giovedì 23 luglio 2015

Mare 2. Giornata nera il 19 luglio.



Nicotera. «Per me la stagione balneare, il mio lavoro, i miei introiti, è finito tutto ieri. E’ il 20 luglio, il mare è quello che è, i bagnanti scappano via: colpa del mare, irrecuperabile». E’ questo l’amaro sfogo reso alla cronista dal gestore di un lido a Nicotera Marina, ieri mattina, all’indomani di una caldissima domenica d’estate che si è rivelata un disastro per gli operatori del settore. Il problema è sempre quello: il mare decisamente non fruibile, una situazione che definire semplicemente un problema è riduttivo, se non eufemistico: sarebbe più esatto dire che quello che si prospetta di fronte agli occhi di turisti e residenti è una situazione emergenziale che investe l’aspetto sanitario, oltre che quello economico. La questione mare sta infatti mettendo in ginocchio quel poco di turismo che ancora resiste.
Si è toccato il fondo proprio domenica scorsa. I bagnanti arrivavano in spiaggia, fittavano ombrellone e sdraio ma, resosi immediatamente conto di trovarsi di fronte a un lago melmoso, raccoglievano le loro cose e andavano via, non senza prima aver chiesto al proprietario del lido la restituzione dei soldi spesi per ombrellone e sdraio. Poi, in macchina e via da Nicotera Marina, diretti verso altri lidi, che non è una metafora, ma proprio in senso letterale. Questi lavoratori, il cui unico introito è l’attività sul lungomare, raccontano come la giornata di domenica sia stata puntellata da un sequenza desolante di episodi del genere. La rabbia del giorno prima ha lasciato il posto a una rassegnazione che è il segnale peggiore della disfatta di un territorio. Le presenze turistiche, rispetto allo scorso anno, hanno avuto un calo senza precedenti. La gente non ha intenzione di passare la giornata in spiaggia, sotto un sole che non perdona, a 35 gradi all’ombra senza poter fare un bagno. Privilegia altre mete, dove magari i bambini potranno fare un bel bagno rinfrescante. E proprio i bambini, in questa incresciosa storia, sono quelli che stringe di più il cuore a vederli. Seduti sotto l’ombrellone, vicino agli adulti, ad osservare il mare che da azzurro è diventato scuro e minaccioso.
«Ho consigliato a mia figlia di portare i bambini in piscina, o in montagna. Non è possibile che queste creature non possano fare il bagno e passare il pomeriggio sotto la doccia». A parlare è una signora che ha affittato una casetta in Marina, per trascorrervi il mesi estivi, ma quasi sicuramente, osserva, «disdirò per il mese di agosto». Sarebbe superfluo riportare le voci dei turisti, degli abitanti di Nicotera Marina, dei gestori dei lidi. Parole tutte uguali, e tutte caratterizzate da rabbia, delusione, amarezza.
Hanno chiamato Goletta Verde, Legambiente, la stampa, hanno cercato di far sentire la loro voce, di gridare lo sdegno, in un’indifferenza istituzionale che francamente non si riesce a comprendere. Una signora telefona a un assessore del comune di Nicotera e gli fa presente la situazione. L’amministratore in questione, nella migliore tradizione dello scarica barile, invita la bagnante a contattare la Capitaneria di Porto, perché la cosa è di sua competenza e non certo di sindaco e giunta in carica. E infatti il sindaco, mentre divampa la protesta, non ha nulla da dire. Non giungono da parte sua commenti, comunicati. Silenzio. Come immerso in una realtà parallela, Franco Pagano decreta i parcheggi a pagamento sul lungomare di Nicotera Marina e continua a tenere in vita la tassa di soggiorno, come se Nicotera non avesse i problemi che ha, non fosse in piena emergenza ambientale, ma fosse pullulante di turisti, con un mare da favola, straripante di servizi. Insomma: i lussi si pagano.
Infuria la tempesta, ma per il sindaco continuano a fiorire le viole. Quando sarebbe bastato, per mostrare vicinanza ai cittadini, fare un esposto alla magistratura per disastro ambientale, a carico di ignoti. Poteva essere un inizio.

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