Nicotera.
Sono molti gli obiettivi centrati dalla Terna
commissariale. Obiettivi che spaziano dalla bocciatura del Piano regolatore a
quelli relativi al decoro della città. Un lavoro che però non basta a definire
il quadro completo della programmazione che la Terna si era prefissata di
portare a termine già all’indomani del suo ingresso nel municipio costiero nel
gennaio del 2017. Diciannove mesi sono
passati da allora e, anche se gli inviati commissariali hanno tentato di
risollevare la cittadina da uno stato di perdurante abbandono, molto altro
attende ancora di essere risolto. Il settore finanziario è stato quello su cui
la Commissione ha puntato maggiormente l’attenzione. Un settore da troppo tempo
gravato da una spada di Damocle- il dissesto economico- che incombe su palazzo
Convento dall’agosto del 2012, quando, cioè, la prima denuncia, sporta dalla
Terna commissariale guidata dall’allora prefetto in quiescenza Palmieri, rivelò
che il Comune costiero era stato sistematicamente e impunemente depredato dalla
Sogefil, società cosentina di riscossione tributi. Un saccheggio che costò ai
contribuenti nicoteresi più di otto milioni di euro, finiti nelle tasche di chi
sa chi, anche se ufficialmente a pagare per tutti sono stati i titolari della
società cosentina. Le cose da allora non sono andate che peggiorando: l’aumento
dei debiti fuori bilancio nonché una serie di altri debiti maturati dal Comune
nei confronti della Regione, di altri comuni, di privati, la mala gestione
delle casse dell’ente e la continua richiesta di anticipazioni di cassa durante
l’esecutivo Pagano non hanno fatto altro che aggravare la situazione. Essendo
impossibilitato a pagare i debiti, e nel contempo a progettare investimenti per
la città, il Comune, a parere della Commissione straordinaria, non poteva fare
altro che dichiarare dissesto economico. Una scelta estrema ma necessaria.
D’altronde era ben chiaro a tutti che ormai da troppo tempo il municipio
costiero marciava sull’orlo del precipizio finanziario, mancava solo la sua
formalizzazione ufficiale, che è stata firmata dall’attuale commissione
antimafia.
Altro punto
perennemente all’ordine del giorno è il ripristino della legalità. Una delle
azioni più efficaci è stata quella relativa alla lotta degli allacci abusivi
alla rete idrica comunale da parte di centinaia di cittadini, quasi tutti
residenti in Marina. Nel contempo è stata posta in essere l’informatizzazione degli
uffici comunali al fine di poter monitorare meglio la gestione della cosa
pubblica, in specie nell’area tecnica, settore strategico da cui sono passate
storture e malefatte ormai documentate.
Sempre nell’ambito
della pubblica amministrazione la Terna ha programmato la creazione di
un’anagrafe tributaria informatizzata per combattere l’evasione fiscale. Altri
due punti fondamentali sono l’assegnazione dell’appalto della raccolta
differenziata, che dovrebbe partire a metà ottobre e la partecipazione a un bando
emesso dal Ministero dell’Interno, e riservato ai Comuni sciolti per mafia, che
permette al municipio costiero di poter accedere a dei finanziamenti per
l’installazione della video sorveglianza. Sempre sul piano della sicurezza è
stata sottoscritta formale richiesta alla Prefettura di potenziare la stazione
dei Carabinieri e l’apertura di un distaccamento del Commissariato di Polizia,
che dovrebbe essere allocato nell’Elefantino rosso, immobile confiscato alla
cosca locale. Sul piano del rimpinguamento delle casse dell’ente, il Comune ha
proceduto al recupero delle somme di occupazione del suolo pubblico e quelle
relative all’occupazione del mercato settimanale. Per quanto riguarda il
settore tecnico, è stato rimosso dal ruolo di responsabile il plurindagato
ingegnere Carmelo Ciampa. Ora al suo posto c’è l’architetto Bruno Doldo. Con al
timone il nuovo dirigente si è provveduto a mettere in stand by l’approvazione
del Piano regolatore messo a punto dalla Giunta Pagano. Anzi, il documento è
stato proprio bocciato in attesa di ricevere significative manomissioni nel
segno di un radicale miglioramento oltre che ripulirlo da una sospetta
conversione di decine di terreni agricoli in edificabili.
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