giovedì 23 luglio 2015

Mare 4. La rabbia dei bagnanti.



Nicotera. Bagnanti della Marina di Nicotera sul piede di guerra, dopo che ieri mattina, si sono trovati di fronte lo spettacolo, purtroppo non insolito, del mare sporco. Lo specchio d’acqua antistante la cittadina costiera per tutto il giorno ha avuto un aspetto torbido e assai poco invitante. Un colore verdastro ha preso il posto all’azzurro cristallino delle acque. Incontenibile è esplosa la rabbia dei cittadini. Decine le telefonate giunte alla Guardia Costiera. Alcuni cittadini hanno allertato la stampa. L’intento era quello di denunciare la condizione del mare nicoterese. Una mobilitazione capillare, generata dallo sdegno di turisti e residenti, per aver pagato la vacanza, per aver fittato sdraio e ombrellone, per aver pagato addirittura il parcheggio all’interno delle strisce blu, appositamente poste dall’amministrazione comunale, e non aver potuto, nel contempo, fruire di un bagno ristoratore. Dopo le tante telefonate, ad un certo punto è comparsa sul lungomare un’automobile della Guardia Costiera, con a bordo due giovani agenti. Appena scesi dall’auto sono stati assediati dai bagnanti che, senza tanti giri di parole, hanno fatto loro presente lo stato delle cose. Quasi impossibile sostare sulla spiaggia, il caldo è insopportabile, entrare in acqua proprio non si può, è scura e torbida, forse ricettacolo di infezioni. L’alternativa è tornarsene a casa. Ma alle vibranti proteste dei bagnanti si sono poi unite le voci dei pescatori, i quali, avvicinatisi ai due agenti della Guardia Costiera, hanno loro chiesto come mai per l’emergenza mare sporco non si è vista in circolazione in Marina una sola divisa, in aperto contrasto con quanto accadde lo scorso marzo, quando una portentosa operazione interforce, con tanto di elicotteri che ronzavano sulle loro teste, ha permesso di beccarli con le mani nel sacco, intenti a pescare il novellame, specialità vietata. Domande cadute nel vuoto. Così come avvolte nel mistero sono le cause delle condizioni del mare. Trasferte in prefettura, consigli comunali con tanto di presenza di Capitaneria di Porto e Guardia Costiera non sono serviti a nulla. Permane intatta un’indifferenza generale che fa sentire sempre più soli i cittadini. Privati del diritto di un mare pulito, ma, cosa forse ancor più grave, è la tutela della loro salute che viene a mancare: immergersi in quelle acque melmose non fa proprio venire in mente ad un bagno di salute. Benchè alcune analisi predisposte dall’Arpacal, dopo le proteste esplose due anni fa, hanno sentenziato che non di fogna si tratta, come sosterrebbe il volgo profano, ma di mucillaggine.
Si, perché la storia del mare è sempre stata caratterizzata dalla cosiddetta doppia verità. Da un lato i supportes della teoria della mucillagine (Arpacal, Capitaneria di Porto, Guardia Costiera); dall’altro i cittadini comuni, veri fruitori del mare, che alla storia della mucillaggine hanno sempre creduto bene poco. Non dunque materia fecale, ma innocui funghi. Tra queste fazioni contrapposte di intravede la figura del sindaco Franco Pagano. Figura assai diafana, in questa vicenda. L’hanno visto ieri mattina passeggiare sul lungomare. Non si sa se si è accorto del malcontento generale, nè del fatto che, in quanto sindaco, è anche ufficiale sanitario, dunque responsabile della salute dei suoi concittadini.

Nessun commento:

Posta un commento