Nicotera.
Città
della cultura. Città dalle grandi vocazioni nel settore turistico. Di questi
ornamenti si fregia Nicotera. Si perpetua e si vagheggia da secoli il suo ruolo
centrale nell’ambito del territorio; un ruolo che l’ha vista (e la vorrebbe ancora)
centro radiante di cultura e di risorse paesaggistiche e naturali.
In effetti, è qui che è
sorto il primo villaggio Valtur in Italia; e qui che sono sorte tante altre
strutture ricettive; sempre a Nicotera un fiorire di lidi nei sei kilometri di
bianco arenile; qui i turisti gradivano spostarsi dal mare alla collina per
visitare la pittoresca cittadina, con le sue stradine medievali, gli antichi
palazzi e le tante chiese.
Sul piano della cultura
Nicotera ha sempre dato eccellenti contributi: artisti, filosofi, scrittori, e
poi le sue tante scuole, i musei, i presidi culturali, insomma un florilegio di
beltà.
Ma cosa rimane adesso
di questi grandi giacimenti culturali? Cosa rimane delle velleità turistiche ?
Domande apparentemente
semplici, ma in realtà assai complesse e che meritano di essere corredate da un
rendiconto lungo decenni, fatto di radicate prosopopee e di spirito
imprenditoriale per lo più inesistente.
Detto in parole povere,
Nicotera è una cittadina caratterizzata da uno strano modo di intendere la
cultura: orpello e ornamento, ma di fatto poco produttiva, poco dinamica, poco
pedagogica. Una cultura che vive dell’orgoglio di quegli antichi fasti ma che
non assurge a risorsa viva per il territorio. Lo stesso dicasi per il turismo,
un ideale paesano, molto pavido e tipicamente meridionale, che non combacia con
la piena valorizzazione del mare, delle spiagge, del centro storico, ma collima,
per lo più, con un lavoro impiegatizio, presso i villaggi sparsi della frazione
marittima: tre mesi di lavoro, e svernare vivendo di disoccupazione. Finora, non
ha significato, salvo sporadici casi, essere interpreti e audaci fruitori delle
bellezze del territorio.
Nicotera, dunque,
possiede grosse potenzialità, ma ne osserva impotente il declino, il loro
impoverirsi sotto il peso dell’incuria e dell’apatia generalizzata.
La giunta Pagano non
rappresenta di certo un’eccezione: non brilla per operosità e voglia di fare,
anzi sembrerebbe acquattata su un
atteggiamento indolente.
Nelle pubbliche occasioni
il sindaco Pagano parla spesso di cultura e turismo. Termini abbaglianti, che
vanno sempre di moda. Ma che sono rimasti, finora, lettera morta, giacimenti
inutilizzati.
Programmazione
turistica. Non esiste una programmazione turistica
varata dalla giunta. Ma, ad onor del vero, non esiste nemmeno quella varata
dalle ben 56 associazioni presenti a Nicotera. Esistono delle associazioni che
tentano si far sentire la propria voce e di dare un contributo. Voci isolate e
stranamente ignorate dall’amministrazione. Quelle che non mancano sono invece
le pinete ricolme di spazzatura, le scogliere ridotte a discariche, centri
storici mal ridotti, e continui proclami di futuri abbellimenti.
Programmazione
culturale. Questa dovrebbe porsi in comunicazione con la
proposta turistica, atteso che pretendere una vitalità culturale dodici mesi
l’anno, in una comunità di seimila anime, sarebbe francamente velleitario.
Arrendersi completamente e bellamente, lasciando nel dimenticatoio una storia e
delle risorse assai suggestive ed interessanti è un vero peccato. Ma ciò
vorrebbe dire sottrarre risorse a gruppi o singoli legati ad interessi
particolari. Qui è la questione: capire la differenza tra pubblico e privato.
Alla mancanza di
programmazione culturale e turistica fa da contraltare la mancanza di assessori
nei rispettivi campi di azioni. Il sindaco, come un novello Barbiere di
Siviglia, che si fregia di essere il factotum della città, ha, tra le tante
altre, anche la delega alla cultura. La delega al turismo, invece, la
deterrebbe Pino Dimasi, il consigliere di Marina, noto per le inaspettate e
imbarazzanti (per i compagni di squadra) esternazioni e lunghi periodi di
penitenza.
Nessun commento:
Posta un commento