Nicotera.
E’
bastata una giornata di caldo, esattamente quella di martedì scorso, e due
interi quartieri, per un totale di più di mille persone, sono rimasti senza
acqua. La storia, dunque, si ripete puntualmente, come ogni anno. Con l’arrivo
dei mesi caldi, infatti, mezza Nicotera sprofonda nel grave disagio della
carenza idrica. E ciò avviene senza che i cittadini vengano avvisati dal
Comune. Non c’è quindi possibilità di preparare delle riserve di acqua, perché
il disservizio si manifesta all’improvviso. Unica avvisaglia che può indurre
l’utenza a presagire l’appalesarsi della carenza idrica può essere
semplicemente il caldo. La scorsa estate molte volte i cittadini si sono recati
al comune per presentare al sindaco Franco Pagano le loro rimostranze, anche
per tentare di capire quali fossero le cause di questa misteriosa sparizione
dell’acqua che va a servire due grandi e popolosi quartieri. Ma nulla di fatto.
Non si è mai arrivato al cuore del problema, né, a quanto pare, sono state
poste in essere delle strategie risolutive, se anche quest’anno la carenza
idrica si ripresenta tale e quale.
Nulla è cambiato. Tutto
è rimasto com’era. Intatta è anche la rabbia dei cittadini per un servizio
essenziale che non viene erogato, nonostante la loro solerzia nel pagare le
tasse. Eppure Nicotera è un paese ricco di acqua, a tal punto la Sorical la
preleva dal suo territorio per servire altri comuni. E a proposito di Sorical:
non solo la famosa società delle risorse idriche non lascia delle royalties al
comune, ma paga l’acqua a 1,30 al metro cubo. Una ricchezza idrica che non
basta però a fornire un adeguato servizio alla cittadinanza. Quando i cittadini
chiedevano lumi agli amministratori sulle cause del disservizio, le risposte
apparivano assai incerte: in genere la motivazione ufficiale era da attribuire
all’aumentato numero della popolazione, durante i mesi estivi. Cosa, questa,
che convinceva ben poco l’utenza in preda all’esasperazione, anche perché la
carenza inizia già agli inizi del mese di maggio, quando di turisti in giro non
c’è nemmeno l’ombra. Un solo dato è certo: il serbatoio di Madonna della Scala,
al primo caldo, misteriosamente, si svuota, e l’acqua si ignora dove vada a
finire. E così intere famiglie, in cui vi sono bambini piccoli, anziani e disabili,
rimangono senza approvvigionamento idrico, e il disagio si fa enorme. Tra le
persone colpite dal disservizio, molte si sono attrezzate di un sistema di autoclave.
Ma molte altre non hanno la possibilità economica per predisporre tale
impianto. Per loro rimane un’unica forza che è quella della protesta, la
richiesta che venga assicurato un diritto fondamentale.
L’amministrazione ha
annunciato a più riprese, fin dai primi mesi del suo insediamento, la
trivellazione di due nuovi pozzi. Costo 26.000 euro. A tale cifra si devono
aggiungere 20.120 euro: questo è il costo
del controllo potabilità dell’acqua immessa in rete (503 euro per ogni
singola analisi. Soldi pubblici che dovrebbero servire per migliorare il
servizio. Ma finora novità non se ne vedono: rubinetti al secco e cittadini
esasperati.
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