Nicotera. La politica medmea si
prepara alle Comunali di maggio in un clima di calma piatta. Nessun fermento
agita la politica nicoterese, almeno apparentemente. Solo fino a dieci anni fa l’approssimarsi delle
consultazioni elettorali era colorato da infuocati dibattiti, polemiche,
euforia e vitalità politica. I vari schieramenti selezionavano accuratamente i
loro candidati da un nutrito corteo di aspiranti amministratori. Ma, è doveroso
sottolinearlo, era spesso il diffuso senso di impunità che armava molti di
autentico entusiasmo. Ora, a distanza di poco più di un decennio e ben tre
amministrazioni sciolte per mafia forse è ancora il senso di impunità a guidare
certe discutibili scese in campo. Infatti, non sono mai stati presi
provvedimenti esemplari nei confronti di chi ha condotto il paese a tre
scioglimenti per mafia. Allo stato dei fatti le persone perbene, quelle che avrebbero i titoli morali di guidare il municipio costiero, sono relegate in un angolo ad
osservare ciò che accade. I soliti noti,
sempre in lizza, non trovano più candidati manco a pagarli a peso d’oro. Mentre
una volta l’aspirante sindaco aveva la possibilità di setacciare il novero di
aspiranti amministratori, adesso deve fare un duro lavoro di convincimento. E,
in effetti, nessuna persona dotata di buon senso e comprovata onestà ambisce ad
espugnare palazzo Convento: non nelle determinate condizioni che si sono
create, in cui devi fronteggiare gli obiettivi dei luogotenenti del clan,
quelli, nella fattispecie, che controllano soprattutto il ramo dell’edilizia e
quindi degli appalti pubblici, in una gelida latitanza istituzionale. Gli
ultimi anni sono stati durissimi per la cittadina costiera. Ha scoperto, grazie
alle operazioni dei Carabinieri, un sottobosco di droga ed armi, in cui spesso
erano coinvolti dei minorenni. E poi rapine, furti, omicidi. Una città,
insomma, che non si è fatta mancare niente. Eppure, nonostante lo sfacelo
evidente, Nicotera ha una caserma a mezzo servizio; non ha l’impianto di
videosorveglianza, non ha, e non avrà mai, un distaccamento del Commissariato
di Polizia. Mancano, insomma, dei presidi di legalità; manca la presenza
tangibile dello Stato, il quale, invero, si palesa nel momento in cui deve
sciogliere un consiglio comunale. Una determinazione efficace per togliere frecce
all’arco della ‘ndrangheta, ma che di fatto non cambia di una virgola la
situazione in atto. Perché i veri centri del potere del Comune (ufficio tecnico
e tributario) non vengono sfiorati in termini di provvedimenti. Né i politici
colpiti dalla scure prefettizia devono dar conto del loro operato. Una latitanza dello Stato che induce molti a non fare il grande passo, e non volere, cioè, lottare contro i mulini a vento dell'indifferenza istituzionale.
Allo
stato dei fatti, Nicotera non ha delle liste certe da presentare agli elettori.
Tutti gli attori in campo brancolano nel buio: il Cantiere civico, orfano del
Pd, ancora discute di criteri di candidabilità, nonostante la mancanza di
candidati. Pino Marasco, lo sconfitto dal quorum nelle comunali di ottobre,
perde pezzi e fatica a trovarne altri. Il professore Ricottilli gioca con
troppe poche pedine e il Pd, rappresentato in città da Manuel Reggio, non sa
ancora cosa vuole fare da grande.
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