Nicotera.
Il
28 settembre 1482 re Ferrante d’Aragona ordina al comandante della piazza di
Nicotera di eseguire lavori di
fortificazione a difesa della città, e in particolare, di riattivare due
vecchie torri: l’una detta di Santa Maria dell’Agnone, l’altra, detta di
Parnasso. I due baluardi servivano alla città per monitorare il mare, sempre
infestato di navigli saraceni, da cui sbarcavano spietati predatori arabi.
La località Agnone
ospitava dunque anticamente una torre di controllo. Del portentoso presidio di
difesa il tempo non ha lasciato nemmeno una pietra, ma solo una stradina
sterrata e un toponimo che racconta il dramma di un popolo costretto a
difendersi dalle incursioni nemiche.
Tale strada era
abitualmente percorsa da flotte di persone che, da Nicotera, si recavano in Marina,
o viceversa. Ma anche adesso si possono vedere dei temerari che la percorrono
per raggiungere Nicotera Marina; d’estate moltissimi turisti, una volta giunti
alla stazione di Nicotera, vi si avventurano in direzione del mare.
L’Agnone è di per spettacolare:
offre un paesaggio magnifico sulla Piana di Gioia Tauro. Potrebbe essere un
incantevole percorso per gli amanti delle escursioni all’insegna di paesaggi
mozzafiato e del contatto con la natura selvatica, se non fosse che il sentiero
è completamente divorato dall’incuria. La strada è ricoperta dalla crescita
incontrollata delle erbacce e dallo sgretolarsi del viottolo sotto l’effetto
del tempo e degli agenti atmosferici.
In realtà il vero problema
dell’Agnone non è l’incuria e l’abbandono a se stessa. Il vero dramma è che
essa nasconde nel suo ventre una bomba idrogeologica, che assume, di anno in
anno, aspetti sempre più minacciosi. Si tratta di un canalone naturale
formatisi spontaneamente negli ultimi tempi, a causa dell’irruenza e
dell’abbondanza delle piogge torrenziali e del mancato monitoraggio di un
fenomeno che invece necessitava, e necessita, di una notevole attenzione, oltre
che di interventi mirati a prevenire insidie sempre più concrete. Il torrente
si è formato da un preesistente canale di scolo, costruito durante il ventennio
fascista, in occasione dell’inaugurazione della ferrovia, che taglia in due
località Agnone. Tale canale doveva servire a raccogliere le acque piovane che
giungevano dalla stazione; è lungo 200 metri: si interrompe infatti ad un certo
punto del versante, qui le acque provenienti dalla stazione imbevevano il
terreno argilloso. Adesso, a causa delle “bombe d’acqua” cui si assiste sempre
più frequentemente, questo canale ha dato vita a un nuovo torrente, che, come
una divinità delle intemperie, si risveglia in caso di piogge battenti e
irruente. Ad un certo punto tale torrente assume le fattezze di una cascata,
quasi come un orrido, le cui acque scendono portentose a strapiombo fino a
giungere alla Marina di Nicotera, trascinando con sé detriti e fanghiglia. A
pochissimi metri dal centro abitato.
Il nuovo torrente erode
lentamente il versante argilloso. Inoltre, si tenga presente che località
Agnone è solcata da altri due antichissimi torrenti: il Santa Barbara e il
Testa. Questo nuovo torrente non ha ancora un nome. La speranza di chi ne ha
scoperto l’esistenza è che non ci sia bisogno di battezzarlo, e che si provveda
anzitempo a prevenire i suoi effetti nefasti nella sottostante Marina. Infatti
mentre il Testa e Santa Barbara si immettono nel San Pietro, il novello
torrente minaccia di gettarsi a valle, a due passi dalle abitazioni.
Questo fenomeno
documenta i preoccupanti effetti dei cambiamenti climatici uniti all’incuria e
alla mancata tutela del territorio. Gli effetti insomma di quello che oggi si
definisce dissesto idrogeologico, un fenomeno notoriamente collegato con i
grandi cambiamenti climatici degli ultimi anni, uniti a cause antropogeniche.
E proprio in tema di
cambiamenti climatici, si è tenuta qualche mese fa a Lecce la prima conferenza annuale della Società Italiana per
le Scienze del Clima. Le ricerche presentate dagli studiosi rappresentano un
vero e proprio campanello di allarme per il territorio. Località Agnone
comprova la veridicità dei proclami degli esperti.
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