comitato, cura gli ultimi dettagli della manifestazione di stasera nella
quale a gran voce soci e cittadini esprimeranno, pacificamente, il loro
dissenso al progetto di fusione.
Nicotera. News dal Comune. Intrighi di palazzo. Anna Maria Giofrè corteggiata dalla maggioranza?
Nicotera. Come è
noto, il primo cittadino della città tirrenica ha recentemente, quanto
opportunamente, ritirato le denunce/querele sporte contro il consigliere di
opposizione Annamaria Giofrè. Quest’ultima asseritamente rea di avergli
addebitato un’eccessiva cura di interessi “terzi”, non meglio specificati. Il clima di distensione comunque è solo apparente, in
quanto da indiscrezioni si evince che i conflitti si siano spostati su altri
terreni, nella fattispecie all’interno della stessa maggioranza.
La
Giofrè nella
maggioranza. Echi da palazzo Convento vorrebbero in atto,
infatti, un corteggiamento serrato nei confronti del citato consigliere Giofrè
da parte dell’assessore ai Lavori Pubblici Federico Polito. Giovanissimo
neofita della politica, che pure ha goduto di un consenso straordinario alle
recenti elezioni, evidentemente emulo del più illustre omonimo Federico II,
detto appunto “stupor mundi”. Battute a parte, Polito è divenuto un alfiere
piuttosto attivo sulla scacchiera politica nicoterese, con frequenti incursioni
nelle avanzate traverse regionali (leggi Nazzareno Salerno di Nuovo Centro Destra).
Ma che quest’ultimo ne sia entusiasta non è del tutto scontato.
Tornando ai “fattarelli
paesani”, il menzionato corteggiamento, politico si intende, pare non lasci
indifferente il consigliere, che pure avrebbe diverse resistenze nel gruppo
Nicotera Futura, del quale è leader, ad un eventuale passaggio nella “strana
maggioranza” di Pagano, mutuando un’espressione che ha qualificato la composita
esperienza di governo di Mario Monti. Ma non è questo il profilo più importante
della vicenda. La cosa che più desta curiosità, infatti, è capire se sia in
atto, come pare, il tentativo di rafforzare il gruppo consiliare di destra
all’interno della maggioranza.
Il
doppio bilancio di Polito e Pagano. E che i rapporti tra Polito e
Pagano siano serenissimi è tutta da vedere, considerate le diverse
puntualizzazioni del primo alle uscite sindacali. Non ultimo il “doppio”
bilancio dell’azione amministrativa, reso dai due nel dicembre dello scorso
anno. Quasi come se all’interno della maggioranza vi siano due maggioranze, due
capi: Pagano, il sindaco dei proclami a tambur battente, e Polito,
l’instancabile assessore dalle mille risorse, emblema della giunta che lavora
davvero. Altro interrogativo è se non ci sia addirittura, sempre da parte del
virgulto Polito, la volontà di superare l’attuale esperienza di governo, con il
progetto, puntellato con pazienza certosina, di creare una lista “giovane” da
lanciare in caso di rottura degli equilibri di maggioranza. E non è detto che
le due ipotesi (rafforzare la parte destrorsa della giunta e creare una lista
giovane) siano alternative.
Largo
ai giovani. Ciò che può essere affermato, avuto riguardo
della pazienza cinese di tali manovre, è che al di sotto della calma apparente
si agitano inquieti fermenti, un progetto segreto, il cui motto potrebbe essere
“largo ai giovani”.
Da questo punto di vista,
appare assai strategica la scelta dell’assessore Marasco di aderire a Forza
Italia, ponendosi come un ago della bilancia che guarda con grande afflato al
lato renziano della giunta.
Tornando alla Giofrè essa
sarebbe, secondo indiscrezioni, agli occhi di Polito, l’assessore alla cultura
perfetto in seno all’amministrazione. Ricordiamo la defenestrazione di Pina
Lapa, lo scorso agosto, che deteneva proprio tale assessorato.
La leader di Nicotera Futura,
giovane, di destra, piena di buona volontà, sarebbe la compagna ideale per una
battaglia tesa a creare una squadra di nuovissimi politici, di ragazzi
brillanti e motivati che si affacciano sulla scena politica nicoterese contro i
grandi vecchi della politica che da trent’anni si avvicendano negli scranni di
Palazzo Convento.
C’è da scommettere che
l’ambizioso assessore Federico Polito regalerà nuove eclatanti sorprese: sa di
essere l’anima dell’amministrazione Pagano, sa di distinguersi da alcuni
esponenti dell’amministrazione che sembrano perennemente pervasi dal sonno
dello spirito.
domenica 16 marzo 2014
Comerconi, antico borgo abbandonato. Necessita di interventi urgenti.
Nicotera.
L’antichissimo
borgo di Comerconi (la sua fondazione risale al 900 d.c.) somiglia sempre di
più a uno di quei paeselli rarefatti in cui il tempo si è fermato, in cui
persino la storia sembra essersi dimenticata della sua esistenza. Un piccolo bar,
un negozietto di generi alimentari, la chiesa: questi i punti intorno al quale
ruota la vita sociale del paese.
Il progressivo
spopolamento, dovuto ai flussi migratori, ha svuotato sempre di più la frazione
di Nicotera ai piedi del Monte Poro, ma il suo fascino è rimasto immutato: lo
si trova negli incantevoli scorci del centro storico; in un affaccio, nella
piazzetta del paese, che sotto lo sguardo clemente di Padre Pio,
riesce ad abbracciare persino l’immensità del mare. Comerconi è lontanissimo
dai ritmi turbolenti dei tempi moderni, che fagocitano il gusto della lentezza
e del silenzio, ma è immerso nel suo mondo cristallizzato che conserva intatta
la memoria dei tempi andati. E benchè tutto sembra appartenga a un’epoca ormai
lontana, Comerconi si distingue per l’incredibile energia e spirito
imprenditoriale dei suoi abitanti. Una popolazione, pur se decimata dalla
diaspora, tenacemente attaccata al paese d’origine e decisa a migliorarne la
qualità della vita. E
così è doveroso sottolineare che a
Comerconi vi sono numerose aziende che producono prodotti tipici: salumi,
olio, vino. Particolare l’innato talento
artistico e recitativo di questi abitanti che non si arrendono alla monotonia
della vita di paese: hanno infatti creato una compagnia d’arte drammatica,
grazie alla quale gli attori si cimentano in esilaranti performances che
colorano le serate estive, mentre imperdibile è l’appuntamento invernale con il
presepe vivente, quando il caratteristico centro storico nel periodo natalizio
si trasforma nella Betlemme di duemila anni fa, facendo rivivere l’atmosfera
incantevole e magica che accolse la nascita del Salvatore.
Comerconi però presenta
una serie di criticità che intralciano l’ottimismo e le buone intenzioni di chi
vi abita. Ciò che amareggia gli abitanti dell’antico borgo è che delle
problematiche del paese in genere ci si ricorda durante il periodo delle
consultazioni elettorali. Poi su tutto cala il silenzio, mentre i problemi di
sempre rimangono drammaticamente attuali.
L’attenzione del
visitatore che si addentra nella frazione pedemontana viene catturata da una
pensilina completamente rovinata dal tempo e dagli agenti atmosferici. Non
esiste più la panchina e la copertura presenta vistosi squarci che rendono
inutile la sua funzione di protezione dalla pioggia e dal vento. Eppure qui
ogni mattina si assiepano i ragazzi che vengono condotti a Nicotera dallo
scuolabus. Proseguendo il sopralluogo nel piccolo centro ci si imbatte in una
serie di fossi che lastricano tutto il territorio di Comerconi, scendendo dallo
scosceso pendio del Monte Poro. Tra questi uno merita una particolare
attenzione perché si trova proprio all’ingresso del paese e al di sopra di esso
si trova un ponte che conduce in centro. Tale fosso, da quanto si è potuto
apprendere, già osservato dai tecnici della Provincia, è completamente invaso da
sterpaglie e vegetazione selvaggia, il che compromette il naturale fluire delle
acque in caso di pioggia. Per tal motivo esso è percepito dai residenti come
fonte di un notevole rischio idrogeologico: la pulizia del canalone non può
essere affidata totalmente ai proprietari delle terre limitrofe ad esso, ma
urge un attento monitoraggio da parte degli enti preposti.
L’intero territorio
nicoterese è solcato da diversi fossi e fiumane che, come abbiamo evidenziato
in altre occasioni, nei periodi di piogge torrenziali causano una serie di
disagi. A Comerconi almeno due tagliano il
centro abitato: a quello già segnalato se ne aggiunge un altro nel punto più
alto del paese, e a quest’ultimo è collegato la storia dell’antichissima e
caratteristica fontanella di Comerconi, dalla cui fonte sgorga l’acqua
proveniente dalle alture del Poro. Nel momento in cui è stato costruito un
argine al fosso, a causa dei lavori in corso, la fontanella è stata spostata
dalla sua sede naturale. Non è più poi stato possibile riporla nel suo al suo
posto originario. Il problema è che
per le molte persone anziane che abitano in paese è faticoso scendere e
soprattutto salire la ripida scala che porta alla fontana con le braccia
piene di bottiglie.
Addentrandoci all’interno
del centro storico, è possibile ravvisare il degrado e la fatiscenza tipici di
tanti antichi borghi calabresi. Pur nella bellezza e nel fascino di alcuni
scorci, anche per Comerconi, come per molti antichi quartieri nicoteresi,
sarebbe auspicabile un censimento delle varie case che sembrano cedere sotto il
peso del tempo e dell’incuria. Le strade, come per la vicina Preitoni, sono
rovinate e lastricate di solchi, segno di mancata manutenzione. Intanto
gli abitanti attendono che un occhio benevolo si posi sul piccolo borgo, e che
ci si attivi per donargli un briciolo di decoro, anche se la crisi imperante
non ammette di posare lo sguardo su un paesello di 190 abitanti, pur nelle sue
eclatanti difficoltà.
sabato 15 marzo 2014
La spiaggia di Nicotera Marina minacciata dall'erosione costiera.
Nicotera.
Che la stabilità e il futuro della spiaggia di Nicotera Marina siano gravemente
compromessi dall’incessante sopravanzare dell’erosione è ormai cosa arcinota. Ciò
che però si profila come una sgradita novità è la velocità con cui il fenomeno
erosivo sta effettuando il suo devastante processo, facendo scomparire, anno
dopo anno, metri e metri di spiaggia. Le opportune misure per arginare
l’abrasione, diventano di anno in anno sempre più urgenti: entro pochissimi
decenni infatti Nicotera potrebbe vedere divorata dal mare la sua bella e
lunghissima costa. Un dramma che la cittadina non può concedersi di vivere,
visto e considerato che è, insieme a Tropea e Pizzo, una delle perle della costa tirrenica
meridionale e che fonda gran parte della sua economia sul turismo, quindi
sullo sfruttamento di quella spiaggia che tra qualche anno potrebbe
diventare solo un bel ricordo. Sul lungomare di Nicotera Marina sono stati, nel
corso degli anni, aperte parecchie stazioni balneari. Molti cittadini si sono
adoperati creando dei “lidi” con annessi bar, mini parchi giochi per i bambini
e punti di ristorazione. Capire cosa ha
permesso al mare di divorare la costa è di basilare importanza per porvi
rimedio. Si è sempre sostenuto che il Porto di Gioia Tauro avesse contribuito a
deviare le correnti, privando il fondale della sabbia e non permettendo alle
correnti di ripascere il litorale. Tempo addietro gli addetti ai lavori
tirarono in causa un altro muto colpevole, di nome Tuccina, la secolare fiumana
che sgorga dalle pendici del Monte Poro e sfocia in mare. I processi erosivi
che interessano il territorio nicoterese hanno cagionato, circa un ventennio fa,
la spontanea diramazione dal Tuccina di un corso d’acqua. Piuttosto che tentare
di arginare il nuovo ramo, se ne è potenziato il percorso, modificando il corso
d’acqua di ottanta metri dal suo alveo naturale e allargando la nuova fiumana
di quattro metri. Questo cambiamento del percorso del fiume avrebbe contribuito
a deviare le correnti destinate a riportare la sabbia nel loro punto di
partenza.
Le opere
architettoniche vòlte a salvare il litorale hanno costi onerosi. Nicotera,
stranamente, pur essendo una città costiera non ha mai beneficiato dei fondi
necessari per l’abbattimento dell’erosione, e che sono destinati proprio alle
città marittime.
I
progetti Eppure quasi ogni anno a Nicotera Marina si recano
gli esperti di Regione e Provincia per valutare i danni dell’erosione e
studiarne le modalità di intervento. Ma fin qui, da quanto è dato sapere le
visite degli esperti sono rimaste delle semplice comparsate, perché di attività
di intervento non si è vista nemmeno l’ombra.
Una soluzione, valutata
dall’amministrazione Pagano lo scorso anno, in sede dell’incontro con i tecnici
dell’ente Provincia, prevedeva la costruzione di un braccio di mare atto ad
arginare le correnti che trascinano via la sabbia dal litorale.
Tale opera
architettonica dovrebbe essere realizzata interamente con dei grossi massi di
pietra.
Ma ancor prima esisteva
un progetto. Per la verità un po’ più datato, firmato qualche anno fa
dall’assessore regionale con delega all’ambiente Domenico Basile. Il progetto
riguardava un ampio tratto di costa, che andava da località Pennello (Vibo
Marina) a Joppolo, escludendo, inspiegabilmente, Nicotera. Recentemente sembra
sia allo studio un nuovo progetto, stipulato dalla Regione con l’Università di
Reggio Calabria, e prevede una mastodontica opera, che, nel rispetto
paesaggistico, dovrebbe fare da deterrente al fenomeno erosivo. Nell’agosto del
2013 la Regione Calabria ha concertato un Piano di salvaguardia e messa in
sicurezza delle aree a rischio di erosione costiera. Tale piano, che ha avuto
l’approvazione del Master Plan degli interventi di difesa costiera, è suddiviso
in 21 aree che coprono l'intero territorio costiero regionale. Necessita di un
finanziamento di quasi 400 milioni di euro, fondi che serviranno per la messa
in sicurezza dei beni e delle infrastrutture soggette a rischio di erosione
costiera.
Gli
interventi Ma che genere di interventi prevede l’ingegneria
naturalistica? La principale infrastruttura da realizzare è una barriera frangiflutti,
di modo che l’onda, invece di abbattersi sull’arenile si infranga su tale
costruzione. Secondo gli esperti, deve
essere realizzata con scogli di cava o massi artificiali gettati in cumulo sui
fondali. Niente bracci dunque di cemento armato, ma una barriera realizzata con
materiali “naturali”, anche, e soprattutto, nel rispetto del paesaggio.
Enza Dell’Acqua
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