venerdì 29 agosto 2014

Tombaroli in azione nell'area archeologica di Comerconi.



Nicotera. Tombaroli in azione nella zona archeologica, nota come contrada Chiesola, nella frazione Comerconi di Nicotera. La segnalazione è partita da un privato cittadino, che, avendo notato una cinquantina di buche, scavate con geometrica precisione, ha allertato immediatamente i Carabinieri della stazione di Nicotera. I militari, già nella giornata di mercoledì, si sono recati sul terreno indicato per verificare quanto segnalato;tuttavia, per procedere con eventuali indagini, hanno ritenuto necessario dover allertare la Sovrintendenza ai Beni archeologici, nella persona di Silvana Iannelli, la sola capace di fornire un parere incontrovertibile su quanto veniva segnalato. Così, nella giornata di ieri mattina, la funzionaria della Sovrintendenza si è recata, insieme ai militari dell’Arma, in contrada Chiesola, dove ha potuto operare personalmente un sopralluogo e valutare la portata dell’azione dei predatori. La Iannelli ha constatato che, in effetti, quelle buche nel terreno sono opera di quelli che vengono definiti, in gergo tecnico, archeologi “clandestini”, meglio conosciuti con il nome di “tombaroli”. Inoltre, ha tenuto a precisare che, «non possiamo stabilire se ci troviamo di fronte a un tombarolo specializzato, o al turista di passaggio alla ricerca di qualche antico reperto». Di certo, il rabdomante in azione, sapeva benissimo di trovarsi in un’area archeologica, dove, sembra, in epoca romana, sorgesse una villa patrizia. Quasi sicuramente deve aver usato un metal detector, sofisticato strumento che consente di “percepire” la presenza di oggetti metallici, quindi monete o preziosi monili, al di sotto della terra.
Preso atto del passaggio dei predatori, la Iannelli ha inteso sporgere denuncia, presso la caserma dei Carabinieri di Nicotera, per scavi illegali contro ignoti. Inoltre, ha precisato l’archeologa, il furto, o tentato furto, difficile stabilirlo, sarà tempestivamente segnalato all’NTPA (nucleo tutela patrimonio archeologico) dei Carabinieri di Cosenza.
L’area archeologica non è mai stata vincolata, da parte della Sovrintendenza, perché, ha spiegato la Iannelli, «non ci sono, in tal senso, dei dati certi e degli studi approfonditi suffragati da scavi: non si conosce l’estensione, la tipologia, né la cronologia in cui, orientativamente, l’area era abitata». Quello della Sovrintendenza, sulla zona in questione, può dunque definirsi un “vincolo indiretto”, in quanto, «una serie di reperti archeologici ritrovati inducono oggettivamente a ritenere che ci troviamo di fronte un’area di interesse archeologico».
Già negli anni ’90, la Sovrintendenza aveva segnalato al Comune di Nicotera, l’obbligo di tutelare, tramite il piano regolatore, le zone archeologiche. Ora il comune sta approntando il nuovo Psc, e la Iannelli rinnova il suo monito «E’ necessario- ha ribadito- che in questo nuovo piano strutturale comunale si tutelino e si rispettino le aree archeologiche».
Ma l’attenzione di forze dell’ordine e Sovrintendenza è adesso rivolta ai tombaroli. Ma chi sono questi strani personaggi, esperti di archeologia, anzi, dotati del fiuto di un segugio nel rintracciare un antico reperto?
I tombaroli, ha chiarito la funzionaria della Sovrintendenza, operano illegalmente nelle aree archeologiche. «Cercano di tutto: monete, cocci di vasi, frammenti di mattoni, tegole, insomma quanto può essere immesso nel mercato illegale, e che possono avere un valore economico notevolissimo». «Sono organizzatissimi e preparati- ha spiegato- sono loro gli autori dei tunnel sotterranei scavati in località Scrimbia, nel 2000, a Vibo Valentia».
«Nel caso specifico di Comerconi, non posso dirlo, ma di certo i tombaroli, essendo all’interno del traffico di reperti archeologici, sono in combutta con la ndrangheta. Non ne ho le prove, ma ci metterei la firma».



 


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