Nicotera.
L’ingegnere
Antonio D’Agostino, presidente del Forum della Associazioni vibonesi, è il
tecnico nominato dall’assemblea dei manifestanti nicotersi, e membro della
delegazione che si è recata ieri mattina alla Regione per trattare le
importanti questioni riguardanti le necessità primarie della cittadina
costiera. Nell’intervista che segue illustra al Quotidiano le risultanze
dell’incontro con l’ingegnere Pallaria, dirigente del Dipartimento Lavori
Pubblici.
-Ingegnere,
com’è andato l’incontro alla Regione? Avete portato a casa i risultati sperati?
«Devo
premettere che quello che abbiamo avviato - di cui l’incontro odierno con i
responsabili regionali costituisce solo una tappa - è un percorso che è
iniziato due settimane fa con la presa di coscienza della comunità nicoterese
che ha gridato a gran voce che certi diritti fondamentali quali quello ad un ambiente pulito ed alla salute,
non possono essere negati. Non poter usare l’acqua per ventidue mesi non
soltanto per alimentarsi, ma anche per lavarsi o, addirittura, per lavare gli
indumenti, è stato un atto di negazione di quei diritti e, di conseguenza,
della dignità di un’intera comunità. Organizzare la protesta, nonviolenta e
pacifica, ma forte e determinata, è stato un atto di grande valenza sociale,
perché il popolo ha rivendicato l’esercizio di un potere/dovere inalienabile, garantito
in più di un articolo dalla nostra Costituzione. Resta il giudizio negativo e
l’amarezza per l’incomprensibile assenza del Sindaco e degli amministratori che
avrebbero dovuto essere in testa alle manifestazioni e che invece hanno
lasciato soli i propri amministrati.
Tornando
all’incontro negli uffici della regione, c’è da dire che è stato molto proficuo
perché, sulla base dell’analisi delle criticità, già evidenziate venerdì scorso
nel corso del tavolo tecnico con l’assessore regionale all’ambiente e col
dirigente del Dipartimento Ambiente e Territorio, si è passati all’individuazione
degli interventi da attuare, a partire da quelli di somma urgenza, garantendone
la copertura finanziaria ed i tempi di attuazione».
-Quanto
tempo ci vorrà per rendere Nicotera Marina una cittadina più vivibile? Quali
sono le sue criticità maggiori?
«Alcune criticità
possono essere risolte in tempi molto brevi. Parlo proprio dell’acqua potabile
che dovrebbe tornare tale attingendola dai pozzi che stanno per essere
realizzati con fondi comunali. Vi sono poi ulteriori somme (201.000 euro) messe
oggi a disposizione dalla Regione per altri pozzi, ma con tempi più lunghi per
le necessarie procedure di legge relative ai controlli sulla qualità dell’acqua
captata e, infine, vi è l’impegno della Sorical, assunto di fronte al Prefetto
di Vibo Valentia, di completare entro ferragosto alcuni interventi finalizzati
alla potabilizzazione dei pozzi ubicati in località Medma e che hanno dato
origine ai noti problemi dell’acqua contaminata.
Altre criticità, che
continuano ad affliggere Nicotera sono relative alle note condizioni del mare,
di cui ho avuto modo di parlare ampiamente in una precedente intervista. Vi
sono poi i problemi relativi alla rete fognante che presenta disfunzioni in più
punti. Nella riunione odierna presso la regione il dirigente ing. Pallaria ha
reperito risorse finanziarie importanti per i primi interventi urgenti. Non va
comunque dimenticato il problema della raccolta differenziata dei rifiuti che
ancora oggi stenta a partire».
-Sergio
De Marco della Sorical ha garantito, il 23 luglio in prefettura, nel corso
lavori del tavolo tecnico, che l’acqua che giunge nelle case di Nicotera Marina
è potabile.
«L’ing. De Marco non è
nuovo a tali affermazioni. Intanto la prima autorità sanitaria è il Sindaco che
ha opportunamente emesso l’ordinanza di divieto per l’uso umano. Raccomanderei
però al direttore tecnico della Sorical una maggior prudenza nel dare certi
giudizi che si commentano da soli e che, oltre a suonare come una provocazione
per i cittadini nicoteresi, potrebbero esporlo ad azioni legali per induzione a
consumare acque palesemente pericolose per la salute».
-
Per Angela Diano, dirigente Arpacal di Vibo Valentia, l’anomala colorazione del
nostro mare e il suo aspetto assai poco invitante è dovuto alla proliferazione
algale. La cosa dovrebbe confortare i cittadini, e invece cresce la sensazione
che sia ancora qualcos’altro da svelare. Cosa si sente di dire a tal proposito?
«Intanto non si
ripeterà mai abbastanza che la proliferazione algale è un sintomo che il nostro
mare è ammalato. Il motivo lo ha spiegato molto bene l’autorevole biologo
marino Silvio Greco ai cittadini nicoteresi. Si tratta di inquinamento da
eccesso di nutrienti (in un mare per sue caratteristiche oligotrofico) derivati
da carichi organici di vario tipo. Finalmente l’Arpacal incomincia a dirci di
quali alghe si tratta e mi sembra di aver letto che non tutte sono innocue
per la nostra salute. L’Arpacal comunque
non deve limitarsi a fare diagnosi ma deve anche interfacciarsi con gli altri
soggetti e cooperare all’individuazione ed alla rimozione delle cause».
-Come
pensate di attuare le iniziative che vi siete prefissati qualora mancasse la
fattiva collaborazione del sindaco di Nicotera- il quale, finora, si è
dimostrato assente e refrattario alla collaborazione?
«L’assemblea dei
nicoteresi ha già deciso che continuerà nel cammino intrapreso. Sarebbe davvero
assurdo che gli amministratori rinunciassero ad avvalersi dei risultati già
conquistati oggi dalla delegazione omettendo di predisporre gli atti richiesti
dalla Regione. A questo punto il vero e proprio ultimatum del Prefetto lanciato
venerdì scorso potrebbe sortire determinazioni gravi e irreversibili nei loro
confronti».
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