domenica 27 agosto 2017

Nella città della Dieta mediterranea ipertensione e gastrite capillarmente diffuse. Non ci sono più i valori ematochimici del 1957. Un potenziale rimasto lettera morta, in quanto i nicoteresi non hanno saputo capitalizzarlo.



Nicotera. Città della Dieta mediterranea di riferimento. Questo l’appellativo che detiene la cittadina costiera in virtù della famosa visita dello scienziato americano Ancel Keys, esattamente sessant’anni fa, nel 1957. Lo studio che l’accademico statunitense condusse sulle abitudini alimentari dei nicoteresi, comparate con le analisi ematochimiche, stabilì che i cittadini di Nicotera non sapevano cosa fosse il diabete, o la colesterolemia. Allo stesso modo, la mortalità per cause cardiovascolari erano bassissime rispetto ad altre aree geografiche sottoposte alle indagini di Keys. Lo studioso del Minnesota lasciò Nicotera non senza prima averle consegnato un interessantissimo report che documentava che la cultura alimentare del paese era fonte di buona salute e longevità. Ma non solo. Quel lascito conteneva in sé un enorme potenziale di sviluppo che stava all’intelligenza e intraprendenza dei nicoteresi saper capitalizzare. Si cominciò a parlare di Dieta mediterranea, riconosciuta dall’Unesco come bene immateriale da proteggere, salvaguardare e incentivare. Ma dopo sessant’anni è lecito chiedersi se, e come, la cittadina costiera abbia saputo fare tesoro di tale enorme patrimonio. Un dato, su tutti, merita di essere sottolineato: se Ancel Keys venisse adesso a Nicotera probabilmente non la incoronerebbe più come città madre della Dieta Mediterranea. I dati forniti infatti dalle farmacie cittadine illustrano un nicoterese afflitto da ipertensione e gastrite cronica. I farmacisti, infatti, spiegano che le medicine più vendute sono quelle contro l’ipertensione arteriosa che affligge un numero considerevole di persone, anche tra i più giovani. Un’altra ragguardevole vendita riguarda i farmaci contro i disturbi dello stomaco, come la dispepsia e il reflusso gastroesofageo- quindi ancora una volta un disturbo correlato all’alimentazione. Sul podio dei più venduti anche i farmaci Inibitori Selettivi della Ricaptazione della serotonina, meglio noti con il nome di psicofarmaci. Si può quindi dire che della gloriosa dieta mediterranea nelle abitudini dei nicoteresi è rimasto ben poco. E forse non solo per una questione strettamente alimentare. C’è infatti da tenere conto che anche lo stile di vita è cambiato: negli anni ‘50 la gente soleva percorrere chilometri a piedi per raggiungere i campi, oggi invece la sedentarietà è diffusissima. Ma c’è un altro punto che non può essere ignorato. Un punto fondamentale cui si accennava, e cioè se, e come, questo grande patrimonio sia stato trasformato in volano di sviluppo capace di risollevare economicamente le sorti del territorio. Sarà stata la proverbiale vocazione impiegatizia dei nicoteresi, saranno state le poco fortunate congiunzioni politiche e sociali, sta di fatto che i cittadini della città madre della Dieta mediterranea non sono mai riusciti a farsi imprenditori di questa formidabile risorsa; non hanno mai saputo capitalizzare un patrimonio, né far fruttare una imperdibile opportunità. Allo stato attuale Nicotera ha il titolo di “città della Dieta mediterranea di riferimento”. Ma volendo essere concreti e guardare ai fatti, di tale cultura alimentare e stile di vita non sono rimaste che delle splendide foto in bianco e nero. Né ristoranti tipici, né imprese che promuovano il marchio, né negozietti caratteristici in cui proporre ai turisti le piccole o grandi specialità della Dieta mediterranea made in Nicotera. Se qualche briciola dovesse arrivare per la città probabilmente le cadrà dall’alto, forse grazie all’attuale legge Greco/Franco, del 2015, che prevede che la cittadina costiera ospiti l’Osservatorio della dieta mediterranea.

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