martedì 27 febbraio 2018

Comune. Ufficializzato il dissesto finanziario.



Nicotera. E’ stata pubblicata giovedì mattina sull’albo on line del Comune la delibera di Giunta che decreta la Caporetto economica dell’ente. Si è concluso così un lungo periodo di incertezze in cui lo spauracchio del crac finanziario ha tenuto banco tra i cittadini. Come anticipato dal Quotidiano già in tempi non sospetti, la via del dissesto era quella che la Terna prefettizia alla guida del Comune intendeva intraprendere come unica possibilità d’uscita di una condizione finanziaria oggettivamente complicata. Non è stata sicuramente una scelta semplice ma pare non vi fossero alternative. Giuseppe Curciarello, sovraordinato del settore finanziario dell’ente, nel corso di un affollatissimo confronto con la cittadinanza, ha cercato di spiegare come stanno le cose, ed anche il perché non vi siano altre opzioni da considerare. In un certo senso, è la stessa normativa prevista dal Tuel che, nei casi disperati come quelli del Comune costiero, che spinge verso questa decisione. Nello specifico, gli articoli 244 e 246 del decreto legislativo  n. 267/2000 spiegano perché si era di fronte a una scelta obbligata: a parere dell’Organo di Revisione «l’Ente, a causa dello squilibrio strutturale di bilancio, non può garantire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili; a causa della gravissima situazione debitoria non è in grado di far fronte ai crediti certi verso terzi con i normali mezzi ordinari del ripristino dell’equilibrio di bilancio». Per Nicotera inizia dunque un periodo di austerity, in quanto è chiaro che a farsi carico del disastro dovranno essere, ancora una volta, i cittadini. Aliquote e tariffe ai massimi livelli, finchè le casse dell’ente non saranno lentamente rimpinguate. Gli effetti del default riguardano diversi aspetti della vita del paese: finanziario, politico e sociale. Una determinazione, insomma, che incide sulla vita di una comunità: aumento delle tasse e taglio di ogni forma di spesa se non quelle di strettissima necessità.
Chiedersi chi abbia condotto il Comune a questo stato è una domanda legittima a cui solo la magistratura potrebbe dare risposte sensate. Lo scandaloso affaire Sogefil, benchè abbia condotto sul banco degli imputati i dirigenti della società cosentina, continua ad essere costellato da punti oscuri, indecifrati “quid” che potrebbero rivelare altre sorprese, in quanto è da ingenui pensare che la Sogefil si sia intascata i soldi dei cittadini (8 milioni e passa di euro, mica spiccioli) completamente all’insaputa degli inquilini di palazzo Convento, commissari prefettizi compresi. A ciò si deve aggiungere la pessima gestione del denaro pubblico da parte dei passati amministratori o i goffi tentativi di mettere una pezza allo squarcio economico con manovre che hanno aggravato la situazione debitoria dell’ente. Sta di fatto che adesso il Comune ha maturato un debito pari a 10.332.487 euro, di cui 4.721.266 di debiti di bilancio e 5.611.211 di debiti fuori bilancio. Per una cittadina di nemmeno 6500 abitanti, cifre stratosferiche.

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