Nicotera.
Grande
esemplare di tartaruga “Caretta-caretta” in una stradina sterrata tra i massi
della scogliera “Preicciola”. L’animale, però, al momento del rinvenimento era
già morto. Ad accorgersi della sua presenza un gruppo di ragazzi che ieri
mattina si sono addentrati all’interno della scogliera per effettuare
un’escursione. L’esemplare ha una lunghezza pari ad un metro e venti; dimensioni
notevoli: sicuramente la tartaruga più grande finora rinvenuta su questo tratto
di costa tirrenica. Allertati i Vigili urbani e la Capitaneria di Porto, ma il
recupero della carcassa avverrà lunedì mattina. Interessati
dell’inusuale ritrovamento anche i veterinari e i periti del servizio Igiene dell’Asp che ieri stesso si sono recati nella zona del ritrovamento per effettuare una prima osservazione sul rettile marino. Constatata la morte dell'esemplare, con un martello, per come prevede la legge, i veterinari hanno rotto il guscio, poichè lo stesso è molto ambìto nel mercato clandestino: pare che un carapace di medie dimensioni possa fruttare fino a 1500 euro. In questi casi sono previsti anche
degli esami, da parte degli addetti ai lavori, per individuare la causa della
morte dell’esemplare. Le risultanze dei rilevamenti (dimensioni, specie, causa
della morte) verranno trasmessi al Centro
studi cetacei di Pescara che da trent’anni è un punto di riferimento e di
coordinamento per gli interventi e gli studi sui mammiferi e rettili marini. È
infatti fondamentale un’attenta attività di monitoraggio sulla presenza di tali
specie nei mari italiani e su eventuali migrazioni o rischi di estinzione delle
stesse. La tartaruga marina, piuttosto comune nel mar Mediterraneo, spiegano
gli esperti del WWF, «sono un tesoro a rischio di estinzione». Viene definita
“la chiave di volta” dell’ecosistema, in quanto, «sebbene si nutra anche di
alghe e piante acquatiche, è principalmente carnivora e, cibandosi di piccoli
invertebrati, molluschi, granchi e ricci di mare, con le potenti mascelle ne
rompono il guscio in frammenti, creando un nutrimento ricco di calcio per altri
pesci ed animali acquatici». Inoltre, la sua corazza «si trasforma spesso in
una tana o in un accogliente riparo per altri esseri viventi presenti nelle
acque marine». A minacciarne la sopravvivenza l’inquinamento chimico delle
acque; le reti da pesca che ogni anno intrappolano migliaia di esemplari; la
distruzione del loro habitat da parte dell’uomo per via del turismo di massa
nei luoghi di nidi, l’elevato traffico navale, la cementificazione e il degrado
dei litorali.
domenica 27 agosto 2017
Intervista al Commissario Nicola Auricchio.
Questa intervista è uscita il 17 maggio 2017.
Nicotera.
Dal
Giudice di pace al Centro per l’accoglienza dei migranti, dall’anagrafiche
tributaria al nuovo organico di palazzo Convento. Sono tanti i punti toccati
dal commissario Nicola Auricchio, membro della terna prefettizia attualmente
alla guida della casa municipale nicoterese, nell’intervista che segue. La
prima domanda che gli abbiamo rivolto riguarda il famigerato Centro per
l’accoglienza dei migranti che, secondo rumors sempre più insistenti, dovrebbe
presto essere allocato in una struttura alberghiera nicoterese.
«La terna commissariale-
ha argomentato Nicola Auricchio- è stata convocata in Prefettura, proprio
perché l’ufficio territoriale del Governo voleva avere contezza della
situazione, capire se, cioè, Nicotera ha la disponibilità per accogliere un Centro
per migranti. La risposta, al momento, è stata negativa, in quanto in città non
esistono delle associazioni in grado di occuparsi di una realtà del genere.
Anche se in generale, in tale ambito, le associazioni bypassano i Comuni ed
entrano direttamente in contatto con la Prefettura, la Commissione non ha notizie
in questo senso: nessun Centro di accoglienza è previsto debba nascere a
Nicotera. Anche perché, con il decreto ministriale “spalma migranti”, gli
ospiti dovrebbero essere tre ogni mille abitanti: Nicotera fa sei mila
abitanti, potrebbe accoglierne quindi solo 18, una cifra irrisoria in relazione
ai numeri delle persone che arrivano sulle nostre coste. La commissione
smentisce, dunque, le voci insistenti che circolano in paese ormai da mesi».
-Parliamo
dell’organico di palazzo Convento. Abbiamo assistito nei giorni addietro
all’uscita di scena del segretario Vincenzo Calzone e dell’arrivo del nuovo
responsabile dell’ufficio monocratico, Amelia Mariano Pagano. Ci sono altre
novità?
«Si. Sono in arrivo
altre quattro unità. Nell’ufficio tecnico avremo presto il funzionario
sovraordinato Marcello Romano, già dirigente dei Lavori Pubblici al Comune di
Reggio Calabria. Il Comune ha la necessità di portare a termine numerose e
importanti incombenze: il Piano regolatore, il Piano spiaggia, le concessioni
edilizie, le nuove concessioni demaniali della spiaggia. C’è il bisogno di
implementare il lavoro dell’ufficio tecnico anche in vista del rilancio
turistico di Nicotera».
-Ciò
vuol dire che l’attuale responsabile dell’ufficio tecnico, Carmelo Ciampa,
vedrà depotenziate le sue prerogative, poiché sarà alla direttive del dottor
Romano?
«Le ho già risposto».
-Le
altre unità in quale ambito sono previste?
«Avremo
altre due figure nella Polizia municipale. Sono due funzionari della Polizia
provinciale di Reggio Calabria. Il loro sarà un compito fondamentale: dovranno
infatti vigilare in fatto di acqua e sversamenti in mare. Due questioni, come
sappiamo, di grande importanza. Per quanto riguarda il mare, l’opera di
vigilanza è in linea con quanto stabilito di concerto con il governatore
Oliverio a Nicotera, lo scorso aprile, e cioè che anche la polizia municipale
dovrà vigilare per individuare eventuali sversamenti abusivi in mare. Per
quanto riguarda la questione acqua potabile, anche qui il Comune si propone di
monitorare i consumi di acqua, a volte inspiegabilmente eccessivi, tipo di
notte, dove in Marina, in queste settimane, si è registrato il consumo di 10
litri di acqua al secondo. Avremo poi una nuova figura nell’ufficio
finanziario. Un’area, anche questa, in cui urgono degli interventi: stiamo
lavorando per l’anagrafe tributaria telematica, creando una comunicazione on
line con i cittadini. In generale il settore tributi richiede una grande
revisione».
-La
videosorveglianza. Tema sempre attuale a Nicotera che ha l’eterno problema
della sicurezza.
«Anche in questo senso
cui siamo attivati. Stiamo elaborando e presentando un progetto per poter
attingere ai fondi Pon, secondo le direttive del Ministero dell’Interno in
ordine alla sicurezza».
-Il Giudice di pace. Altro tema attuale. Ci sono novità in merito?
«La riapertura in città
dell’ufficio del Giudice di pace ha dei costi non indifferenti, che rappresentano
per il Comune dei costi notevoli. Sarà necessario, infatti, distaccare due
dipendenti al servizio dell’organo decidente, senza contare le spese di
manutenzione dei locali. Una spesa importante per un comune oberato di problemi
da risolvere. Ciò nonostante abbiamo deciso di convocare una riunione alla
quale saranno invitate le forze politiche cittadine e le associazioni, per
concertare insieme una decisione. A giorni renderemo pubblico l’avviso
dell’incontro in cui i cittadini potranno confrontarsi, in ordine all’apertura
del’ufficio del Giudice di pace, con la terna prefettizia».
A processo il giovane di San Gregorio di Ippona accusato di stalkeraggio e atti persecutori nei confronti dell'ex fidanzata.
Inizierà il 7 settembre il processo contro Saverio Lacquaniti, 22enne
di San Gregorio di Ippona. Per lui il
Gip Gabriella Lupoli del Tribunale di Vibo Valentia ha chiesto il giudizio
immediato. Le accuse mossegli sono di stalking e danneggiamento seguito da
incendio. Il Lacquaniti era stato arrestato lo scorso maggio con l’accusa di
aver perpetrato una serie di atti di stalkeraggio ai danni dell’ex fidanzata.
La ragazza sarebbe stata vittima di percosse, pedinamenti, minacce e molestie.
L’atteggiamento persecutorio dell’arrestato le avrebbe procurato lesioni anche
nella sfera psichica tant’è che la vittima per mesi ha vissuto in un costante
stato d’ansia e di paura, stati d’animo scaturiti dal timore per l’incolumità
sua e dei suoi familiari e amici. La ragazza, per sfuggire alle morbose
attenzioni del suo ex, è stata costretta a modificare le sue abitudini di vita.
Aspetti ancor più gravi di questa storia riguardano la circostanza secondo cui
la vittima per tre volte, colta da disperazione, ha tentato il suicidio. Ma
altri inquietanti episodi emergono dalle trame della vicenda. Come quello in
cui il Lacquaniti avrebbe prelevato e fatto salire sulla sua autovettura la
giovane per condurla a Tropea per indicargli in quale locale aveva trascorso la
serata precedente. Nella stessa circostanza aveva agguantato il cellulare della
vittima verosimilmente per controllare il traffico delle chiamate e la
messaggeria. Un altro fatto risale al settembre del 2016: il 22enne si era
avventato contro il nuovo fidanzato della ragazza, prendendolo a calci e a
pugni, nella colluttazione anche la giovane ha riportato lesioni ad un braccio.
Ma l’escalation dei gesti persecutori messi in atto da Gregorio Lacquaniti doveva
ancora salire di livello, infatti nel primo maggio scorso ha dato alle fiamme
l’auto della madre della vittima. Nel contempo un corollario di altre azioni
violente: la rottura del vetro dell’auto della ragazza, gli schiaffi ad un suo amico,
le minacce
di morte al nuovo compagno, mentre quelle rivolte alla vittima
non si contavano più, sino al danneggiamento degli pneumatici dell’auto in
uso alla donna che finiva per perdere il controllo del mezzo e finire contro un muro.
Il giovane si trova
adesso ristretto in carcere. La sua difesa è affidata agli avvocati Francesco Stilo e Lucio Aragona
Arpacal sulle fioriture algali.
Questo articolo è uscito il 13 luglio 2017.
Nicotera. Niente
di nuovo, a parere dell’Arpacal, sotto il sole cocente di questi giorni. Si,
perché la nota che il Dipartimento provinciale Arpacal di Vibo Valentia ha
inviato ieri mattina al commissario prefettizio del Comune di Nicotera e al
prefetto di Vibo Valentia chiarisce che l’inquietante colore che imbratta il
blu del mare in questi giorni altro non è che una vecchia conoscenza del
litorale costiero nicoterese, ovvero la fioritura algale. E’ la stessa Angela Diano, dirigente del Dipartimento
di Vibo, che argomenta sullo stato dell’arte. “A seguito della segnalazione di
colorazione anomala delle acque antistanti il litorale di Nicotera- spiega la Diano-
il Dipartimento di Vibo Valentia ha acquisito il 31 maggio un primo campione di
acque di balneazione prelevato dalla Guardia Costiera nel tratto di mare
antistante la stazione di sollevamento (Tam Tam) del comune di Nicotera che
evidenziava, all’analisi microscopica, una fioritura microalgale. Anche nelle
giornate successive diverse segnalazioni comunicavano il perdurare
dell’alterazione del colore delle acque. Si acquisivano, pertanto, ulteriori
campioni sui quali sono state effettuate le analisi microbiologiche, chimiche e
microscopiche”. L’analisi microscopica sui campioni pervenuti all’Arpacal e
prelevati dai Carabinieri di Nicotera il 7 e l’8 giugno (nei pressi del fosso
S. Giovanni), e il 9 giugno (tratto di
mare antistante il lido “La rotonda” e a sud della struttura turistica Sayonara
sul lungomare di Nicotera, prelevati
dalla Guardia Costiera di Nicotera), “hanno
confermato la presenza di un’intensa fioritura in atto”. Il nome scientifico
dell’alga infestante è Gymnodiumin
litoralis, si tratta di una microalga non tossica. Ma i controlli non sono
finiti qui; infatti nella giornata di lunedì 12 i tecnici del Dipartimento,
impegnati nell’attività di controllo per il monitoraggio delle acque di
balneazione, “hanno riscontrato la persistenza del colore anomalo delle acque
di balneazione alla foce del fiume Mesima che si estendeva verso nord fino
all’area di balneazione denominata “800 m sud lido Sayonara” e hanno prelevato
ulteriori campioni”. Le analisi microscopiche attestano il perdurare della
fioritura. Solo a 200 metri a destra del fiume Mesima” è stata rilevata una
carica significativa di escherichia coli (450 mpn/100 ml).
MARE. La causa del disastro ambientale non è stata ancora individuata.
Questo articolo è uscito il 16 luglio 2017.
Nicotera.
Dalla
protesta contro le pessime condizioni del mare è passato esattamente un anno.
Si direbbe che l’occupazione del Comune, dei binari ferroviari, degli uffici
Igiene dell’Asp di Vibo, da parte del sodalizio civico “Movimento 14 luglio”,
non sia servito a nulla. Il mare, infatti, è sporco, esattamente come lo era un
anno fa, e come lo è da un ventennio a questa parte; un ventennio che è stato
fatale per il territorio, che ha visto chiudere attività ricettive e fuggire
frotte di turisti. L’inquinamento marino perdura: promesse, buone intenzioni,
esposti in procura e qualsivoglia altra iniziativa, non hanno scalfito di un
millimetro una situazione ormai incancrenita. Uno stato di cose così talmente
tanto fossilizzato che si è forse giunti al punto che scrivere che “il mare è
sporco” non è più una notizia che indigna, che induce qualcuno a trovare una
soluzione. L’impraticabilità delle acque marine sta diventando una cosa ovvia,
talmente ovvia da diventare normale. La rassegnazione scaturisce dall’amara
constatazione, tra le altre cose, che la vibrata protesta dello scorso anno non
ha dato i frutti sperati. A condire il tutto ci sono poi le analisi
dell’Arpacal che testimoniano che quel lordume percepibile ad occhio nudo altro
non è che fioritura algale. Un ipse dixit difficile da scalfire. Una sentenza
che non ammette repliche. Eppure nemmeno un mese fa la professoressa Silvia
Mazzuca, nel corso di un tavolo tecnico organizzato dalla terna commissariale,
in un brillante intervento aveva spiegato da cosa scaturiscono le cosiddette
fioriture algali: «Trattasi di decomposizione di rifiuti organici, cioè
fognari, che, per effetto della luce e del calore estivo, “germogliano” fino a
diventare alghe, non tossiche, ma sicuramente nocive all’ambiente e all’uomo». La
Mazzuca, docente di Biologia marina all’Unical, sapeva il fatto suo, e ha
argomentato, senza troppi giri di parole, che quelle macchie sono escrementi
germogliati. Sul punto, però, l’Arpacal non è d’accordo. In una recente nota,
l’Agenzia regionale per l’Ambiente, ha argomentato che non si può stabilire con
certezza se la fioritura algale dipenda dalla decomposizione di escrementi
oppure no, se siano, cioè, la spia sicura di sversamenti fognari in mare. “Gli
scienziati ne stanno ancora discutendo”, scriveva l’Arpacal. Nel mentre della dotta
discussione, però, la gente tira via gli ombrelloni dalla spiaggia, i gestori
dei lidi vedono assottigliare il loro volume di affari, l’economia muore e
tutto va alla malora. Ma sullo sfondo di tutto ciò, pare ancora di sentire le
parole del governatore Oliverio, quel giorno di aprile in cui giunse a Nicotera
per parlare di questo dramma. La presenza di prefetto e Forze dell’ordine non
erano casuali, annunciavano anzi un controllo quasi militare del territorio.
Ma, a quanto pare, se uno sversamento c’è è così ben nascosto agli occhi di
tutti che per scovarlo non bastano le ruspe, forse sarebbe sufficiente
rovistare a dovere nell’Ufficio tecnico comunale.
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