Nicotera.
«Signor
sindaco: siamo in allarme per i rischi che tale situazione (acqua con presenza
di manganese e sporca di fango) può comportare per la salute nostra e,
soprattutto, per quella dei nostri figli».
Con questi toni
apprensivi il comitato civico spontaneo esprime in una lettera, indirizzata al
sindaco Franco Pagano, il disagio che l’intera cittadinanza di Marina vive a
causa dell’acqua contaminata e sporca che sgorga dai rubinetti delle case.
«Con la presente-
continua la missiva- i cittadini chiedono maggiori informazioni circa lo stato
della rete idrica e delle relative forniture di acqua potabile, nonché lumi
sulle iniziative poste in essere dall’amministrazione da lei diretta al fine di
porre rimedio allo stato di grave
disagio in cui sussiste la popolazione della frazione medesima».
«Stante l’ordinanza
emessa dalla sua amministrazione- proseguono i militanti- nel settembre 2014 di
divieto d’uso dell’acqua, a causa della rilevazione di tassi di manganese ben
al di sopra dei limiti di legge, si è determinata una grave violazione dei
diritti della popolazione di Marina, che oltre ad essere privata di un bene
fondamentale, deve comunque continuare a pagare i tributi relativi a un
servizio di cui non può godere, nonché di gravi costi aggiuntivi».
A questo si aggiunge il
fatto che l’acqua che esce dai rubinetti «è sempre torbida, mai limpida, con
presenza evidente di corpi sospesi e terra, fenomeno variabile per entità ma
sempre visibile e accertabile anche dalla frequente e diffusa rottura di
elettrodomestici quali lavatrici e lavastoviglie».
La missiva, esposte le
rimostranze, passa poi a porre dei precisi quesiti al capo dell’esecutivo: «perché
l’amministrazione non ha provveduto a far fronte all’immediato con strumenti
d’emergenza, come ad esempio l’uso di autobotti per la distribuzione di acqua
potabile alla cittadinanza?»
«Quali concrete
iniziative l’amministrazione ha messo in opera per risolvere il problema ed
approntare altri dispositivi di approvvigionamento, come ad esempio lo scavo di
nuovi pozzi».
E ancora: «Ci
domandiamo perché l’amministrazione non appronti tutte le iniziative volte alla
riduzione della tariffa relativa al consumo di acqua potabile, almeno per tutto
il periodo che decorre dalla suddetta ordinanza e almeno per il 50% degli
importi.
E infine, atteso che i
parametri indicati dalle analisi esibite nel sito dell’ASP di Vibo Valentia non
sono completi, «perché l’amministrazione comunale non provvede a sollecitarne
di nuove ed esaustive».
La missiva si chiude
con un accorato appello, si chiede cioè all’amministrazione di convocare «una
riunione pubblica cui abbia il più ampio accesso la cittadinanza tutta, onde
informare la stessa sulla situazione e rispondere alle legittime istanze della
popolazione».
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