Nicotera. Nell’agenda degli amministratori,
tra le tante priorità che attendono di essere attenzionate, vi è quella che
riguarda una attenta revisione dello Statuto comunale.
In questi
giorni l’amministrazione si sta attivando per operare un rifacimento di tale importante documento,
nella sua prima parte. Questa iniziativa
è inderogabile perché lo Statuto di un Ente è un po’ come la Costituzione per
la Repubblica italiana. Esso infatti esprime i valori in cui si riconosce una
comunità. Esprime inoltre i principi di organizzazione e funzionamento dell’ente,
la garanzie delle minoranze, le modalità di accesso dei cittadini alle
informazioni e ai procedimenti amministrativi. Specifica le attribuzioni del
sindaco, della giunta, e del consiglio comunale.
Lo Statuto comunale della città di
Nicotera è stato approvato il 5 aprile del 2004. Sono passati solo nove anni dalla
sua adozione da parte dell’ente, tuttavia la velocità con cui si evolve la
società, la sua trasformazione anche nel senso delle pari opportunità tra un
uomo e una donna rende improrogabile una sua revisione, specie nella prima
parte. L’articolo 4 dello Statuto è intitolato alle Pari Opportunità, tematica
sociale e civile quanto mai attuale. Tuttavia tale articolo si esprime in una
forma che non sembra contemplare il rispetto alla parità tra un uomo e una
donna. Se la forma di un testo ha l’arduo compito di esprimere la sostanza, dunque
un pensiero o un dato di fatto, allora l’articolo 4 dello Statuto comunale
nicoterese può definirsi ormai obsoleto e poco progressista, perché trasmette
al lettore un dubbio e una perplessità che non viene chiarita, esso recita
infatti: «Il Comune, ove è possibile, non discrimina fra uomo e donna la
partecipazione nell’esercizio delle funzioni istituzionali e nella gestione dei
servizi. Il comune- si legge ancora- ove è possibile, assicura la presenza dei
due sessi nella giunta municipale». Ciò che desta legittimi sospetti è l’espressione
“ove è possibile”, che sembra quasi porre dei paletti ad una equanime partecipazione
dei due sessi nell’ambito delle istituzioni comunali, e i paletti, come spesso
avveniva nelle società maschiliste e discriminatorie di epoche buie, sarebbero
posti, come è sempre purtroppo avvenuto, davanti alla donna. La frase appare
decisamente fuori luogo in un epoca in cui, in nome della pari opportunità, è
stato creato finanche un ministero.
In tale Statuto manca inoltre un
preciso riferimento al principi della legalità. Non vi è un riferimento alle
politiche giovanili, alla questione della dita mediterranea, all’uso dei beni
comuni e alla tutela dell’ambiente.
L’amministrazione è comunque già al
lavoro per dare all’ente e ai cittadini uno statuto più moderno e progressista.
Enza Dell’Acqua
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