martedì 26 luglio 2016

Presente la Regione, presenti i cittadini. Manca il sindaco: "Qualcuno lo chiami!", ha esclamato la Rizzo.



Nicotera. E’ fissato per venerdì mattina in prefettura alle ore 9 l’incontro di una delegazione di manifestanti con il rappresentante territoriale del governo Carmelo Casabona. Al tavolo tecnico siederanno Domenico Pallaria, dirigente del Dipartimento Ambiente alla Regione, l’assessora Antonella Rizzo, i rappresentanti del Codacons, l’ingegnere Antonio D’Agostino, nominato tecnico di fiducia dall’assemblea dei manifestanti, tutti i consiglieri regionali di Vibo e alcuni parlamentari. Si trasferirà nel cuore del Capoluogo anche la protesta nicoterese alla quale si aggiungeranno i sindaci dei comuni limitrofi. Intanto, nella mattinata di ieri, il responsabile dell’ufficio tecnico, Carmelo Ciampa, incalzato dai manifestanti, ha redatto la richiesta, da inviare in prefettura, dell’invio delle autobotti che dovranno approvvigionare d’acqua la frazione Marina, ormai da anni allo stremo a causa del grave disservizio. Si agisce, dunque, esattamente come si fa in caso di calamità naturale: dichiarato lo stato di emergenza. Il divieto di uso umano dell’acqua vige in Marina dall’ottobre del 2014. Quasi due anni. Un periodo lunghissimo per i cittadini, che hanno formato un comitato civico per meglio fronteggiare la questione, si sono rivolti alla stampa, al Codacons, ma, prima di tutto, si sono rivolti all’amministrazione in carica. E qui si sono spesso scontrati con un muro di indifferenza. Da parte degli amministratori una sorta di cecità a un disagio terribile che è lievitato tra la gente esausta fino ad esplodere nell’eclatante protesta di questi giorni. L’insurrezione cittadina del 14 luglio è stata come un tappo che è saltato all’improvviso,  il malcontento che ne è uscito fuori ha travolto in primis la giunta Pagano, macchiatisi, agli occhi dei manifestanti, di colpevole indifferenza. Il pensante “j’accuse” della folla, che ha imbracciato le armi dell’indignazione e dell’orgoglio, è stato chiaramente scagliato contro gli amministratori: all’indirizzo di Franco Pagano accuse e rabbia. Mentre è stato dato il ben servito agli assessori Polito e Calogero, quando, con una manovra tardiva e riparatrice, si sono offerti di porsi come “ponte istituzionale” alla Regione, potendo usare, hanno dichiarato, la loro “forza politica”. Proposta declinata dall’assemblea, che ha fatto loro notare che la “forza politica” appartiene esclusivamente ai cittadini in armi. Considerata per di più risibile, visto l’atteggiamento distratto dall’amministrazione dopo anni di disagi, e visto che la presunta forza politica sciorinata dagli assessori avrebbe potuto essere utilizzata già in tempi non sospetti. Più in generale, le vicende di questi giorni hanno mostrato la spaccatura completa, che si consuma ormai da moltissimo tempo, tra l’esecutivo Pagano e la città. Una incomunicabilità che ha fatto crescere un divario forse incolmabile: prova inconfutabile della cesura in atto la mattinata di lunedì quando a palazzo Convento c’era la Regione, nelle persone di Antonella Rizzo e Domenico Pallaria, c’erano alcuni sindaci del circondario, ma mancava proprio il sindaco di Nicotera. “Qualcuno lo chiami!”, ha esclamato la Rizzo, sconcertata. Ed è subito parso chiaro ciò che da tempo si intuiva: che l’amministrazione ha sempre viaggiato in direzione ostinata e contraria alle esigenze reali dei cittadini, che si è sempre concentrata sulle grandi opere che avrebbe voluto realizzare, dal porto turistico all’anfiteatro, dalla scuola della dieta mediterranea ad altre mirabolanti opere. Si pensava alla grande ma non si riusciva a concepire l’importanza dell’essenziale, la vita reale, le criticità di ogni giorno, la fatica di vivere in un paese in cui lo stile di vita è a infimi livelli. Il cemento- e il suo smodato utilizzo- nonchè il sempiterno pallino della Dieta mediterranea hanno fatto da padrone nell’agenda dell’esecutivo. Ma ora lo sdegno popolare ha presentato il conto.

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