Nicotera.
Città della Dieta mediterranea di riferimento. Questo l’appellativo che detiene
la cittadina costiera in virtù della famosa visita dello scienziato americano
Ancel Keys, esattamente sessant’anni fa, nel 1957. Lo studio che l’accademico
statunitense condusse sulle abitudini alimentari dei nicoteresi, comparate con
le analisi ematochimiche, stabilì che i cittadini di Nicotera non sapevano cosa
fosse il diabete, o la colesterolemia. Allo stesso modo, la mortalità per cause
cardiovascolari erano bassissime rispetto ad altre aree geografiche sottoposte
alle indagini di Keys. Lo studioso del Minnesota lasciò Nicotera non senza
prima averle consegnato un interessantissimo report che documentava che la cultura
alimentare del paese era fonte di buona salute e longevità. Ma non solo. Quel
lascito conteneva in sé un enorme potenziale di sviluppo che stava
all’intelligenza e intraprendenza dei nicoteresi saper capitalizzare. Si
cominciò a parlare di Dieta mediterranea, riconosciuta dall’Unesco come bene
immateriale da proteggere, salvaguardare e incentivare. Ma dopo sessant’anni è
lecito chiedersi se, e come, la cittadina costiera abbia saputo fare tesoro di
tale enorme patrimonio. Un dato, su tutti, merita di essere sottolineato: se
Ancel Keys venisse adesso a Nicotera probabilmente non la incoronerebbe più
come città madre della Dieta Mediterranea. I dati forniti infatti dalle
farmacie cittadine illustrano un nicoterese afflitto da ipertensione e gastrite
cronica. I farmacisti, infatti, spiegano che le medicine più vendute sono
quelle contro l’ipertensione arteriosa che affligge un numero considerevole di
persone, anche tra i più giovani. Un’altra ragguardevole vendita riguarda i
farmaci contro i disturbi dello stomaco, come la dispepsia e il reflusso
gastroesofageo- quindi ancora una volta un disturbo correlato all’alimentazione.
Sul podio dei più venduti anche i farmaci Inibitori Selettivi della Ricaptazione della serotonina, meglio noti con
il nome di psicofarmaci. Si può quindi dire che della gloriosa dieta
mediterranea nelle abitudini dei nicoteresi è rimasto ben poco. E forse non
solo per una questione strettamente alimentare. C’è infatti da tenere conto che
anche lo stile di vita è cambiato: negli anni ‘50 la gente soleva percorrere
chilometri a piedi per raggiungere i campi, oggi invece la sedentarietà è diffusissima.
Ma c’è un altro punto che non può essere ignorato. Un punto fondamentale cui si
accennava, e cioè se, e come, questo grande patrimonio sia stato trasformato in
volano di sviluppo capace di risollevare economicamente le sorti del
territorio. Sarà stata la proverbiale vocazione impiegatizia dei nicoteresi,
saranno state le poco fortunate congiunzioni politiche e sociali, sta di fatto
che i cittadini della città madre della Dieta mediterranea non sono mai
riusciti a farsi imprenditori di questa formidabile risorsa; non hanno mai
saputo capitalizzare un patrimonio, né far fruttare una imperdibile
opportunità. Allo stato attuale Nicotera ha il titolo di “città della Dieta
mediterranea di riferimento”. Ma volendo essere concreti e guardare ai fatti,
di tale cultura alimentare e stile di vita non sono rimaste che delle splendide
foto in bianco e nero. Né ristoranti tipici, né imprese che promuovano il
marchio, né negozietti caratteristici in cui proporre ai turisti le piccole o
grandi specialità della Dieta mediterranea made in Nicotera. Se qualche briciola
dovesse arrivare per la città probabilmente le cadrà dall’alto, forse grazie
all’attuale legge Greco/Franco, del 2015, che prevede che la cittadina
costiera ospiti l’Osservatorio della dieta mediterranea.
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