Nicotera.
Tombaroli
in azione nella zona archeologica, nota come contrada Chiesola, nella frazione
Comerconi di Nicotera. La segnalazione è partita da un privato cittadino, che,
avendo notato una cinquantina di buche, scavate con geometrica precisione, ha
allertato immediatamente i Carabinieri della stazione di Nicotera. I militari,
già nella giornata di mercoledì, si sono recati sul terreno indicato per
verificare quanto segnalato;tuttavia, per procedere con eventuali indagini, hanno
ritenuto necessario dover allertare la Sovrintendenza ai Beni archeologici,
nella persona di Silvana Iannelli, la sola capace di fornire un parere incontrovertibile
su quanto veniva segnalato. Così, nella giornata di ieri mattina, la
funzionaria della Sovrintendenza si è recata, insieme ai militari dell’Arma, in
contrada Chiesola, dove ha potuto operare personalmente un sopralluogo e
valutare la portata dell’azione dei predatori. La Iannelli ha constatato che,
in effetti, quelle buche nel terreno sono opera di quelli che vengono definiti,
in gergo tecnico, archeologi “clandestini”, meglio conosciuti con il nome di
“tombaroli”. Inoltre, ha tenuto a precisare che, «non possiamo stabilire se ci
troviamo di fronte a un tombarolo specializzato, o al turista di passaggio alla
ricerca di qualche antico reperto». Di certo, il rabdomante in azione, sapeva
benissimo di trovarsi in un’area archeologica, dove, sembra, in epoca romana,
sorgesse una villa patrizia. Quasi sicuramente deve aver usato un metal
detector, sofisticato strumento che consente di “percepire” la presenza di
oggetti metallici, quindi monete o preziosi monili, al di sotto della terra.
Preso atto del
passaggio dei predatori, la Iannelli ha inteso sporgere denuncia, presso la
caserma dei Carabinieri di Nicotera, per scavi illegali contro ignoti. Inoltre,
ha precisato l’archeologa, il furto, o tentato furto, difficile stabilirlo,
sarà tempestivamente segnalato all’NTPA (nucleo tutela patrimonio archeologico)
dei Carabinieri di Cosenza.
L’area archeologica non
è mai stata vincolata, da parte della Sovrintendenza, perché, ha spiegato la
Iannelli, «non ci sono, in tal senso, dei dati certi e degli studi approfonditi
suffragati da scavi: non si conosce l’estensione, la tipologia, né la
cronologia in cui, orientativamente, l’area era abitata». Quello della
Sovrintendenza, sulla zona in questione, può dunque definirsi un “vincolo
indiretto”, in quanto, «una serie di reperti archeologici ritrovati inducono
oggettivamente a ritenere che ci troviamo di fronte un’area di interesse
archeologico».
Già negli anni ’90, la
Sovrintendenza aveva segnalato al Comune di Nicotera, l’obbligo di tutelare,
tramite il piano regolatore, le zone archeologiche. Ora il comune sta
approntando il nuovo Psc, e la Iannelli rinnova il suo monito «E’ necessario- ha
ribadito- che in questo nuovo piano strutturale comunale si tutelino e si
rispettino le aree archeologiche».
Ma l’attenzione di
forze dell’ordine e Sovrintendenza è adesso rivolta ai tombaroli. Ma chi sono
questi strani personaggi, esperti di archeologia, anzi, dotati del fiuto di un
segugio nel rintracciare un antico reperto?
I tombaroli, ha
chiarito la funzionaria della Sovrintendenza, operano illegalmente nelle aree
archeologiche. «Cercano di tutto: monete, cocci di vasi, frammenti di mattoni,
tegole, insomma quanto può essere immesso nel mercato illegale, e che possono
avere un valore economico notevolissimo». «Sono organizzatissimi e preparati-
ha spiegato- sono loro gli autori dei tunnel sotterranei scavati in località
Scrimbia, nel 2000, a Vibo Valentia».
«Nel caso specifico di
Comerconi, non posso dirlo, ma di certo i tombaroli, essendo all’interno del
traffico di reperti archeologici, sono in combutta con la ndrangheta. Non ne ho
le prove, ma ci metterei la firma».
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