Nicotera.
E’
fissato per venerdì mattina in prefettura alle ore 9 l’incontro di una
delegazione di manifestanti con il rappresentante territoriale del governo
Carmelo Casabona. Al tavolo tecnico siederanno Domenico Pallaria, dirigente del
Dipartimento Ambiente alla Regione, l’assessora Antonella Rizzo, i
rappresentanti del Codacons, l’ingegnere Antonio D’Agostino, nominato tecnico
di fiducia dall’assemblea dei manifestanti, tutti i consiglieri regionali di
Vibo e alcuni parlamentari. Si trasferirà nel cuore del Capoluogo anche la
protesta nicoterese alla quale si aggiungeranno i sindaci dei comuni limitrofi.
Intanto, nella mattinata di ieri, il responsabile dell’ufficio tecnico, Carmelo
Ciampa, incalzato dai manifestanti, ha redatto la richiesta, da inviare in
prefettura, dell’invio delle autobotti che dovranno approvvigionare d’acqua la
frazione Marina, ormai da anni allo stremo a causa del grave disservizio. Si agisce, dunque, esattamente come si fa
in caso di calamità naturale: dichiarato lo stato di emergenza. Il divieto di
uso umano dell’acqua vige in Marina dall’ottobre del 2014. Quasi due anni. Un
periodo lunghissimo per i cittadini, che hanno formato un comitato civico per
meglio fronteggiare la questione, si sono rivolti alla stampa, al Codacons, ma,
prima di tutto, si sono rivolti all’amministrazione in carica. E qui si sono
spesso scontrati con un muro di indifferenza. Da parte degli amministratori una
sorta di cecità a un disagio terribile che è lievitato tra la gente esausta
fino ad esplodere nell’eclatante protesta di questi giorni. L’insurrezione
cittadina del 14 luglio è stata come un tappo che è saltato all’improvviso, il malcontento che ne è uscito fuori ha travolto
in primis la giunta Pagano, macchiatisi, agli occhi dei manifestanti, di colpevole
indifferenza. Il pensante “j’accuse” della folla, che ha imbracciato le armi
dell’indignazione e dell’orgoglio, è stato chiaramente scagliato contro gli
amministratori: all’indirizzo di Franco Pagano accuse e rabbia. Mentre è stato
dato il ben servito agli assessori Polito e Calogero, quando, con una manovra
tardiva e riparatrice, si sono offerti di porsi come “ponte istituzionale” alla
Regione, potendo usare, hanno dichiarato, la loro “forza politica”. Proposta
declinata dall’assemblea, che ha fatto loro notare che la “forza politica”
appartiene esclusivamente ai cittadini in armi. Considerata per di più risibile,
visto l’atteggiamento distratto dall’amministrazione dopo anni di disagi, e visto
che la presunta forza politica sciorinata dagli assessori avrebbe potuto essere
utilizzata già in tempi non sospetti. Più in generale, le vicende di questi
giorni hanno mostrato la spaccatura completa, che si consuma ormai da
moltissimo tempo, tra l’esecutivo Pagano e la città. Una incomunicabilità che
ha fatto crescere un divario forse incolmabile: prova inconfutabile della
cesura in atto la mattinata di lunedì quando a palazzo Convento c’era la
Regione, nelle persone di Antonella Rizzo e Domenico Pallaria, c’erano alcuni
sindaci del circondario, ma mancava proprio il sindaco di Nicotera. “Qualcuno
lo chiami!”, ha esclamato la Rizzo, sconcertata. Ed è subito parso chiaro ciò
che da tempo si intuiva: che l’amministrazione ha sempre viaggiato in direzione
ostinata e contraria alle esigenze reali dei cittadini, che si è sempre
concentrata sulle grandi opere che avrebbe voluto realizzare, dal porto
turistico all’anfiteatro, dalla scuola della dieta mediterranea ad altre mirabolanti
opere. Si pensava alla grande ma non si riusciva a concepire l’importanza
dell’essenziale, la vita reale, le criticità di ogni giorno, la fatica di
vivere in un paese in cui lo stile di vita è a infimi livelli. Il cemento- e il
suo smodato utilizzo- nonchè il sempiterno pallino della Dieta mediterranea
hanno fatto da padrone nell’agenda dell’esecutivo. Ma ora lo sdegno popolare ha
presentato il conto.
martedì 26 luglio 2016
Rizzo (Ambiente) e Pallaria (Lavori Pubblici) a Nicotera per parlare con i manifestanti.
Nicotera.
Come
promesso ai manifestanti seduti sui binari nella convulsa mattinata di
domenica, ieri mattina è giunto a palazzo Convento, per interloquire con i
manifestanti, Domenico Pallaria, capo Dipartimento Ambiente alla Regione. Al
dirigente regionale si è poi aggiunta la presenza dell’assessora all’Ambiente
Antonella Rizzo. L’arrivo dei due esponenti regionali nella sala consiliare
permanentemente presidiata, sebbene armati di buone notizie ed ottime
intenzioni, rappresenta solo un punto di partenza a favore della causa della
protesta, ma non certo ancora una vittoria. I
manifestanti hanno chiaro in mente che la lotta è lunga. Sono fin troppo
disillusi da cedere alle lusinghe delle promesse. Si mira ai fatti, si mira
all’ottenimento di risultati concreti. I problemi posti sul tappeto ieri
mattina sono stati quelli che abbiamo imparato a conoscere bene in questi
giorni: mare sporco, acqua dei rubinetti sporca. A prendere la parola è stato
l’ingegnere Tonino D’Agostino, che ha sottoposto ai rappresentanti della
Regione tutte le problematiche del territorio. L’ingegnere Pallaria ha
cominciato il suo discorso con un breve excursus storico dell’annosa questione
acqua nella regione, focalizzandosi poi sul territorio nicoterese. Inevitabilmente
è entrata nel discorso la Sorical, l’ente che gestisce l’approvvigionamento
idrico in Calabria. Pallaria ha garantito un lavoro di filtraggio per abbattere
il manganese oltremodo presente nelle acque. A ciò, a parere del dirigente
regionale, è probabile si aggiunga la contaminazione correlata alle
infiltrazione di sostanze organiche nella rete idrica fatiscente. E poi ancora
l’oscura questione del mare. Difficile decifrare, per la loro complessità,
tutte le cause dell’inquinamento. Sotto la lente di ingrandimento la Iam e
l’Arpacal. L’assessora Rizzo ha annunciato che l’ente regionale per l’Ambiente
è pronto a effettuare analisi suppletive. Per quanto riguarda la Iam
l’assemblea ha proposto ai dirigenti regionali che venga fatta una caratterizzazione
dei fondali con carotaggi, per indagare sulla presenza, sulla natura e sulla
quantità dei contaminanti presenti. Tornando all’acqua che arriva nelle case, i
presenti hanno convenuto sulla necessità dell’immediata realizzazione di due
pozzi che andranno ad approvvigionare la frazione Marina. La Regione, ha precisato Antonella Rizzo, supporta il comune
nella realizzazione di tali opere, mentre grande è stata la sua sorpresa nel
prendere atto che l’amministrazione in carica non aveva mai provveduto a
rifornire il paese con autobotti. Al tavolo tecnico di venerdì in prefettura,
cui siederà una delegazione di manifestanti, ci sarà anche l’ingegner
D’Agostino, individuato dall’assemblea come il tecnico di fiducia che dovrà
seguire l’iter che porterà alla realizzazione delle opere in oggetto, e
l’ingegner Ciampa dell’ufficio tecnico di Nicotera. A lui la Rizzo ha affidato
il compito di redigere una scheda tecnica con l’indicazione delle varie
criticità e la richiesta dei lavori da fare. Tra questi i collettamenti fognari
da realizzare in alcune zone del capoluogo che ne risultano ancora sprovvisti.
Da sottolineare la presenza dei sindaci di Limbadi, San Calogero e Vazzano, la
presenza del consigliere regionale di maggioranza Vincenzo Pasqua, e l’incredibile
assenza del sindaco di Nicotera. “E’ assurdo che non sia presente il sindaco”,
ha osservato l’assessora all’Ambiente. Un’assenza che se, da un lato, ha
rivelato la codifica della sfiducia da parte dell’assemblea cittadina, ha
mostrato, dall’altro, una “colpevole” latitanza, che aggiunge un altro elemento
ai capi di accusa che i cittadini scagliano contro Franco Pagano.
Sui binari i manifestanti non dimenticano la solidarietà.
Nicotera.
Altra giornata straordinaria ieri per i manifestanti in fermento per la tutela
dei loro diritti. Il fronte della protesta ha alzato il livello e ha deciso di
porre in essere nuove strategie di lotta. Mentre un gruppo è rimasto a
presidiare palazzo Convento, il grosso dei manifestanti si è ritrovato di buon
mattino in piazza Mercato a Nicotera Marina e da lì si è mosso verso la
stazione di Rosarno, punto di snodo di moltissimi treni a lunga percorrenza.
Motivati dalla forza di un’idea, coraggiosamente si sono collocati sui binari
con i loro striscioni, urlando forte e chiaro la pretesa di condizioni di vita
migliori, a cominciare dalle condizioni dell’acqua che sgorga dai rubinetti e
il mare inquinato. Pur nella volontà di creare un disagio, non hanno
dimenticato la solidarietà. Anzi. Di fronte alle esigenze di una signora che
doveva prendere il treno per sottoporsi a una terapia oncologica, al fine di
non rimuovere il blocco, hanno garantito a questa persona la possibilità di
poter raggiungere ugualmente la Capitale. Uno dei manifestanti l’ha
accompagnato all’aeroporto di Lamezia Terme, da qui è potuta partire grazie al
biglietto fornitole dai manifestanti, a titolo di risarcimento per il disagio
involontariamente cagionatole, dato che la stessa non poteva più usare il
proprio biglietto ferroviario. I manifestanti hanno rimosso il blocco solo dopo
la telefonata di Domenico Maria Pallaria, dirigente Dipartimento Ambiente della
Regione che nella giornata di stamattina incontrerà manifestanti nella sala consiliare di palazzo
Convento. Mentre al tavolo tecnico, che si terrà mercoledì in prefettura, tra
il rappresentante del governo nel territorio, Carmelo Casabona e i
manifestanti, siederà anche Antonella Rizzo, assessore regionale all’Ambiente.
Perchè i manifestanti hanno detto no al tavolo tecnico in prefettura.
Nicotera.
Al tavolo tecnico, che si terrà stamattina alla prefettura di Vibo, la
delegazione dell’assemblea dei manifestanti non ci sarà. L’incontro tra le
varie parti, per discutere sulle criticità che stanno affliggendo il
territorio, è stato voluto dal prefetto di Vibo, Carmelo Casabona, in seguito
alle proteste dei cittadini di Nicotera Marina. Il perché del diniego
all’incontro tecnico-istituzionale è spiegato in una nota che i manifestanti
hanno scritto ieri e sottoposto all’attenzione del rappresentante territoriale
del governo.
«L’assemblea cittadina dei manifestanti nicoteresi-
scrivono- riunitasi ieri sera nell’aula consiliare del municipio, ribadito
preliminarmente l’apprezzabile e tempestivo interessamento del prefetto di Vibo
Valentia per il superamento della drammatica emergenza in atto, dopo approfondita discussione, ha tuttavia espresso unanime
contrarietà all’impostazione data alla riunione in Prefettura di venerdì prossimo
con la pletorica presenza di ben 25 soggetti tra rappresentanti politico- istituzionali
e tecnico-amministrativi».
Pertanto chiedono che, fatti salvi i
legittimi interventi degli organi preposti alla tutela ambientale, «non si dia
spazio ad altre rappresentanze politiche, che toglierebbero al Tavolo qualsiasi senso di concretezza». Gli estensori del documento auspicano «che
vengano ripristinate le condizioni per una seria produttività del Tavolo dando
modo alla delegazione nicoterese di completare su un piano
tecnico-programmatico, con l’assessore Rizzo, l’ingegnere Pallaria ed il
dirigente tecnico del comune di Nicotera ingegner Ciampa (inspiegabilmente non
convocato al Tavolo), gli
approfondimenti già avviati lunedì scorso e relativi sia al quadro conoscitivo
delle criticità, sia agli interventi, immediati e di lungo periodo, utili
a risolvere l’attuale emergenza
ambientale che continua ad affliggere la comunità nicoterese per problemi che,
pur essendo in parte comuni ad altri territori, presentano specificità proprie».
In buona sostanza i manifestanti
ritengono di dover interagire unicamente con quei soggetti capaci di poter
apportare un cambiamento concreto per porre fine alle criticità in atto. E’
chiara, dunque, la diffidenza nei confronti della politica, ritenuta, finora,
incapace di risolvere i problemi reali dei cittadini. La tensione a Nicotera è
tanta, il vento della protesta è ancora sferzante, e non fa che aumentare di
intensità: il mare è letteralmente imbrattato, ieri le sue condizioni erano
semplicemente penose; nei lidi le file di ombrelloni chiusi sembrano i guardiani
di un imperdonabile scempio; poca gente nelle strade, i commercianti faticano a
tirare la carretta; la situazione è critica. In questo clima di degrado e di
crisi economica senza precedenti la protesta è esplosa, forte e incontenibile;
oggi è esattamente il nono giorno consecutivo che i manifestanti occupano la
sala consiliare; domenica l’occupazione si è spostata alla stazione di Rosarno,
è durata tutta la mattinata. Il blocco è stato rimosso solo quando è arrivata
la telefonata di Domenico Pallaria, in veste di portavoce del presidente
Oliverio oltre che di dirigente de Dipartimento infrastrutture. Produttiva è
sembrata anche la giornata successiva, quando i cittadini hanno potuto esporre
il loro disagio all’assessora all’Ambiente Antonella Rizzo e allo stesso
Domenico Pallaria, giunti a Nicotera per incontrare di persona i cittadini in
armi. Il loro timore è che adesso gli sforzi fatti possano essere sepolti da
una montagna di parole, quando il bisogno di interventi concreti appare improcrastinabile
e urgente.
23 luglio: tavolo tecnico in prefettura.
Francesco Tripaldi
Enza Dell’Acqua
Vibo Valentia.
E’ muro contro muro. Il comitato “pro mare pulito”, massicciamente partecipato
dai cittadini nicoteresi, non ha voluto saperne di sedersi al tavolo voluto dal
prefetto di Vibo Valentia Carmelo Casabona, per le nove circa di ieri. Così
come organizzato i cittadini hanno ritenuto, espressamente, che non avesse quei
requisiti di operatività necessari per trovare e implementare la soluzione al
problema del mare inquinato che, a Nicotera, ha letteralmente distrutto
un’economia già asfittica di suo. Troppi i politici in fila, per i nicoteresi. Che,
forse, non hanno avuto tutti i torti, avuto riguardo delle poche e scarne
determinazioni assunte al termine dei lavori, ovvero la realizzazione di due
pozzi in quel della frazione Marina, nonché il monitoraggio degli sversamenti
fognari abusivi. Dati giustamente per certi dal dottor Casabona, tuttavia
ancora “fioritura algale” per la dottoressa Angela Diano dell’Arpacal. «Chi si siede a questo tavolo- ha tuonato uno
dei manifestanti dinanzi alla prefettura, seguito da tutti gli altri- decide di
porsi come una nostra controparte». La frase, che aveva una portata ovviamente generale,
era la risposta alla deputata pentastellata Dalila Nesci che, munita di
megafono, cercava di intessere un dialogo con i manifestanti, affermando, tra
l’altro, di aver chiesto l’incontro da diverso tempo. Il prefetto, per la
cronaca, ha dato il via ai lavori attorno alle nove e trenta con una dura
reprimenda all’amministrazione comunale, letteralmente “puntata” con occhio
vigile. Si è detto esterrefatto, esordendo, «che ancora nel 2016 intere
comunità abbiano il problema dell’acqua potabile, nell’inerzia di chi avrebbe avuto
il dovere di provvedere». Altro problema messo, ovviamente, sul tappeto, quello
del mare in condizioni indecenti, reso infrequentabile, citando Casabona, «da
sversamenti illeciti». Questo il punto focale, atteso che all’alto
rappresentante dello stato hanno fatto da eco le dichiarazioni dell’ingegnere Salvatore
Epifanio della Regione Calabria, anche lui sicuro che vi siano condotte che
portano fogna nel mare, così come del comandante Antonio Lo Giudice della
capitaneria di Vibo, perfettamente consapevole del disastro della depurazione,
così come del mancato censimento delle condutture fognarie. Non convincenti
sono parse, sul fronte della potabilità dell’acqua, le asserzioni della Sorical,
per bocca dell’ingegner Sergio De Marco, per il quale l’acqua nera, fenomeno
definito “occasionale”, ma in realtà costante da mesi prove alla mano,
dipenderebbe dal sedime di manganese e altri elementi ossidati. Pletoriche le
spiegazioni che ha fornito ad un uditorio, prefetto in testa, ansioso di
conoscere tempi e modi di soluzione del problema, per ora incerti. Dalila
Nesci, deputata del M5S, ha, sulla scia, affermato e confermato che l’origine
dell’inquinamento non può che essere fognaria. Dopo le puntualizzazioni di
Brunello Censore, deputato dem, tese a circoscrivere il problema
dell’inquinamento per evitare «allarmismi a stagione in corso», è stata la
volta delle dottoressa Diano, che nel discettare di alghe dai nomi
impronunciabili è stata poi interrotta, piuttosto bruscamente per la cronaca,
dal prefetto nelle vesti di moderatore. Abbiamo voluto chiedere alla
dottoressa, nel corpo della discussione, come mai la sua posizione sulla
fioritura algale è pressoché difforme da quella di tutti i cittadini e delle
autorità competenti. La risposta non è pervenuta, tuttavia non disperiamo per
il futuro. Quasi al termine, l’assessore ai lavori pubblici del comune di
Nicotera, Federico Polito, si è reso disponibile alla consegna delle schede
tecniche di due pozzi già progettati alla Regione, nelle mani dell’assessora
all’ambiente Rizzo, disposta a finanziarli seduta stante. Nel frattempo i
manifestanti occupavano gli uffici dell’Asp, ottenendo che gli stessi
rappresentanti della Regione firmassero un impegno scritto sul controllo del
mare e sul fronte dell’acqua potabile. Non vogliono mollare la presa.
Iscriviti a:
Post (Atom)