venerdì 20 dicembre 2013

18 dicembre- giornata mondiale del migrante- Aumentano gli stranieri presenti in Italia, la maggioranza sono romeni.



Nicotera.  18 dicembre. Giornata internazionale del migrante e del rifugiato. Lo ha stabilito nel 1990 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, in seguito all’adozione della Convenzione internazionale per la tutela dei diritti di tutti i lavoratori immigrati. Il 18 dicembre di ogni anno è il momento in cui si focalizza maggiormente l’attenzione, da parte di tutte le istituzioni mondiali, sul dramma dei popoli migranti, sui loro diritti negati, sulla tematica dell’integrazione e su quella sempre attuale del razzismo.
In Italia. L’Istat ci fornisce un quadro chiaro e puntuale sui numeri degli stranieri presenti in Italia. Gli stranieri residenti in Italia al primo gennaio 2013 sono 4.387.721. 334 mila in più rispetto all'anno precedente (+8,2%).
Ma quali sono le nazioni maggiormente rappresentate sul suolo italiano? E’ sempre l’Istat a snocciolare, con dovizia di particolari, nazionalità e numeri.
In tutto sul suolo italico si trovano i rappresentanti di ben 194 Paesi. Nelle prime cinque posizioni troviamo, in ordine di rilevanza numerica, la Romania, l’Albania, il Marocco, la Repubblica Popolare Cinese e l’Ucraina. Il fatto che i cittadini più numerosi siano i romeni e gli albanesi, può essere facilmente spiegato con gli accordi di Schengen, secondo i quali è ammessa la libera circolazione tra gli stati comunitari, eliminando così i controlli alle frontiere.
I romeni I romeni sono dunque in pole position nella classifica Istat. Anzi, si può dire che l’Italia detiene il primato europeo per presenza di cittadini romeni sul proprio territorio, ben 1.071.342 (+20% in due anni), sul totale di 2,5 milioni di romeni presenti in tutta l'Ue
Nel Vibonese. Il Vibonese rispecchia fedelmente il trend nazionale. Infatti anche qui i residenti stranieri maggiormente numerosi provengono dalla Romania.
In totale gli stranieri presenti sono 5.801 e rappresentano il 3.5% della popolazione residente. Di questi 1.904 sono romeni, e rappresentano quasi il 33% della popolazione straniera. Seguono bulgari, ucraini, polacchi, e, a sorpresa, tedeschi (101 presenze). Andando nello specifico, rileviamo che il capoluogo conta 1.126 immigrati, prevalentemente romeni e marocchini.
Il secondo comune del Vibonese ad ospitare più stranieri è Pizzo, con 487 presenze. Ben il 95% per cento è costituito da bulgari, e ciò suggerisce che la cittadina murattiana ospita una piccola comunità. A Tropea troviamo 307 stranieri, romeni e ucraini. Nicotera le presenze straniere sono 234, anche qui troviamo romeni, ucraini e polacchi. Rombiolo, 233 stranieri, quasi tutti romeni. Tutti gli altri comuni del Vibonese rispecchiano questa tendenza, maggiore presenza di romeni, a seguire marocchini, albanesi e bulgari. Mentre i cittadini della Repubblica Popolare cinese oscillano, in quasi tutti i comuni, dal 7 al 9% sul totale degli immigrati.
Solidarietà e lavoro Come vivono gli stranieri presenti sul suolo vibonese? Si sentono inseriti nella società o discriminati? Focalizziamoci sulla comunità maggiormente presente, quella romena. In genere, gli uomini lavorano nell’edilizia e nell’agricoltura, le donne impiegate nel servizio alla persona. Mandano i figli a scuola, la quale si attiva per eliminare ogni forma di discriminazione, e per facilitare l’inserimento nella scuola e nella società dei piccoli immigrati. Tanta la solidarietà. A Limbadi, le associazione più sensibili alle esigenze delle minoranze, organizzavano raccolte fondi per donare aiuti economici alle famiglie romene. Quando però i civici sodalizi presero atto che molti di essi usano i soldi, frutto delle beneficenze, per acquistare alcool da scolare fin dal primo mattino, forse per anestetizzare il dolore causato una vita grama, non fornirono più denaro, ma derrate alimentari.
Valerica  Valerica è romena, ha 40 anni, ma ne dimostra almeno dieci di più. Da ragazza doveva essere molto bella, pelle chiari, capelli rossi e occhi verdi. Tuttavia, una vita di fatica e di lotta per la sopravvivenza le hanno rubato la bellezza. Si è trasferita a Limbadi parecchi anni fa, ha lasciato in Romania gli anziani genitori. La scelta di partire era obbligata, perché la sua patria  non offriva a lei a i suoi figli di che vivere. E’ arrivata in Italia, piena di paura e di speranza, con due figli piccoli e il marito. Adesso Valerica fa la collaboratrice domestica; instancabilmente, svolge qualsiasi mansione. Il marito lavora saltuariamente nell’edilizia e nell’agricoltura. I due figli frequentano la scuola. Lei tenta ogni giorno di rendere migliore la sua vita e la vita della sua famiglia. La società limbadese l’ha accolta, e cerca sempre di farla sentire a casa. In fondo, i calabresi sono anch’essi un popolo di migranti.



 


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