Nicotera.
In
una città come Nicotera, che detiene un notevole patrimonio culturale e che si
onora del titolo di città della cultura, non poteva certo mancare la biblioteca
comunale. Il presidio culturale, sito in via Stefano Benni, è intitolato
all’etnografo nicoterese Raffaele Corso. Tuttavia gli undicimila volumi
custoditi dalla biblioteca rischiano di essere divorati dalla muffa e
dall’umidità. Per gli amanti della cultura e per i bibliofili nicoteresi non è
certo un bello spettacolo vedere il patrimonio librario della città inghiottito
progressivamente dal degrado del luogo che dovrebbe invece conservarli.
L’edificio che ospita la biblioteca è infatti consunto dall’umidità. I muri e i
soffitti delle stanze, come possono documentare le foto che qui proponiamo,
sono macchiati da notevoli chiazze scure tipiche degli edifici erosi dall’umido
e dalla fatiscenza. Le stanze sono per lo più anguste e poco illuminate, il che
è un problema non secondario per chi vorrebbe soffermarsi a consultare magari
uno di quei testi che non possono essere dati in prestito.
La biblioteca è
collocata all’interno di un appartamento ai piedi della torre campanaria; è un
edificio piuttosto malconcio e mal ridotto dai segni del tempo. All’ingresso
troviamo l’ufficio degli impiegati, che ospita anche una portentosa raccolta di
libri sulla Calabria e i suoi scrittori calabresi di spicco, da Saverio Strati
a Corrado Alvaro. Un angusto corridoio conduce l’utente verso le altre stanze,
dove, le scaffalature di ferro rovinate dalla ruggine, ospitano moltissimi
volumi. Alcuni sono collocati al di sopra di quelli disposti con ordine, e ciò
a causa della mancanza di spazio. Ogni stanza ospita in genere due o tre
sezioni: si va dalla narrativa alla saggistica: il visitatore può trovare i
grandi classici della letteratura mondiale; saggi che trattano le più svariate
discipline; le sontuose enciclopedie d’epoca, donati alla casa dei libri, da un
qualche bibliofilo benefattore; una stanza ospita i cosiddetti Libri Curionati,
ovvero i registri delle delibere che raccontano, nelle ordinate scritture degli
amanuensi estensori dei provvedimenti comunali, almeno due secoli di storia
dell’amministrazione cittadina. Insomma, un vero e proprio patrimonio storico e
culturale, che meriterebbe di essere conservato con cura e attenzione e invece
questi registri, che custodiscono la memoria della città, sono lasciati in
balìa delle tarme e dell’umidità. Delle tre stanze interne ce n’è una che ha la
pretesa di essere una stanza letture. Al centro di essa, circondata dalle scaffalature,
vi è un tavolo con alcune sedie, dove i lettori potrebbero sedersi per leggere
in tranquillità o per consultare i volumi che non possono varcare la soglia
della biblioteca. Ma questa è un’eventualità per la quale abbiamo usato il
condizionale in quanto il lettore in tale stanza potrebbe rimetterci qualche
diotria, data la scarsezza dell’illuminazione. L’ambiente troppo piccolo è reso
ancor più impraticabile da una scala mobile di ferro che serve raggiungere i
volumi collocati negli scaffali più alti.
Insomma, gli undici
mila volumi della biblioteca hanno bisogno di trovare una nuova collocazione;
l’importante presidio culturale ha altresì necessità di essere rimodernato,
creando all’interno di esso una mediateca, che possa ospitare la versione
multimediale dei libri, perché, anche se il libro, versione cartacea, ha un
fascino immortale, adeguarsi all’era digitale è diventato ormai doveroso.
Ma non si può chiedere
la luna, quando non si ha l’essenziale. Ragion per cui quello che i bibliofili
chiedono agli amministratori è, quanto meno, che la biblioteca venga trasferita
in un nuovo edificio più idoneo, più moderno, più spazioso, dove l’umidità e la
muffa non possa attentare ai libri e ai preziosi registri d’epoca.
Ma la cosa che desta
maggiormente disappunto è che un edificio di nuovissima costruzione, edificato
proprio per ospitare la biblioteca, c’è. Si tratta della Casa della cultura,
grande struttura sorta nel luogo dell’ex mercato coperto, presso la
centralissima piazza Cavour.
Questa struttura,
finita di edificare nel gennaio del 2010, avrebbe dovuto ospitare, secondo il
regolamento approvato dal consiglio comunale nel giugno del 2009, ai tempi
delle giunta Reggio, la biblioteca comunale, oltre ad altri importanti
avamposti culturali. Tuttavia, gli undicimila volumi della biblioteca non hanno
fatto ancora ingresso nella stanze della Casa della cultura. E il progetto,
nato nel 2005 da un idea del segretario della consulta delle associazioni,
Giovanni Durante, non è ancora funzionale al fine per cui è stato creato.
Malgrado l’attenzione e la passione profusa da Durante, l’edificio non svolge
ancora la funzione per cui è stato concepito.
Intanto l’amore per la
lettura a Nicotera continua pericolosamente a decrescere. Si pensi infatti che
nel 1982 le richieste di prestito di libri, nella biblioteca, erano 3165, ora
sono 338.
Insomma una vertiginosa
caduta verso il basso che non fa certo onore a Nicotera, città della cultura.
Enza Dell’Acqua
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