martedì 4 marzo 2014

300 soci della Bcc di San Calogero che hanno firmano una petizione davanti al notaio per chiedere un'assemblea straordinaria.



San Calogero. Sono circa 300 i soci della Bcc di San Calogero che hanno firmato una petizione davanti ad un notaio per chiedere un’assemblea straordinaria. Non ci si rassegna alla fusione e si continuano a studiare nuove mosse per impedire l’aggregazione dell’istituto della cittadina pedemontana con la consorella di Maierato. In queste settimane si sono susseguiti una serie di incontri tra i consociati, delle assemblee vòlte  ribadire un netto no alla fusione, un no che, hanno sempre tenuto a precisare i soci, non è dettato da motivi campanilistici ma esclusivamente dalla necessità di salvare l’autonomia della banca. Le ragioni che stanno alla base della tanto contestata fusione sarebbero quelle di rafforzare le potenzialità patrimoniali, organizzative e professionali presenti nei due istituti.  Motivazioni che finora non ha affatto convinto i sempre più numerosi supporters del no. Se la Federazione Calabrese della Bbc caldeggia l’operazione di fusione, si attende un giudizio non ancora espresso; e non è un giudizio qualsiasi ma è quello autorevolissimo di Bankitalia, che potrebbe diventare davvero l’ago della bilancia della lunga diatriba. Intanto le assemblee straordinarie dei rappresentanti dei due istituti di cui si dovrebbe celebrare il discusso sposalizio, saranno presto convocate dal cda delle rispettive banche, e proprio nel corso di tali incontri si dovrà decidere se proseguire le operazioni di fusione.
Il timore che anima i sostenitori del no è che la banca sancalogerese potrebbe perdere il suo rating storicamente positivo. Secondo indiscrezioni tutte da verificare, la chiusura del bilancio 2013 della Bcc di Maierato sembra non sia esaltante, tanto da non convincere pienamente un grande numero di soci della San Calogero. Sempre secondo alcune voci nell'ultima visita ispettiva di Banca d'Italia, l’istituto della cittadina pedemontana è risultato virtuoso, mentre per quello di Maierato, recentemente controllato, nulla è dato sapere. Anzi, quello che si sa non entusiasma affatto gli attivisti del no: si vocifera infatti di un'importante crisi dovuta prevalentemente alle sofferenze di grosse imprese facenti capo direttamente o indirettamente alla “governance” dello stesso istituto.
Al 31 dicembre 2013, chiariscono i soliti beninformati, a fronte di un utile della BCC di San Calogero di oltre un milione di euro, si parla di una perdita di 4.7 milioni di euro per quella di Maierato. Ma di ufficiale nulla è ancora trapelato.
I soci chiedono maggiore chiarezza, nonché un’informativa precisa in merito all’eventuale aggregazione.
Doveroso sottolineare che esistono però alcuni soci della Bcc sancalogerese che sono proiettati verso l’idea della fusione. La Federazione Calabrese, come già precisato, appoggia l’aggregazione delle consorelle, ma per i soci, sono i risparmiatori ad avere diritto ad un occhio di riguardo, al di là delle strategie economiche, prevalentemente calate dall’alto.
«Trascurando ogni motivo di natura campanilistica,- hanno sottolineato i militanti anti fusione-  è importante consentire ai soci tutti di potersi organizzare in modo che quelli che non sono d’accordo abbiano la possibilità di esprimere il loro parere negativo e contrario, per cui a breve sarà convocata un'assemblea con numerosi punti all'ordine del giorno».
La vicenda è in “work in progress” e promette nuovi colpi di scena. Dalle assemblee di pochi sparuti soci nei locali della Saub di San Calogero, si è approdati alla costituzione di un movimento agguerrito e motivato, che usa tutte le armi consentite dalla legge per raggiungere un obiettivo che ritiene giusto. Il sigillo di un notaio segna la svolta di una lotta davvero in grande stile.

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