San Calogero. Sono circa 300
i soci della Bcc di San Calogero che hanno firmato una petizione davanti ad un
notaio per chiedere un’assemblea straordinaria. Non ci si rassegna alla fusione
e si continuano a studiare nuove mosse per impedire l’aggregazione
dell’istituto della cittadina pedemontana con la consorella di Maierato. In
queste settimane si sono susseguiti una serie di incontri tra i consociati,
delle assemblee vòlte ribadire un netto
no alla fusione, un no che, hanno sempre tenuto a precisare i soci, non è dettato
da motivi campanilistici ma esclusivamente dalla necessità di salvare l’autonomia della banca. Le ragioni che stanno alla
base della tanto contestata fusione sarebbero quelle di rafforzare le
potenzialità patrimoniali, organizzative e professionali presenti nei due
istituti. Motivazioni che finora non ha affatto
convinto i sempre più numerosi supporters del no. Se la Federazione Calabrese della Bbc caldeggia l’operazione di fusione, si
attende un giudizio non ancora espresso; e non è un giudizio qualsiasi ma è
quello autorevolissimo di Bankitalia, che potrebbe diventare davvero l’ago
della bilancia della lunga diatriba. Intanto le assemblee straordinarie dei
rappresentanti dei due istituti di cui si dovrebbe celebrare il discusso
sposalizio, saranno presto convocate dal cda delle rispettive banche, e proprio
nel corso di tali incontri si dovrà decidere se proseguire le operazioni di
fusione.
Il timore che
anima i sostenitori del no è che la banca sancalogerese potrebbe perdere il suo
rating storicamente positivo. Secondo indiscrezioni tutte da verificare, la
chiusura del bilancio 2013 della Bcc di Maierato sembra non sia esaltante,
tanto da non convincere pienamente un grande numero di soci della San Calogero.
Sempre secondo alcune voci nell'ultima visita ispettiva di Banca d'Italia,
l’istituto della cittadina pedemontana è risultato virtuoso, mentre per quello
di Maierato, recentemente controllato, nulla è dato sapere. Anzi, quello che si
sa non entusiasma affatto gli attivisti del no: si vocifera infatti di
un'importante crisi dovuta prevalentemente alle sofferenze di grosse imprese
facenti capo direttamente o indirettamente alla “governance” dello stesso
istituto.
Al 31 dicembre
2013, chiariscono i soliti beninformati, a fronte di un utile della BCC di San
Calogero di oltre un milione di euro, si parla di una perdita di 4.7 milioni di
euro per quella di Maierato. Ma di ufficiale nulla è ancora trapelato.
I soci chiedono
maggiore chiarezza, nonché un’informativa precisa in merito all’eventuale
aggregazione.
Doveroso
sottolineare che esistono però alcuni soci della Bcc sancalogerese che sono
proiettati verso l’idea della fusione. La Federazione Calabrese, come già
precisato, appoggia l’aggregazione delle consorelle, ma per i soci, sono i
risparmiatori ad avere diritto ad un occhio di riguardo, al di là delle
strategie economiche, prevalentemente calate dall’alto.
«Trascurando ogni motivo di natura
campanilistica,- hanno sottolineato i militanti anti fusione- è importante consentire ai soci tutti di
potersi organizzare in modo che quelli che non sono d’accordo abbiano la
possibilità di esprimere il loro parere negativo e contrario, per cui a breve
sarà convocata un'assemblea con numerosi punti all'ordine del giorno».
La vicenda è in
“work in progress” e promette nuovi colpi di scena. Dalle assemblee di pochi
sparuti soci nei locali della Saub di San Calogero, si è approdati alla
costituzione di un movimento agguerrito e motivato, che usa tutte le armi
consentite dalla legge per raggiungere un obiettivo che ritiene giusto. Il
sigillo di un notaio segna la svolta di una lotta davvero in grande stile.
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