Nicotera.
Palmintieri è uno dei più suggestivi borghi del Vibonese. Antichissimo quartiere
di pescatori, reca, sulla sua antica
porta granitica, che ancora sfida gli insulti del tempo, una data: anno del
Signore 1065. L’anno in cui fu fondato dalla popolazione che, dalla pianura
sottostante, si stabilì sull’altura per potersi difendere dai temibili attacchi
saraceni. L’antico quartiere mantiene intatto il suo fascino: le stradine, gli
antichi palazzi, le maschere apotropaiche, terribili guardiane delle case, e
poi il suo panorama mozzafiato. Da qui il mare sembra poterlo sfiorare; se ne
sente il profumo inebriante e il continuo lamento delle onde. Una grande bellezza,
così unica che molti sposi giungono anche da fuori provincia per immortalare
qui i momenti di un giorno speciale. Eppure, Palmintieri appare adesso
deturpato da una discarica abusiva di eternit, oltre che da rifiuti di vario
genere. Tale discarica si trova proprio nei pressi della zona definita “torretta”,
da dove si accede al quartiere. Già in altre occasioni, dalle pagine di questo
giornale, si era denunciata la presenza, in questa stessa zona, di lastre di
amianto, che sono state poi rimosse dal Comune. Ora, gli irriducibili e seriali
sabotatori dell’ambiente e della salute pubblica, ci riprovano e scelgono,
ancora una volta, Palmintieri per disfarsi del cancerogeno materiale.
Onor di cronaca ci
induce a segnalare che l’intero territorio nicoterese ne è lastricato. Il
comune lancia, sporadicamente e su richiesta dell’Asp, delle campagne di
censimento delle coperture in eternit delle case e dei palazzi. L’ultima somma
impegnata per l’espletamento del servizio di rimozione, trasporto e smaltimento,
risale a un anno fa e ammonta a 4.232,00 euro. Si trattava, ancora una volta, di
discariche abusive. La causa di tale annoso problema è da ascriversi, oltre che
alla mancanza di etica ambientale di molti, anche a ragioni economiche.
I costi, per rimuovere
un tetto, sono interamente a carico del privato, benché la Regione abbia promosso
delle iniziative volte ad incrementarne la rimozione.
Eventuali
vantaggi per i cittadini sono esclusivamente di tipo fiscale. Ma considerato
che non esiste alcun obbligo di legge per la rimozione delle coperture di
eternit (a meno che lo stato in cui si trova non sia fonte di rischio), e
considerati gli esosi costi di smaltimento, spesso l’eternit rimane dov’è. Per
il PRA (piano regionale amianto) entro il 2016 bisognerà indicare l’intenzione
di toglierlo, e non l’obbligo di farlo.
L’impossibilità di affrontare tale
spesa lascia spesso l’amianto al suo posto, a campeggiare pericolosamente sui
tetti delle città, per poi essere rimosso e condotto, nottetempo, nei letti dei
fiumi, sulle spiagge o nei centri storici.
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