sabato 9 maggio 2015

Acqua contaminata. I cittadini scrivono al sindaco.



Nicotera. «Signor sindaco: siamo in allarme per i rischi che tale situazione (acqua con presenza di manganese e sporca di fango) può comportare per la salute nostra e, soprattutto, per quella dei nostri figli».
Con questi toni apprensivi il comitato civico spontaneo esprime in una lettera, indirizzata al sindaco Franco Pagano, il disagio che l’intera cittadinanza di Marina vive a causa dell’acqua contaminata e sporca che sgorga dai rubinetti delle case.
«Con la presente- continua la missiva- i cittadini chiedono maggiori informazioni circa lo stato della rete idrica e delle relative forniture di acqua potabile, nonché lumi sulle iniziative poste in essere dall’amministrazione da lei diretta al fine di porre rimedio allo stato di  grave disagio in cui sussiste la popolazione della frazione medesima».
«Stante l’ordinanza emessa dalla sua amministrazione- proseguono i militanti- nel settembre 2014 di divieto d’uso dell’acqua, a causa della rilevazione di tassi di manganese ben al di sopra dei limiti di legge, si è determinata una grave violazione dei diritti della popolazione di Marina, che oltre ad essere privata di un bene fondamentale, deve comunque continuare a pagare i tributi relativi a un servizio di cui non può godere, nonché di gravi costi aggiuntivi».
A questo si aggiunge il fatto che l’acqua che esce dai rubinetti «è sempre torbida, mai limpida, con presenza evidente di corpi sospesi e terra, fenomeno variabile per entità ma sempre visibile e accertabile anche dalla frequente e diffusa rottura di elettrodomestici quali lavatrici e lavastoviglie».
La missiva, esposte le rimostranze, passa poi a porre dei precisi quesiti al capo dell’esecutivo: «perché l’amministrazione non ha provveduto a far fronte all’immediato con strumenti d’emergenza, come ad esempio l’uso di autobotti per la distribuzione di acqua potabile alla cittadinanza?»
«Quali concrete iniziative l’amministrazione ha messo in opera per risolvere il problema ed approntare altri dispositivi di approvvigionamento, come ad esempio lo scavo di nuovi pozzi».
E ancora: «Ci domandiamo perché l’amministrazione non appronti tutte le iniziative volte alla riduzione della tariffa relativa al consumo di acqua potabile, almeno per tutto il periodo che decorre dalla suddetta ordinanza e almeno per il 50% degli importi.
E infine, atteso che i parametri indicati dalle analisi esibite nel sito dell’ASP di Vibo Valentia non sono completi, «perché l’amministrazione comunale non provvede a sollecitarne di nuove ed esaustive».
La missiva si chiude con un accorato appello, si chiede cioè all’amministrazione di convocare «una riunione pubblica cui abbia il più ampio accesso la cittadinanza tutta, onde informare la stessa sulla situazione e rispondere alle legittime istanze della popolazione».

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