martedì 26 luglio 2016

Mentre in prefettura si decide il da farsi, l'Asp viene espugnata. Cronaca del 23 luglio.






Nicotera. Altra giornata di sudore e sangue, quella di ieri, per i cittadini nicoteresi in lotta per il conseguimento dei diritti essenziali. Salubrità del mare e acqua pulita dai rubinetti la posta in gioco. Da giovedì scorso i manifestanti sono in lotta per dare una svolta a una situazione ormai insostenibile. Ieri mattina il tavolo tecnico in prefettura, istituito dal rappresentante territoriale del governo, Carmelo Casabona. Un incontro, voluto dal prefetto, per scandagliare a fondo la situazione emergenziale in atto e trovare delle rapide soluzioni ai problemi. Un tavolo allargato a vari tecnici, politici e attori istituzionali. Ma l’assemblea dei manifestanti, nella giornata di giovedì, ha deciso che una sua delegazione, sebbene invitata, non avrebbe partecipato alla riunione. Una decisione clamorosa che poggia le sue basi nella convinzione che proprio quella pletora di presenze non avrebbe potuto garantire lo sviluppo di soluzioni concrete alle criticità in atto. Un tavolo, insomma, a cui, nelle richieste del comitato, non avrebbero dovuto prendere parte i politici, considerati distanti dai problemi della gente. Ma nelle intenzioni del prefetto Casabona quel tavolo era soprattutto una riunione di tutte le forze in campo al fine di individuare una rapida via per uscire dai problemi che da troppo tempo affliggono la popolazione delle cittadine costiere, di cui forse Nicotera sta pagando il prezzo più alto.
«Questa gente che sta protestando ha perfettamente ragione», ha tuonato il rappresentante territoriale del governo ai presenti. Tra di loro anche un ammutolito Franco Pagano, sindaco di Nicotera, che, come hanno evidenziato le cronache in questi giorni, si è defilato dal problema, “lasciando soli” i manifestanti nella loro battaglia, i quali, tuttavia, non si sono affatto sentiti orfani di sindaco, avendone essi stessi chiesto le dimissioni. Motivazione: Pagano è stato ritenuto dai manifestanti “distratto” rispetto ai gravi problemi in cui versavano i cittadini. Ma il prefetto di Vibo ieri mattina ha richiamato tutti alla responsabilità.  «La classe politica e tutte le istituzioni della provincia di Vibo hanno consentito questo scempio, giocando sulla salute delle persone, perché tutti sappiamo quello che c’è dietro tutto questo: omissioni e disinteresse», così ha redarguito i presenti.  Poi il monito: «Da questo momento in poi avrete me dietro le spalle, perché se non fate il vostro dovere poi ci penserò io a dire le cose come stanno perchè so tutto quello che sta succedendo e che è successo, metterò per iscritto le omissioni che sono state fatte». Intollerabile per il prefetto che «un rappresentante della popolazione non abbia tenuto conto della popolazione, consentendo il fenomeno dell’acqua inquinata senza alzare un dito». E ancora: «La politica è l’arte dell’amministrare, ma se si fosse amministrato bene non avremmo avuto queste conseguenze». Sono così cominciati i lavori, sotto il segno della dura strigliata di un prefetto che non intende concedere deroghe, anzi punta sulla concretezza e la programmazione. I presenti hanno formulato i loro interventi sullo sfondo dei fischi, del suono dei tamburi e degli slogan pronunciati a gran voce dai manifestanti, giunti da Nicotera armati di tutto lo sdegno possibile e immaginabile. Le parole dei convenuti, in specie quelle di Angela Diano, dirigente Arpacal e di Sergio De Marco (Sorical), sembravano un po’ un film già visto: sempre uguali le loro tesi, anno dopo anno. In buona sostanza, il mare non è inquinato, trattasi di alghe, ha ribadito la Diano, per l’ennesima volta. Mentre per De Marco l’acqua nera di Nicotera Marina, sebbene nessuna persona sana di mente la berrebbe, non è affatto inquinata: «E’ il chimismo del manganese e del ferro il responsabile dell’inusuale colorazione», ha spiegato. Mentre si proferivano tali verità, al prefetto giungeva la notizia che i manifestanti avevano preso d’assalto gli uffici dell’Asp di Vibo. I più agili hanno scavalcato la ringhiera, forzando il blocco delle forze dell’ordine, facendo strada a tutti gli altri che in pochi secondi hanno invaso le stanze dell’Azienda sanitaria provinciale. Le loro condizioni chiare e intransigenti: incontrare i rappresentanti della Regione, nelle persone di Domenico Pallaria, dirigente Dipartimento Lavori Pubblici e Antonella Rizzo, assessora all’Ambiente. L’incontro c’è stato. E’ stato ratificato un documento tra le parti con tanto di impegni assunti, nero su bianco, dai rappresentanti regionali: la costruzione immediata dei pozzi per l’approvvigionamento idrico della frazione Marina e interventi immediati sulla rete idrica. Mercoledì una delegazione di manifestanti, fatta da ingegneri, architetti, geometri e un medico si recheranno nella sede regionale, per ultimare le procedure, con loro anche un disorientato Carmelo Ciampa, dirigente dell’ufficio tecnico del comune di Nicotera.

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