mercoledì 3 ottobre 2018

Marasco: "Mi candido perchè Nicotera non diventi la San Luca del vibonese"


 Nicotera. E’ ufficialmente cominciata la campagna elettorale di Pino Marasco. Benchè sommerso dagli impegni di lavoro, cerca di ritagliarsi degli spazi per poter incontrare i compaesani e convincerli a recarsi alle urne domenica 21 ottobre. Com’è noto, essendo il solo in campo, deve abbattere la soglia del quorum. In pratica, i cittadini da portare alle urne sono 3418. Una cifra che però deve essere modificata per difetto: vanno infatti rimossi i nomi degli aventi diritto deceduti nell’ultimo anno. La cifra rimane sempre notevole ma ciò non spaventa affatto Pino Marasco che anzi appare propositivo e ottimista. Gli chiediamo cosa l’ha spinto a candidarsi in una congiuntura storica così difficile per il paese, e se lo spaventa il fatto di dover sfidare i numeri, in mancanza di avversari in carne ed ossa.
«La mia candidatura a sindaco- ha spiegato- nasce da un mio forte senso di responsabilità nei confronti di questo paese che non merita di essere abbandonato al suo destino. Dobbiamo tutti vestirci di coraggio civico e affrontare questa sfida». L’obiettivo di Marasco è risollevare Nicotera e non permettere «che sia annoverato dalle cronache come un secondo San Luca, paese della locride che, com’è noto, dopo tre scioglimenti non ha più avuto dei candidati a sindaco, divenendo il simbolo della sconfitta della passione civile e politica dei cittadini».
«Questa è stata una delle motivazioni- precisa ancora l’aspirante primo cittadino- che mi ha spinto a candidarmi. A Nicotera, nonostante i numerosi problemi che ha, c’è ancora fermento politico, arde il fuoco sotto la cenere. Anzi, colgo l’occasione per ringraziare i compagni di lista che mi accompagneranno in questa avventura: devo molto al loro coraggio e alla loro vitalità politica. Non sarebbe stato giusto, per noi stessi e per il paese che andiamo a consegnare ai nostri figli, gettare la spugna e farlo diventare il San Luca del vibonese». Esiste dunque una “vivacità politica” a Nicotera, tiene a sottolineare, prova ne è il fatto che vi erano altre due  coalizioni pronte a scendere in campo. Anzi, a tal proposito esprime rammarico per la mancata presentazione delle liste da parte di quelli che avrebbero dovuto essere i suoi avversari: «Mi spiace che i loro sforzi, i loro tentativi di mettere insieme un gruppo da presentare agli elettori non siano stati ripagati. Apprezzo comunque la loro volontà di cimentarsi in questa tornata elettorale».
Ma adesso che nell’agone politico c’è solo lui, gli chiediamo come intendere convincere i concittadini a dargli la fiducia. «Perché tengo a questo paese e alle sue sorti», argomenta, ma non solo. «Dobbiamo sottrarre Nicotera a questa lunga fase della gestione commissariale che ha trascurato i servizi essenziali, rendendo più difficile la vita delle persone». Ma questo, aggiunge, non significa affatto che dell’operato della commissione straordinaria bocci tutto: «Ci sono cose- precisa- di cui intendo seguire i dettami. Ad esempio, quelli inerenti il Psc. In tale ambito mi atterrò alle impostazioni commissariali e alle linee guida della Regione». Ma il buon governo di Pino Marasco dovrà basarsi soprattutto sulla «collaborazione fattiva della gente», tramite le associazioni o dei “gruppi di lavoro” che egli intende creare a palazzo Convento. Per l’aspirante sindaco è di fondamentale importanza che i cittadini si sentano parte attiva e dinamica della res pubblica. Ha in mente di creare dei tavoli di concertazione cui tutti possano far parte. «Le associazioni- argomenta- avranno un ruolo fondamentale, se lo vorranno. Intendo avvalermi del loro appoggio e del loro sostegno». E poi ci sono i grandi temi che lo attendono: Ambiente, sicurezza, sanità, opere pubbliche, politiche sociali, nonché le recentissime grane correlate alle piogge alluvionali che hanno flagellato il paese. E’ ben consapevole del lavoro che lo attende, semmai dovesse sfondare il tetto del quorum. Probabilmente attingerà a piene mani nella sua lunga esperienza di amministratore e di politico, nella speranza che un po’ fortuna lo assista e nessun ostacolo lo faccia inciampare.

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