Questo articolo è uscito il 16 dicembre 2017.
Nicotera.
L’ente
si incammina inesorabilmente verso la via del crac finanziario e pare che
niente più possa salvare un Comune gravato da debiti, ai livelli che solo una
completa dichiarazione di resa può, paradossalmente, riportare il municipio
medmeo verso la ripresa. Alla corposa mole dei documenti che certificheranno la
débacle manca solo la relazione del revisore dei conti. L’ultimo
tassello di un quadro dalle tinte fosche che ritrae uno scenario desolante in
cui i debiti stanno prendendo, anzi, hanno preso, il Comune per la gola,
soffocandolo: la dichiarazione di fallimento appare l’unica scappatoia a una
situazione altrimenti senza via d’uscita. Anzi, a parere del commissario Nicola
Auricchio, che nella terna commissariale ha il ruolo di funzionario economico,
tale decisione andava presa molto tempo fa, perché il passare del tempo non fa
altro che far sprofondare l’ente in un pozzo senza fondo di debiti. Ma come
si è arrivati a questa situazione? I fattori concomitanti sono stati tanti. In
cima alla lista c’è la nota truffa messa in atto dalla Sogefil, ai danni del
Comune, e quindi dei cittadini nicoteresi. Un furto sistematico che si è
consumato per anni con la complicità della “distrazione” di quanti hanno
amministrato (sindaci e commissioni prefettizie). Nessuno pare essersi reso
conto di quanto stava accadendo se non quando le cose sono diventate
irreparabili: un vuoto economico di quasi otto milioni e mezzo di euro. Soldi
finiti chissà dove. Intanto, però, crescevano altri debiti: in primis quelli
fuori bilancio per i quali l’amministrazione Pagano ha contratto un mutuo di
sei milioni e mezzo di euro. Un sacrificio che grava sulle spalle dei cittadini
che non è servito a molto, perché, benchè si sia in parte alleggerito il peso
del debito, esso continua a crescere, e quindi l’ente si ritroverà a punto e a
capo. Poi c’è la questione dell’evasione fiscale, giunta a livelli
preoccupanti. Purtroppo in pochi pagano le tasse: Imu, ruolo idrico, spazzatura;
riuscire ad incassare i soldi all’invio della prima bolletta è una pia
illusione, solo con la procedura coatta entra qualche soldo, ma non quanto basta
per risollevare le sorti delle casse municipali.
«Con il dissesto il
Comune dovrà partire economicamente da zero», ha dichiarato il Commissario
Auricchio. «Il nostro intento- ha aggiunto- è
quello di consegnare all’amministrazione che verrà un ente privo di
questi gravi orpelli, in modo da poter amministrare senza grossi impedimenti
economici, ma anche senza l’alibi di una difficile condizione finanziaria che costringe
all’immobilismo operativo». Un’analisi acuta quella del Commissario, che
pottrebbe essere applicata anche alla passata amministrazione quando
l’operatività era uguale a zero, e ad ogni obiezione la risposta era sempre la
stessa: “la grave situazione finanziaria, causata dal furto della Sogefil, ci
ha legato le mani”.
Quando l’ente sarà in
dissesto bisognerà guarire le ferite ecomoniche del Comune partendo da zero,
lavorando sodo, senza alibi o tentennamenti. Ricostruire delle nuove speranze
su una tabula rasa. Una bella sfida.
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