Nicotera.
E’
stata pubblicata giovedì mattina sull’albo on line del Comune la delibera di
Giunta che decreta la Caporetto economica dell’ente. Si è concluso così un
lungo periodo di incertezze in cui lo spauracchio del crac finanziario ha
tenuto banco tra i cittadini. Come anticipato dal Quotidiano già in tempi non
sospetti, la via del dissesto era quella che la Terna prefettizia alla guida
del Comune intendeva intraprendere come unica possibilità d’uscita di una
condizione finanziaria oggettivamente complicata. Non è stata sicuramente una
scelta semplice ma pare non vi fossero alternative. Giuseppe Curciarello,
sovraordinato del settore finanziario dell’ente, nel corso di un affollatissimo
confronto con la cittadinanza, ha cercato di spiegare come stanno le cose, ed
anche il perché non vi siano altre opzioni da considerare. In un certo senso, è
la stessa normativa prevista dal Tuel che, nei casi disperati come quelli del
Comune costiero, che spinge verso questa decisione. Nello specifico, gli
articoli 244 e 246 del decreto legislativo n. 267/2000 spiegano perché si era
di fronte a una scelta obbligata: a parere dell’Organo di Revisione «l’Ente, a
causa dello squilibrio strutturale di bilancio, non può garantire l’assolvimento
delle funzioni e dei servizi indispensabili; a causa della gravissima
situazione debitoria non è in grado di far fronte ai crediti certi verso terzi
con i normali mezzi ordinari del ripristino dell’equilibrio di bilancio». Per
Nicotera inizia dunque un periodo di austerity, in quanto è chiaro che a farsi
carico del disastro dovranno essere, ancora una volta, i cittadini. Aliquote e tariffe ai massimi
livelli, finchè le casse dell’ente non saranno lentamente rimpinguate. Gli
effetti del default riguardano diversi aspetti della vita del paese: finanziario, politico e sociale. Una determinazione, insomma,
che incide sulla vita di una comunità: aumento delle tasse e taglio di ogni
forma di spesa se non quelle di strettissima necessità.
Chiedersi chi abbia
condotto il Comune a questo stato è una domanda legittima a cui solo la
magistratura potrebbe dare risposte sensate. Lo scandaloso affaire Sogefil, benchè
abbia condotto sul banco degli imputati i dirigenti della società cosentina,
continua ad essere costellato da punti oscuri, indecifrati “quid” che potrebbero
rivelare altre sorprese, in quanto è da ingenui pensare che la Sogefil si sia
intascata i soldi dei cittadini (8 milioni e passa di euro, mica spiccioli)
completamente all’insaputa degli inquilini di palazzo Convento, commissari
prefettizi compresi. A ciò si deve aggiungere la pessima gestione del denaro
pubblico da parte dei passati amministratori o i goffi tentativi di mettere una
pezza allo squarcio economico con manovre che hanno aggravato la situazione
debitoria dell’ente. Sta di fatto che adesso il Comune ha maturato un debito
pari a 10.332.487 euro, di cui 4.721.266 di debiti di bilancio e 5.611.211 di
debiti fuori bilancio. Per una cittadina di nemmeno 6500 abitanti, cifre
stratosferiche.
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