Nicotera.
Si
allungano i tempi per la realizzazione della videosorveglianza. L’incontro che
avrebbe dovuto tenersi in Regione giovedì scorso tra Nicola Auricchio,
componente della Terna alla guida di palazzo Convento, e il dirigente del Dipartimento
Affari generali è stato rimandato a data da destinarsi. L’inviato ministeriale
è stato purtroppo colpito da un grave lutto: è, infatti, improvvisamente mancata
la madre.
I Commissari prefettizi
alla guida del Comune costiero hanno precisato, in svariate occasioni, che la
l’installazione della video sorveglianza in paese è un impegno posto in cima
alle priorità nell’ambito della loro attività amministrativa. In effetti la
Terna, pur non avendo disponibilità economica a causa delle pessime condizioni
finanziarie in cui versano le casse dell’ente, ha cercato con grande solerzia di
individuare dei fondi, già destinati al Comune, da dirottare per la video sorveglianza.
Alla fine i soldi sono saltati fuori: sono quelli che dovevano essere
utilizzati per la “realizzazione della cucina mediterranea con annesso corso di
formazione per soggetti svantaggiati”. Un progetto del valore di 190 mila euro
concesso al comune di Nicotera nel luglio del 2016, dal Dipartimento Affari
generali della Regione. Inizialmente tali fondi servivano per una ulteriore
ristrutturazione di un locale sito in via Dispensario, sequestrato alla
criminilità organizzata, e che per un periodo ha ospitato l’associazione
bandistica cittadina. Le pessime condizioni della struttura hanno però indotto
i musicisti a sloggiare. Nonostante ciò, l’appartamento, con tutti i suoi
limiti, sembrò adatto all’amministrazione Pagano, all’epoca alla guida di
palazzo Convento, per allocarvi la scuola di cucina mediterranea. Lo
scioglimento del consiglio comunale mise tutto in forse, anzi c’era il concreto
pericolo che il finanziamento, non utilizzato, tornasse al mittente; un lusso
che un Comune economicamente disastrato come quello di Nicotera non può certo
permettersi. E così i commissari hanno deciso che quei soldi siano stornati
verso un più urgente fine: l’installazione della videosorveglianza. La decisione,
dunque, è stata presa. Ciò che adesso rallenta tutto sono i canonici passaggi
burocratici che si frappongono tra un progetto e la sua realizzazione. D’altra
parte il paese ha urgentemente bisogno di tale presidio di sicurezza. La micro
e la macro criminalità (perversamente legate da un indissolubile filo rosso)
decidono a loro insindacabile giudizio quando è ora di spezzare la tranquillità
cittadina, quando è ora di ammorbare la serenità della gente, commettando atti
criminali capaci di gettare un’intera comunità nel senso di insicurezza. La
video sorveglianza non sconfiggerà di certo il male che attanaglia il
territorio, ma potrà sicuramente rappresentare un valido deterrente alle azioni
degli impavidi delinquenti che scorazzano per ogni dove. Inoltre, le telecamere
puntate sul paese potranno fornire un concreto aiuto ai Carabinieri della
locale stazione, costretti ad indagare sui fatti quasi brancolando nel buio,
tra le bocche cucite e gli occhi chiusi della gente. Un’impresa che definire
ardua è poco, mentre intanto si attende il potenziamento della caserma, con
nuove unità. Ma questa è un’altra storia.
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