sabato 15 marzo 2014

La spiaggia di Nicotera Marina minacciata dall'erosione costiera.





Nicotera. Che la stabilità e il futuro della spiaggia di Nicotera Marina siano gravemente compromessi dall’incessante sopravanzare dell’erosione è ormai cosa arcinota. Ciò che però si profila come una sgradita novità è la velocità con cui il fenomeno erosivo sta effettuando il suo devastante processo, facendo scomparire, anno dopo anno, metri e metri di spiaggia. Le opportune misure per arginare l’abrasione, diventano di anno in anno sempre più urgenti: entro pochissimi decenni infatti Nicotera potrebbe vedere divorata dal mare la sua bella e lunghissima costa. Un dramma che la cittadina non può concedersi di vivere, visto e considerato che è, insieme a Tropea e Pizzo,  una delle perle della costa tirrenica meridionale e che fonda gran parte della sua economia sul turismo,  quindi  sullo sfruttamento di quella spiaggia che tra qualche anno potrebbe diventare solo un bel ricordo. Sul lungomare di Nicotera Marina sono stati, nel corso degli anni, aperte parecchie stazioni balneari. Molti cittadini si sono adoperati creando dei “lidi” con annessi bar, mini parchi giochi per i bambini e punti di ristorazione.  Capire cosa ha permesso al mare di divorare la costa è di basilare importanza per porvi rimedio. Si è sempre sostenuto che il Porto di Gioia Tauro avesse contribuito a deviare le correnti, privando il fondale della sabbia e non permettendo alle correnti di ripascere il litorale. Tempo addietro gli addetti ai lavori tirarono in causa un altro muto colpevole, di nome Tuccina, la secolare fiumana che sgorga dalle pendici del Monte Poro e sfocia in mare. I processi erosivi che interessano il territorio nicoterese hanno cagionato, circa un ventennio fa, la spontanea diramazione dal Tuccina di un corso d’acqua. Piuttosto che tentare di arginare il nuovo ramo, se ne è potenziato il percorso, modificando il corso d’acqua di ottanta metri dal suo alveo naturale e allargando la nuova fiumana di quattro metri. Questo cambiamento del percorso del fiume avrebbe contribuito a deviare le correnti destinate a riportare la sabbia nel loro punto di partenza.
Le opere architettoniche vòlte a salvare il litorale hanno costi onerosi. Nicotera, stranamente, pur essendo una città costiera non ha mai beneficiato dei fondi necessari per l’abbattimento dell’erosione, e che sono destinati proprio alle città marittime.
I progetti Eppure quasi ogni anno a Nicotera Marina si recano gli esperti di Regione e Provincia per valutare i danni dell’erosione e studiarne le modalità di intervento. Ma fin qui, da quanto è dato sapere le visite degli esperti sono rimaste delle semplice comparsate, perché di attività di intervento non si è vista nemmeno l’ombra.
Una soluzione, valutata dall’amministrazione Pagano lo scorso anno, in sede dell’incontro con i tecnici dell’ente Provincia, prevedeva la costruzione di un braccio di mare atto ad arginare le correnti che trascinano via la sabbia dal litorale.
Tale opera architettonica dovrebbe essere realizzata interamente con dei grossi massi di pietra.
Ma ancor prima esisteva un progetto. Per la verità un po’ più datato, firmato qualche anno fa dall’assessore regionale con delega all’ambiente Domenico Basile. Il progetto riguardava un ampio tratto di costa, che andava da località Pennello (Vibo Marina) a Joppolo, escludendo, inspiegabilmente, Nicotera. Recentemente sembra sia allo studio un nuovo progetto, stipulato dalla Regione con l’Università di Reggio Calabria, e prevede una mastodontica opera, che, nel rispetto paesaggistico, dovrebbe fare da deterrente al fenomeno erosivo. Nell’agosto del 2013 la Regione Calabria ha concertato un Piano di salvaguardia e messa in sicurezza delle aree a rischio di erosione costiera. Tale piano, che ha avuto l’approvazione del Master Plan degli interventi di difesa costiera, è suddiviso in 21 aree che coprono l'intero territorio costiero regionale. Necessita di un finanziamento di quasi 400 milioni di euro, fondi che serviranno per la messa in sicurezza dei beni e delle infrastrutture soggette a rischio di erosione costiera.
Gli interventi Ma che genere di interventi prevede l’ingegneria naturalistica? La principale infrastruttura da realizzare è una barriera frangiflutti, di modo che l’onda, invece di abbattersi sull’arenile si infranga su tale costruzione.  Secondo gli esperti, deve essere realizzata con scogli di cava o massi artificiali gettati in cumulo sui fondali. Niente bracci dunque di cemento armato, ma una barriera realizzata con materiali “naturali”, anche, e soprattutto, nel rispetto del paesaggio.
Enza Dell’Acqua


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