Nicotera.
Per
la seconda notte consecutiva il Comune di Nicotera è stato occupato dai
manifestanti. Hanno dormito sui divanetti e sulle sedie nel lungo corridoio di
palazzo Convento. La presa della Bastiglia, per la causa del mare e acqua dei rubinetti, è in atto
anche in queste ore e l’occupazione continuerà fino a quando i dimostranti non
avranno riscontri concreti alle loro istanze. Ma un segnale ancora più forte è
arrivato ieri mattina presto. Quando i dipendenti comunali, giunti sul
posto di lavoro, hanno trovato a bloccarli sulla porta gli occupanti di palazzo
Convento, reduci della prima lunga notte trascorsa di stanza in municipio.
Ingresso vietato. L’assemblea dei manifestanti ha decretato che la presa del
Comune prevede il divieto ai dipendenti pubblici di rientrare nei loro uffici:
il municipio, per decreto non scritto, deve essere la sede principale della
protesta e non è ammesso il prosieguo delle abituali attività perché
collimerebbe con lo spirito della rivolta, che deve essere forte e
significativa per farsi sentire, anche a costo di interrompere le attività
amministrative. Questo, in buona sostanza, il senso della cacciata dei
dipendenti comunali. Lo stesso trattamento sarebbe stato riservato ai componenti
della giunta Pagano, semmai si fossero avvicinati a palazzo Convento. Ma se ne
sono ben guardati. Il sindaco e i suoi assessori ne sono rimasti lontani. Si
sono assiepati sul retro del municipio a sorvegliare l’evolversi degli eventi e
il via vai dei cittadini che si recavano al municipio a testimoniare, con la
loro presenza, la ferma adesione alla protesta. Né essi hanno cercato di
interloquire con i manifestanti. Hanno mantenuto, dunque, nella giornata di ieri, l’atteggiamento di
latitanza tenuto sin dal primo giorno. Il sindaco Franco Pagano, con il suo
comportamento, ha smentito se stesso: aveva promesso il suo
appoggio e la sua presenza. Intanto i dimostranti hanno preparato un documento
in cui vi sono espressi a chiare lettere i loro obiettivi: un incontro con il presidente Mario Oliverio, quale massima
istanza del governo regionale, e con il prefetto di Vibo Carmelo Casabona, quale
massima rappresentanza istituzionale del territorio, e la creazione di un tavolo
tecnico in cui affrontare le gravi criticità che hanno dato vita alla protesta
dei cittadini. In serata si è tenuta una nuova assemblea: la deliberazione è
stata la richiesta delle dimissioni dell’amministrazione in carica guidata da
Franco Pagano. Motivazione: non è a fianco dei cittadini in questa lotta sudore
e sangue per la conquista di un diritto fondamentale. E mentre infuria la
rivolta a Nicotera, e in altri comuni costieri già arde il fuoco sotto la
cenere, arriva l’Arpacal con le sue serafiche relazioni estive sulle condizioni
del mare. Sembrerebbe che sia tutta fatica sprecata quella dei cittadini che
lottano per un mare pulito perché il suo tremendo aspetto è dovuto alla
“dinophicaee”, nome scientifico per dire che si tratta di alghe, così ha parlato
Angela Diano direttore del Dipartimento provinciale Arpacal di Vibo Valentia.
"Le
analisi condotte sul campione prelevato a Nicotera dalla Capitaneria di Porto
il 12.07.2016 – ha scritto la Diano - non hanno evidenziato inquinamento
microbiologico, mentre è stata evidenziata un’intensa fioritura di Dinophicaee,
responsabile della colorazione delle acque".
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