domenica 22 dicembre 2013

La variante Nicotera- Limbadi, opera pubblica costata 853 mila euro, mostra segni di frane e cedimenti





Nicotera. Il 14 novembre del 2008 fu inaugurata la variante Nicotera Limbadi. Grande l’entusiasmo dei presenti al varo della nuova arteria che doveva collegare Nicotera Limbadi, bypassando la piccola e stretta frazione di Badia, dove il traffico si congestionava e creava disagi agli automobilisti che percorrevano nei due sensi di marcia l’angusta stradina di collegamento tra i due comuni.
Presenti all’inaugurazione Francesco De Nisi, l’allora presidente della Provincia; il vice presidente con delega ai lavori pubblici Giuseppe Barbuto; l’assessore Paolo Barbieri; il dirigente dell’ufficio tecnico provinciale Francesco De Fina; il direttore dei lavori Francesco Teti, e, naturalmente i sindaci di Nicotera e di Limbadi.
Insomma, presenti tutte le autorità, come si conviene quando si inaugura un’opera pubblica. Autorità che hanno ovviamente espresso plauso e vivo entusiasmo per la realizzazione di un’opera che Barbuto definì «il punto di partenza per un territorio che ha grandi potenzialità, la prima delle infrastrutture che saranno messe in opera in questo comprensorio necessarie alla crescita infrastrutturale, culturale e sociale». E così, anche con il conforto della benedizione di due sacerdoti, la variante fu aperta all’uso dei cittadini che così evitavano di ritrovarsi inscatolati nella strettoia di Badia.
Peccato però che la strada salutata con grande entusiasmo dalle compiaciute autorità, dopo soli tre mesi dalla sua inaugurazione cominciò a mostrare segni  di cedimenti. Dei veri e propri prolassi del manto stradale indussero gli amministratori a chiuderla, per porre in atto degli aggiustamenti. I lavori di risanamento della strada, in realtà, da quel gennaio 2009, data del primo segno di cedimento, non finirono mai. In questi anni si sono sempre succeduti dei continui ritocchi perché la variante, specie in prossimità del fosso Gattota, oltre a mostrare una preoccupante convessità, tende a sfaldarsi ai due lati.
Ma cosa è andato storto nella realizzazione della variante? La Provincia intese intervenire e realizzare la strada su sollecito dei comuni di Nicotera e di Limbadi, nel tentativo di sanare la criticità della rete viaria di Badia. E così si pensò alla realizzazione di questa arteria di collegamento, lunga circa 900 metri e che costò all’ente, e quindi ai cittadini, 853 mila euro. Il percorso sul quale si snoda è solcato da ben due fossi. Nel primo, il Gattota, oltre a raccogliere le acque piovane, si sversano anche i reflui fognari della frazione Badia. L’altro sembra avere una minore portata delle acque, ma è pur sempre un ricettacolo delle piogge, che, specie durante l’inverno, diventano assai corpose. Benché siano stati costruiti dei scatolari di cemento armato nel quale convogliare le acque, e quindi evitare la progressiva erosione del terreno al di sotto del manto stradale, la variante ha continuato a “prolassare” e a subire una continua erosione sui lati, specie la parte al di sopra del Gattota: sembra che il territorio friabile e cedevole che vede lo scorrimento dell’arteria, sia stato “riempito” con terra di riporto, ciò rende la tenuta della strada assai precaria. Altra grossa incognita della variante è che gli scatolari rischiano di ostruirsi, a causa di detriti e vegetazione, creando anche un rischio idrogeologico. A tal proposito val la pena di ricordare che un operaio addetto alla disostruzione di uno scatolare è stato travolto dalle acque e ha rischiato di diventare l’ennesima morte bianca che funesta il mondo del lavoro.
L’assessore Marasco nel 2004 (giunta Adilardi) aveva proposto di dare inizio al percorso della variante in un’area antistante l’ingresso di Badia, evitando così di far passare la strada sul pericoloso Gattota, in tal modo si sarebbe risparmiato anche sui costi di costruzione. La richiesta di Marasco non fu accolta. Il resto è storia recente. Storia di frane, cedimenti e dissesti, non solo idrogeologici.



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