venerdì 18 ottobre 2013

In atto la revisione dello Statuto comunale.



Nicotera. Nell’agenda degli amministratori, tra le tante priorità che attendono di essere attenzionate, vi è quella che riguarda una attenta revisione dello Statuto comunale.
In questi giorni l’amministrazione si sta attivando per operare un  rifacimento di tale importante documento, nella sua prima parte.  Questa iniziativa è inderogabile perché lo Statuto di un Ente è un po’ come la Costituzione per la Repubblica italiana. Esso infatti esprime i valori in cui si riconosce una comunità. Esprime inoltre i principi di organizzazione e funzionamento dell’ente, la garanzie delle minoranze, le modalità di accesso dei cittadini alle informazioni e ai procedimenti amministrativi. Specifica le attribuzioni del sindaco, della giunta, e del consiglio comunale.
Lo Statuto comunale della città di Nicotera è stato approvato il 5 aprile del 2004. Sono passati solo nove anni dalla sua adozione da parte dell’ente, tuttavia la velocità con cui si evolve la società, la sua trasformazione anche nel senso delle pari opportunità tra un uomo e una donna rende improrogabile una sua revisione, specie nella prima parte. L’articolo 4 dello Statuto è intitolato alle Pari Opportunità, tematica sociale e civile quanto mai attuale. Tuttavia tale articolo si esprime in una forma che non sembra contemplare il rispetto alla parità tra un uomo e una donna. Se la forma di un testo ha l’arduo compito di esprimere la sostanza, dunque un pensiero o un dato di fatto, allora l’articolo 4 dello Statuto comunale nicoterese può definirsi ormai obsoleto e poco progressista, perché trasmette al lettore un dubbio e una perplessità che non viene chiarita, esso recita infatti: «Il Comune, ove è possibile, non discrimina fra uomo e donna la partecipazione nell’esercizio delle funzioni istituzionali e nella gestione dei servizi. Il comune- si legge ancora- ove è possibile, assicura la presenza dei due sessi nella giunta municipale». Ciò che desta legittimi sospetti è l’espressione “ove è possibile”, che sembra quasi porre dei paletti ad una equanime partecipazione dei due sessi nell’ambito delle istituzioni comunali, e i paletti, come spesso avveniva nelle società maschiliste e discriminatorie di epoche buie, sarebbero posti, come è sempre purtroppo avvenuto, davanti alla donna. La frase appare decisamente fuori luogo in un epoca in cui, in nome della pari opportunità, è stato creato finanche un ministero.
In tale Statuto manca inoltre un preciso riferimento al principi della legalità. Non vi è un riferimento alle politiche giovanili, alla questione della dita mediterranea, all’uso dei beni comuni e alla tutela dell’ambiente.
L’amministrazione è comunque già al lavoro per dare all’ente e ai cittadini uno statuto più moderno e progressista.
Enza Dell’Acqua








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