Nicotera.
Da tre giorni il mare nicoterese si presenta semplicemente splendido. Dopo
qualche giorno da bandierina rossa, l’acqua è ritornata cristallina, come non
si vedeva da ormai troppo tempo. E anche sul fronte degli interventi da attuare
per arginare eventuali brutte sorprese ci sono delle novità. E’ infatti in
arrivo una ragguardevole somma da parte della Regione (72mila euro), che dovrà
essere impiegata per arginare la foce del Mesima, indiscutibilmente uno dei
fattori che causano l’inquinamento marino. Promotore dell’iniziativa il Consigliere
regionale di maggioranza Michele Mirabello, presidente della commissione Sanità
e Affari sociali culturali e formativi, che con efficacia e tempestività ha
risolto celermente una questione che non può attendere. Sensibile alla delicata
tematica, Mirabello ha rappresentato al presidente Oliverio il dramma che
interessa l’intero tratto costiero, un problema che lo scorso anno ha
letteralmente funestato l’economia e il turismo della cittadina costiera,
interessando anche la vicina Joppolo. Abbiamo rivolto qualche domanda al
politico originario di Capo Vaticano per fare il punto della situazione sul
problema mare».
-Onorevole,
in cosa consisterà questo intervento, anche rispetto ad opere dello stesso
genere attuate gli anni precedenti?
«Questo intervento può
definirsi un atto emergenziale. Siamo arrivati a luglio e il Mesima non ha
ancora ricevuto le opportune iniziative di bonifica. E’ un lavoro che servirà a
rendere il mare più balneabile. Rispetto alle altre opere di sbarramento della
foce del fiume è un sistema più approfondito. Sappiamo di interventi,
generalmente realizzati con 20 mila euro, che a volte bastava una semplice
mareggiata a spazzarli via. Bisogna attuare un’operazione un po’ più rigorosa,
per questo abbiamo stanziato un finanziamento di 72 mila euro. Tengo inoltre a
sottolineare che il Mesima non è un problema che riguarda solo Nicotera: questo fiume è una vera e propria
bomba ecologica che crea problemi a tutto il tratto costiero, dove insistono
numerose eccellenze turistiche che abbiamo il dovere di tutelare».
-E’
un intervento che si può definire risolutivo ?
«No. E’ un intervento
non risolutivo ma indispensabile, che ci può consentire un po’ di serenità,
almeno per l’estate in corso. Ma non ha un’efficacia che va oltre questa
stagione balneare. Intanto l’estate è quasi nel vivo, e bisogna intervenire
tempestivamente».
-Come
si potrebbe risolvere definitivamente il problema del Mesima?
«L’inquinamento
provocato dal Mesima è strettamente collegato alla questione della depurazione.
Sappiamo che decine di paesi dell’entroterra reggino o delle Serre non
posseggono adeguati sistemi di depurazione. Anzi sversano i loro liquami nel
fiume che puntualmente li consegnerà al mare».
-Lei
pensa che risolvendo il problema del Mesima si risolverà la questione
dell’inquinamento marino nel nostro tratto costiero? E’ davvero il Mesima la
causa di tutti i mali?
«Con realismo e serietà
le posso dire che l’inquinamento marino ha una serie di concause. Torniamo alla
questione dei depuratori. Molti non sono pienamente a regime, sono spesso
sottodimensionati: il numero della popolazione è fluttuate, d’estate aumenta in
modo esponenziale e gli impianti non riescono a smaltire un surplus di liquami,
le condotte spesso non sono sufficienti a smaltire il carico. Poi, c’è sempre
qualche delinquente che sversa a cielo aperto. I fattori in gioco sono quindi
tanti e il Mesima è uno di essi».
-Perché
è così complicato individuare eventuali scarichi abusivi?
«E’ un tema importante
sul quale si sono concentrate le inchieste dell’autorità giudiziaria. Tengo
però a sottolineare che le cose sono leggermente migliorate, rispetto a qualche
tempo fa. Ora molte attività turistiche,
ad esempio, sono a regime, sono collettate alle stazioni di pompaggio, quindi
regolarmente collegate alla rete fognaria. Certo, ci sono ancora delle
situazioni non pienamente in regola».
-Torniamo
all’intervento sul Mesima. Ci parli di come è nata questa iniziativa.
«I comuni di Nicotera e
Rosarno mi hanno investito di questo problema. Il 29 giugno, con i
rappresentati dei due Comuni, ci siamo recati dal dirigente Pallaria, direttore
generale del Dipartimento Ambiente e Lavori Pubblici della Regione, qui abbiamo
interagito con il presidente Oliverio in conferenza telefonica. In tre giorni è
arrivato il finanziamento. Il presidente sulla tempistica è stato pressante,
ora dipende tutto dai Comuni, in primis quello di Nicotera, e dal Comune di
Rosarno in via accessoria».
-Chi
gestirà materialmente il denaro?
«Il Comune di Nicotera,
che possiamo definire capofila nella gestione del finanziamento. La Regione ha
elargito un contributo. Ovviamente, le varie fasi burocratiche e tecniche
attengono alle competenze dei Comuni».
-In
cosa consisterà esattamente questo intervento?
«Di professione faccio
l’avvocato, non sono un tecnico, e non me ne intendo molto. Però ho visto il
progettino. Si tratta di una serie di dune, come tante piccole dighe, un
sistema che consentirà di trattenere i detriti trasportati dal fiume. Fermo
restando che, alla fine della stagione balneare, la parte ricca di detriti
dovrà essere bonificata. Ma questa sarà una questione che vedremo con
l’Arpacal».
-In
tempi di corruzione dilagante, chi vigilerà affinchè questo denaro sia
impiegato in modo corretto e tutti soldi siano indirizzati verso quell’unico
fine?
«La pubblica amministrazione
deve agire con criteri di legalità e trasparenza. Noi saremo vigili
sull’efficacia dell’intervento. Poi non è che possiamo sostituirci all’autorità
giudiziaria».
Nessun commento:
Posta un commento