lunedì 4 luglio 2016

Sbarramento del Mesima. Intervista a Michele Mirabello, consigliere regionale di maggioranza (PD) promotore del finanziamento.



Nicotera. Da tre giorni il mare nicoterese si presenta semplicemente splendido. Dopo qualche giorno da bandierina rossa, l’acqua è ritornata cristallina, come non si vedeva da ormai troppo tempo. E anche sul fronte degli interventi da attuare per arginare eventuali brutte sorprese ci sono delle novità. E’ infatti in arrivo una ragguardevole somma da parte della Regione (72mila euro), che dovrà essere impiegata per arginare la foce del Mesima, indiscutibilmente uno dei fattori che causano l’inquinamento marino. Promotore dell’iniziativa il Consigliere regionale di maggioranza Michele Mirabello, presidente della commissione Sanità e Affari sociali culturali e formativi, che con efficacia e tempestività ha risolto celermente una questione che non può attendere. Sensibile alla delicata tematica, Mirabello ha rappresentato al presidente Oliverio il dramma che interessa l’intero tratto costiero, un problema che lo scorso anno ha letteralmente funestato l’economia e il turismo della cittadina costiera, interessando anche la vicina Joppolo. Abbiamo rivolto qualche domanda al politico originario di Capo Vaticano per fare il punto della situazione sul problema mare».
-Onorevole, in cosa consisterà questo intervento, anche rispetto ad opere dello stesso genere attuate gli anni precedenti?
«Questo intervento può definirsi un atto emergenziale. Siamo arrivati a luglio e il Mesima non ha ancora ricevuto le opportune iniziative di bonifica. E’ un lavoro che servirà a rendere il mare più balneabile. Rispetto alle altre opere di sbarramento della foce del fiume è un sistema più approfondito. Sappiamo di interventi, generalmente realizzati con 20 mila euro, che a volte bastava una semplice mareggiata a spazzarli via. Bisogna attuare un’operazione un po’ più rigorosa, per questo abbiamo stanziato un finanziamento di 72 mila euro. Tengo inoltre a sottolineare che il Mesima non è un problema che riguarda solo  Nicotera: questo fiume è una vera e propria bomba ecologica che crea problemi a tutto il tratto costiero, dove insistono numerose eccellenze turistiche che abbiamo il dovere di tutelare».
-E’ un intervento che si può definire risolutivo ?
«No. E’ un intervento non risolutivo ma indispensabile, che ci può consentire un po’ di serenità, almeno per l’estate in corso. Ma non ha un’efficacia che va oltre questa stagione balneare. Intanto l’estate è quasi nel vivo, e bisogna intervenire tempestivamente».
-Come si potrebbe risolvere definitivamente il problema del Mesima?
«L’inquinamento provocato dal Mesima è strettamente collegato alla questione della depurazione. Sappiamo che decine di paesi dell’entroterra reggino o delle Serre non posseggono adeguati sistemi di depurazione. Anzi sversano i loro liquami nel fiume che puntualmente li consegnerà al mare».
-Lei pensa che risolvendo il problema del Mesima si risolverà la questione dell’inquinamento marino nel nostro tratto costiero? E’ davvero il Mesima la causa di tutti i mali?
«Con realismo e serietà le posso dire che l’inquinamento marino ha una serie di concause. Torniamo alla questione dei depuratori. Molti non sono pienamente a regime, sono spesso sottodimensionati: il numero della popolazione è fluttuate, d’estate aumenta in modo esponenziale e gli impianti non riescono a smaltire un surplus di liquami, le condotte spesso non sono sufficienti a smaltire il carico. Poi, c’è sempre qualche delinquente che sversa a cielo aperto. I fattori in gioco sono quindi tanti e il Mesima è uno di essi».
-Perché è così complicato individuare eventuali scarichi abusivi?
«E’ un tema importante sul quale si sono concentrate le inchieste dell’autorità giudiziaria. Tengo però a sottolineare che le cose sono leggermente migliorate, rispetto a qualche tempo fa.  Ora molte attività turistiche, ad esempio, sono a regime, sono collettate alle stazioni di pompaggio, quindi regolarmente collegate alla rete fognaria. Certo, ci sono ancora delle situazioni non pienamente in regola».
-Torniamo all’intervento sul Mesima. Ci parli di come è nata questa iniziativa.
«I comuni di Nicotera e Rosarno mi hanno investito di questo problema. Il 29 giugno, con i rappresentati dei due Comuni, ci siamo recati dal dirigente Pallaria, direttore generale del Dipartimento Ambiente e Lavori Pubblici della Regione, qui abbiamo interagito con il presidente Oliverio in conferenza telefonica. In tre giorni è arrivato il finanziamento. Il presidente sulla tempistica è stato pressante, ora dipende tutto dai Comuni, in primis quello di Nicotera, e dal Comune di Rosarno in via accessoria».
-Chi gestirà materialmente il denaro?
«Il Comune di Nicotera, che possiamo definire capofila nella gestione del finanziamento. La Regione ha elargito un contributo. Ovviamente, le varie fasi burocratiche e tecniche attengono alle competenze dei Comuni».
-In cosa consisterà esattamente questo intervento?
«Di professione faccio l’avvocato, non sono un tecnico, e non me ne intendo molto. Però ho visto il progettino. Si tratta di una serie di dune, come tante piccole dighe, un sistema che consentirà di trattenere i detriti trasportati dal fiume. Fermo restando che, alla fine della stagione balneare, la parte ricca di detriti dovrà essere bonificata. Ma questa sarà una questione che vedremo con l’Arpacal».
-In tempi di corruzione dilagante, chi vigilerà affinchè questo denaro sia impiegato in modo corretto e tutti soldi siano indirizzati verso quell’unico fine?
«La pubblica amministrazione deve agire con criteri di legalità e trasparenza. Noi saremo vigili sull’efficacia dell’intervento. Poi non è che possiamo sostituirci all’autorità giudiziaria».

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